Sono fuori pericolo, fortunatamente, i due ragazzini coinvolti nel terribile incidente stradale di lunedì 2 settembre a Santo Stefano in Aspromonte. Un sinistro molto grave, uno scontro violentissimo dopo aver perso il controllo del motorino su cui erano a bordo. Uno dei due, il più grave, è uscito ieri dalla rianimazione del GOM ed è stato trasferito presso il reparto di chirurgia maxillo facciale dell’Ospedale di Germaneto, a Catanzaro, dove i medici saranno impegnati nelle operazioni necessarie per ricostruirgli la mandibola.
I familiari dei due ragazzi coinvolti nell’incidente ci tengono molto a ringraziare, tramite StrettoWeb, “quelle figure fondamentali per i soccorsi: hanno salvato la vita dei nostri figli e non potremo mai ringraziarli abbastanza. Si tratta del parroco di Santo Stefano, don Vincenzo Attisano, per aver prestato subito la sua disponibilità di soccorso, e in particolare i militari del Comando dei Carabinieri di Santo Stefano, per le immediate cure prestate ai ragazzi in condizioni critiche subito dopo l’incidente e per la professionalità dimostrata nella mobilitazione e organizzazione immediata dei soccorsi“.
Dopo il sinistro, che si è verificato nel tratto di strada tra Sant’Alessio e Santo Stefano un paio di chilometri a valle del paese, sul posto sono intervenuti proprio i Carabinieri che hanno immediatamente chiesto l’intervento del 118 di Santo Stefano. L’ambulanza, quindi, ha portato i due feriti a Cucullaro dove l’elicottero è partito rapidamente verso Reggio Calabria: in soli sei minuti ha raggiunto l’Aeroporto dello Stretto dove un’altra ambulanza ha portato i due giovani al pronto soccorso del GOM. Senza l’intervento dell’elicottero, il trasporto via terra avrebbe probabilmente compromesso la vita almeno di uno dei due ragazzi, quello che era nelle condizioni più gravi. Entrambi ricoverati in codice rosso, uno dei due è rimasto tre giorni in terapia intensiva e adesso è appunto stato trasferito a Catanzaro per la ricostruzione della mandibola.
I familiari dei due malcapitati vogliono quindi evidenziare “l’eccezionale lavoro, che raggiunge livelli di autentico eroismo, delle persone che operano per la comunità e rappresentano le istituzioni nei piccoli paesi di montagna, valorizzando il proprio compito andando oltre la routine quotidiana ma impegnandosi concretamente a tutela dei cittadini“.