“Tengo a precisare che il contenuto di quanto riportato non risponde al vero. Il sottoscritto non ha mai compiuto alcuna attività in violazione o in difformità delle norme urbanistico ed edilizie”. Così l’Assessore Fabio Racobaldo replica a Francesco Pisano, capogruppo consiliare di Polistena Futura, che lo accusava di alcuni reati, tra cui una casa in parte abusiva.
La ricostruzione dei fatti
“Nel caso specifico mi corre l’obbligo di ricostruire il non-fatto portato alla ribalta della cronaca locale. La casa in questione è una piccola ex casa popolare costruita prima della seconda guerra mondiale, riscattata dai miei nonni paterni. Intorno al 1982 (avevo 2 anni all’epoca) mio padre fece una modifica sul fabbricato certamente non autorizzata ma che al tempo era una brutta consuetudine, sbagliata e comune a molti occupanti/residenti delle case popolari. La modifica non era strutturale, si trattava di una specie di vano balcone ricavato, modifica così modesta che mio padre non è stato nemmeno denunciato. Nel 1986 infatti potè presentare domanda in sanatoria con una legge sul condono edilizio di qualche anno prima”.
“Mai nessuno mi aveva calunniato così”
“Ciò detto e fermo restando che mio padre è stato un uomo stimato e di alta caratura morale, non comprendo come un errore commesso da mio padre oltre 40 anni fa possa essere il pretesto per riversare fango sul sottoscritto, all’epoca dei fatti un infante. Ho fatto il consigliere comunale dal 2010 al 2015 e dal 2021 ad oggi, il segretario politico di un partito e mai nessuno mi aveva calunniato per una vicenda che tra l’altro nemmeno conoscevo. Solo dopo la morte di mia madre nel 2022, con la quale ho convissuto, ho scoperto la vicenda nella sua interezza che invece ha sempre saputo lo studio tecnico Cannata. In continuità con la volontà di mia madre ho affidato l’incarico per il disbrigo ai tecnici dello studio Cannata (uno dei quali milita nelle file dell’opposizione). E ciò in massima buona fede”.
“E’ evidente che quanto successo certifica due cose:
- io non ho fatto alcun abuso;
- la mia buona fede è stata utilizzata per colpirmi politicamente e per gettare fango sulla mia persona e sulla mia famiglia.
“Mi ha colpito e ferito infatti un passaggio del capogruppo di opposizione ove testualmente afferma che avrebbe chiesto un incontro con me sulle problematiche relative al mio assessorato. La chiosa finale è che l’incontro (peraltro mai richiesto ne formalmente ne informalmente) non sarebbe stato concesso perché io/noi alzeremmo barriere nei confronti dei nostri oppositori. Ma se fosse stato concesso questo pseudo-incontro cosa sarebbe cambiato, visto che nel consiglio comunale all’atto della mia nomina ad assessore la minoranza, che ha sempre conosciuto la situazione della casa di mio padre, non ha rilevato nulla a riguardo?”.
“Come bisogna interpretare le parole del capogruppo di opposizione, una forma di pressione o di intimidazione politica rivolta a tutti i cittadini che non si compiacciono di fronte alle loro continue bestialità? Non mi stupisco certo dell’atteggiamento falso e fedifrago del gruppo consiliare di minoranza che, come solito fare, cerca scoop o tenta di denigrare, in ogni modo e con ogni mezzo, l’immagine di Sindaco e Amministratori. La questione dunque non è solo politica, è di più. Attiene al profilo politico, deontologico e persino professionale che si camuffa dietro una forma di opposizione apparentemente legale e puntigliosa, ma che non disdegna mezzi e mezzucci per poter colpire personalmente chi, onestamente e senza alcun interesse personale, si impegna per la propria comunità”.
“Rispedisco al mittente ogni accusa perché, come mi è stato insegnato, la correttezza, la trasparenza e la moralità sono dei principi fondanti della mia persona e devono accompagnare ogni percorso politico valendo più di ogni altra cosa al mondo”, conclude Racobaldo.