Un passo avanti e due indietro. Come con Pergolizzi. Ma siamo sicuri che ora – per la solita fetta dei tifosi pronti a cambiare giudizio ogni due ore – il problema sarà di nuovo l’allenatore: dopo la vittoria a Vibo Trocini era diventato il nuovo Guardiola, adesso sarà di nuovo nella graticola. Perché? Perché dopo aver chiuso tranquillamente il primo tempo sul 2-0, la Reggina si è fatta riprendere dal Pompei chiudendo sul 2-2, nel più classico dei suicidi calcistici.
Vanificato il successo del “Razza” con un deludente pari contro la quartultima in classifica e vanificata la possibilità dell’aggancio nel giorno dello scontro diretto tra Scafatese e Siracusa.
La partita
Le scelte. Quasi obbligate per Trocini, soprattutto in mezzo, visti squalificati e (tanti) infortunati. Il reintegrato Ba in mezzo con Laribi, Urso poco più avanti con Ragusa, Perri e Barranco. Il match. In scioltezza, senza affanni. Ordinata, cinica, mantiene il baricentro alto, la indirizza subito e poi gestisce con tranquillità. Così la Reggina chiude il primo tempo, meritatamente avanti per 2-0 grazie a una doppietta di Ragusa e a un avversario che decide praticamente di non giocare.
Sembra troppo il timore di giocare in uno stadio che la società campana ha giustamente celebrato in questi giorni. La compagine ospite sta rintanata tutta dietro la linea del pallone, difendendo il pari, ma la Reggina dopo dieci minuti passa. Ragusa prova a scappare, Troest lo atterra e l’ex Messina non sbaglia dagli 11 metri. Non c’è reazione avversaria, Trocini gestisce senza affanni e così trova il 2-0 sempre con Ragusa. Seconda doppietta per l’esterno e quarto gol in campionato. Così si chiude il primo tempo.
Nella ripresa cambia tutto. Così come in diverse gare con Pergolizzi, anche in questo caso la Reggina si spegne nella seconda frazione, contrapponendosi al buon primo tempo. Anche perché, in avvio, il Pompei passa subito, ancora con un rigore dopo fallo di mano. 2-1 e partita riaperta. Il resto del secondo tempo la squadra di casa lo gioca in sofferenza, mentre un Pompei prima assente prende coraggio e prova a giocarsela. Trocini lo capisce e passa a qualche cambio per proteggersi, ma la sofferenza non passa. E infatti all’86’ gli ospiti trovano il pari con El Hilali, bravo a battere Martinez. Premiata la determinazione dei campani, aiutati da un avversario praticamente scomparso dal campo, anzi mai rientrato nel rettangolo verde dopo l’intervallo. Gli ultimi minuti, dopo aver provato a proteggersi, Trocini si gioca il tutto per tutto e inserisce gli attaccanti in panchina, ma non basta, finisce così.
Lo stesso allenatore alla vigilia aveva chiesto un Granillo più partecipativo, nei numeri. Non è così, nei fatti. La risposta è la solita, abbastanza molle. Ampi vuoti in Tribuna coperta, idem in Curva. I fattori sono tanti, probabilmente, oltre ai soliti. Il clima freddo anche se soleggiato, la trascinante Domotek Volley al PalaCalafiore alle ore 16 e il ritorno del quadro della Madonna all’Eremo.