Reggina a un catanese dopo il lametino e il romano: città incredula, troppi dubbi sulla scelta di Brunetti

Reggina, la città si è svegliata incredula e confusa. Neanche la processione per la Madonna riesce a mitigare lo stordimento e la rabbia per una situazione che lascia troppe ombre

StrettoWeb

Reggio Calabria è una città che stamani si è risvegliata incredula e stordita. La situazione della Reggina ieri è precipitata in un vortice incredibile che nessuno poteva immaginare. Ripercorrere col senno di poi le vicende degli ultimi giorni e delle ultime settimane lascia un grande senso di confusione e amarezza, ma soprattutto tante ombre sul comportamento del sindaco f.f. Brunetti e dell’Amministrazione Comunale.

Nessuno riesce a capire com’è stato possibile scegliere – tra le due domande regolarmente pervenute (la terza, quella di Agnello, è giunta oltre i termini e senza le dovute garanzie economiche) – proprio quella dell’imprenditore di gran lunga meno importante e facoltoso. Nessuno riesce a credere che davvero possa essere una coincidenza la lettera dei sindaci sulla Dante Alighieri da dare ai privati proprio mentre al bando per la Reggina partecipano esclusivamente due imprenditori delle università private. Troppo strana l’assegnazione a questo sconosciuto imprenditore di Catania, Nino Ballarino, che ha indicato come presidente Virgilio Minniti (vedi foto sotto), tecnico radiologo di Melito di Porto Salvo, congiunto del consigliere comunale dello stesso partito di Brunetti (Italia Viva), Gianluca Califano. Brunetti dice che sono “estranei“, ma il legame potete giudicarlo voi: la sorella del nuovo presidente della Reggina è sposata con il fratello del consigliere Califano, Domenico, sindacalista della UIL scuola arrestato due anni fa per una brutta storia di diplomi falsi.

virgilio minniti presidente reggina
Virgilio Minniti, il nuovo Presidente della Reggina

Ieri nella prima conferenza, anche qui stranamente organizzata a Reggio subito dopo quella di Brunetti con tante persone provenienti da Catania e una numerosa claque (è chiaro che fosse già tutto pianificato da prima, logisticamente sarebbe stato impossibile per i tempi!), Ballarino con il suo forte accento catanese ha presentato l’organigramma confermando quanto su StrettoWeb avevamo già anticipato e cioè che della parte tecnica si occuperà Maurizio Pellegrino, il dirigente sportivo che era già stato più volte al Sant’Agata ad agosto per conto di Manuele Ilari. E dov’erano andati i Sindaci ad incontrare Manuele Ilari sabato 19 agosto, tre settimane fa? Proprio a Catania! Una località che era sembrata strana a tutti, ma adesso il puzzle si completa. Se lo avessero detto quel giorno che dopo tre settimane la Reggina sarebbe finita ai catanesi con nella dirigenza proprio l’uomo di Ilari…

La Reggina sullo sfondo dell’interesse per la Dante Alighieri di Reggio Calabria

Nella conferenza stampa di ieri sera, Ballarino ci ha risposto che “no, non ci interessa la come si chiama? Ah, Dante Alighieri”. Difficile, quindi, capire quali siano le reali motivazioni che hanno spinto un gruppo catanese di università private, succursale di eCampus con una scuola superiore proprio per Mediatori Linguistici, ad investire a Reggio Calabria: sono samaritani per la Reggina? Bandecchi ieri ai microfoni di StrettoWeb è stato sincero come sempre: “Certo che ci interessa la Dante Alighieri, ci interessa da tempo, nel 2022 avevamo già fatto un’offerta per acquisirla. Ci hanno risposto di no perchè c’erano altre operazioni in corso. Siamo sempre disponibili per rilanciarla, per portare a Reggio tanti studenti e tanto sviluppo. Se la Dante Alighieri diventa dell’Unicusano, Reggio si svilupperebbe in maniera stramostruosa“. L’impressione è che tra i due candidati Brunetti oltre ad aver scelto i più poveri abbia scelto anche i meno sinceri.

La Reggina a un catanese: Ballarino dopo Saladini e Gallo, terzo proprietario forestiero consecutivo

La Reggina rimane fuori città: dopo Gallo e Saladini, Ballarino è il terzo proprietario forestiero. Dopo il romano e il lametino, adesso abbiamo il catanese. E’ da quattro anni, esattamente da dicembre 2019 quando Praticò passava il testimone a Gallo, che la Reggina non ha un proprietario reggino. Eppure stavolta eravamo vicini al ritorno ai reggini, almeno parziale: nella cordata di Bandecchi l’altro 50% della società era tutto dei reggini, con il 30% a Myenergy, il 10% ad Auto 2F Motors e il rimanente 10% alla Cooperativa Reggina dei piccoli imprenditori guidati da Salvatore Maio e Tonino Quattrone. Ma Brunetti ha scelto i catanesi.

Qualcuno ha storto il naso quando Bandecchi ha detto che avrebbe traghettato la Reggina fino alla serie C e poi avrebbe ceduto; ma a prescindere dal fatto che su questo scenario futuro non andava preso sul serio e anzi si sarebbe dovuto fare in modo di coinvolgerlo e appassionarlo per rimanere oltre, in ogni caso “traghettare la Reggina in serie Cnon è cosa affatto scontata. Nel fantomatico business plan dei catanesi che Brunetti ha esaltato si parla di Reggina Women, squadra di calcio femminile, e settore giovanile ma qui forse non è chiaro che l’unica priorità, l’unica cosa che conta in questo momento, è trovare 20 uomini in grado di scendere in campo tra sette giorni e vincere un campionato duro come quello di serie D. Se la squadra non tornerà in C, altro che calcio femminile e settore giovanile. Al Sant’Agata non è rimasto niente: non ci sono preparatori, allenatori, non c’è più neanche un bambino. Bisogna ricostruire tutto da zero, e certamente non si può fare in serie D. A Reggio sappiamo cosa significa, l’abbiamo già fatta otto anni fa e non è andata bene.

Serie D: per la Reggina sarà la seconda volta

E’ la seconda volta in assoluto nella storia della Reggina che il club amaranto milita in serie D: l’unico precedente è quello, recente, della stagione 2015-2016. In passato, però, era già capitato altre 7 volte che la Reggina aveva militato nella categorie equivalente, cioè la quarta serie del calcio italiano che in passato è stata serie C2 (la Reggina l’ha fatta due volte, nel 1983-1984 e nel 1985-1986), prima ancora si chiamava IV Serie (la Reggina l’ha fatta quattro volte, dal 1952 al 1956) e addirittura nel 1929-1930 in quella che si chiamava Seconda Divisione. Complessivamente, quindi, questa sarà la 9ª volta della storia della Reggina in questo livello calcistico, il più basso in assoluto della gloriosa storia della società amaranto che ha invece disputato 9 campionati in serie A, 25 in serie B e ben 44 in serie C o equivalente (serie C1, Lega Pro Prima Divisione etc. etc.).

Della Serie D 2015/2016 la Reggina ha brutti ricordi: la squadra concluse il campionato al quarto posto dietro Siracusa, Frattese e Cavese, i tifosi amaranto ricordano con particolare amarezza le pesantissime sconfitte con la Cavese (tre sconfitte su tre, 2-0 in campionato a Cava de’Tirreni e 0-2 al Granillo e poi 2-1 nella semifinale dei playoff), la Frattese, l’Aversa Normanna, l’Agropoli, il Roccella, il Città di Scordia e il doppio clamoroso k.o. contro la Leonfortese (0-1 al Granillo e 3-2 a Leonforte). Quest’anno ci saranno le partite contro il San Luca, il Canicattì, la Sancataldese, l’Igea Virtus, il Città di Sant’Agata. E non vediamo presupposti che facciano pensare che stavolta possa andare meglio…

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