Caro Ballarino, le presento la Reggina e le spiego perchè lei non ci convince affatto

Lettera aperta al nuovo proprietario della Reggina, oggi "Fenice Amaranto", Nino Ballarino

StrettoWeb

Caro Nino Ballarino,
ci siamo conosciuti venerdì sera nella sua prima conferenza stampa e non è stato un bell’incontro. Le ho fatto la prima domanda e lei ha commentato rivolto agli altri “il signore ha un problema”; poi alla fine dell’incontro sono venuto a stringerle la mano e le ho detto “non ho alcun problema Ballarino, faccio semplicemente il mio lavoro” e lei mi ha risposto letteralmente “a me non piace come lo fa”. Mi ha chiesto rispetto, ma non me ne ha dimostrato; nonostante tutto io le ho assicurato che da parte mia non mancherà mai così come non è mai mancato fino ad ora. Mi ha chiesto di stare dalla sua parte, e le ho risposto che starò sempre dalla parte della Reggina. Che non è detto coincidano, e le faccio un esempio. StrettoWeb sta sempre dalla parte della città, ma questo non significa stare dalla parte del Sindaco del momento. E lei alla Reggina è soltanto di passaggio, come tutti i proprietari della Reggina, com’è stato Saladini, com’è stato Gallo, come sono stati i nostri concittadini Mimmo Praticò e certamente in modo più virtuoso di tutti Lillo Foti. La Reggina resta, e stare dalla parte di questa gloriosa bandiera significa difenderla e tutelarla anche da proprietà che non ci convincono affatto. Nel suo caso è proprio così.

Umanamente mi dispiace come e quanto la città le si è rivoltata contro: in fondo lei non ci ha fatto nulla di male, anzi si è candidato per prendere la Reggina dimostrando interesse e per questo la ringraziamo. Il problema è che il Sindaco le avrebbe dovuto dire “No, grazie” semplicemente perchè al bando aveva partecipato anche un altro candidato di gran lunga superiore perchè molto più facoltoso e ambizioso, molto più adeguato alla Reggina, tra l’altro sostenuto al 50% da numerosi imprenditori reggini legati anche affettivamente alla squadra e della città che avevano fatto i salti mortali per riportare la Reggina a Reggio. Ecco perchè la città le è ostile, caro Ballarino: nulla contro la sua persona, la rabbia è tutta contro l’assurda scelta del facente funzioni, ed è così feroce proprio perchè in questa città è grande l’amore per la Reggina e forte la consapevolezza che è qualcosa più grande di lei.

Le voglio presentare la Reggina, caro Ballarino. Si tratta di uno dei club più gloriosi e blasonati dell’Italia del Sud. Ha disputato, tra l’altro in tempi abbastanza recenti (esordio nel 1999, ultima volta nel 2009) ben nove stagioni di serie A. Nella Reggina è esploso Andrea Pirlo, ha giocato Shunsuke Nakamura, c’è stato persino un epico Reggina-Real Madrid in un’amichevole estiva in Austria ad agosto 2006. Nella Reggina è esploso anche Francesco Acerbi, è nato calcisticamente Giovanni Di Lorenzo, Campione d’Europa con l’Italia e oggi Capitano del Napoli Campione d’Italia. La Reggina ha disputato ben 25 stagioni di serie B. Poco più di tre mesi fa ha disputato un playoff di serie B in cui c’era in ballo la promozione in serie A, allenata da Pippo Inzaghi. Superpippo, ha presente, quello del Milan, delle Champions League, della Coppa del Mondo del 2006. Poco più di sette mesi fa c’era uno stadio con 16.000 persone che gridava “serie A, serie A” quando la squadra era seconda in classifica, e poi sono bastate due-tre sconfitte affinché la Curva urlasse “mercenari” ai ragazzi di Pippo Inzaghi mentre erano ancora quarti in classifica in serie B. Lo capisce cos’è la Reggina, caro Ballarino? Lo capisce quali sono le ambizioni di questa piazza?

In conferenza stampa giustamente ha parlato di serie D. Ha evidenziato che giocheremo col Canicattì, con la Sancataldese, e io aggiungo con le squadre di Sant’Agata di Militello e di San Luca dove andremo domenica 24 settembre (stamani è uscito il calendario). Ma questo concetto ha sbagliato platea a cui riferirlo, Presidente. E’ solo e soltanto alla squadra che deve parlare così. E’ solo e soltanto la squadra che dovrà calarsi in questa categoria con rispetto per l’avversario per evitarne sottovalutazioni, ma la piazza e l’ambiente di Reggio, la tifoseria della Reggina, non dovrà mai calarsi nella serie D né lo farà, non dovrà e non potrà mai accettare di poter perdere una sola partita contro queste avversarie. Può giocarsi alla pari soltanto quello che dovrebbe essere lo scontro diretto con il Trapani, per il resto proprio perchè giocheremo con San Luca e Canicattì abbiamo l’ambizione di doverle stravincere tutte. La Reggina in serie D può essere soltanto di passaggio, passaggio rapidissimo, come il Catania lo scorso anno, come il Palermo nel 2020, come il Bari e il Cesena nel 2019, come il Parma e il Venezia nel 2016, come la Salernitana nel 2012, come il Perugia nel 2011, tutte squadre che negli ultimi 12 anni sono fallite e ripartite dai Dilettanti vincendo subito il campionato. E’ con queste piazze che la Reggina ambisce a confrontarsi, è con queste piazze che la Reggina si è confrontata alla pari in passato e vuole continuare a confrontarsi alla pari anche in futuro.

Vede, caro Ballarino, lei ci è sembrato certamente un po’ borioso ma anche interessato e appassionato al mondo del calcio. Il punto è che studiando i suoi bilanci e vivendo l’approccio alla guida della nuova Reggina riteniamo che sia il presidente ideale per una squadra più piccola, sempre dignitosa ma più piccola della Reggina. Potrebbe fare molto bene con un Acireale, un Giarre, un’Igea Virtus, con l’ambizione di portare queste piccole realtà nel professionismo realizzando un progetto serio e di lungo respiro che con gli anni raggiunga il traguardo massimo di una serie C. Non ci sembra affatto male, Ballarino, semplicemente riteniamo che la Reggina, la nostra Reggina, sia una cosa diversa. Una cosa più grande, più importante, più ambiziosa.

Sappiamo che è in grande difficoltà per costruire la squadra e anche solo per trovare l’allenatore. Ipotizziamo che alla fine prenderà Franceschini, che è un bravo ragazzo e una persona seria, molto legata a Reggio e alla Reggina. Gli vogliamo così tanto bene che non daremo mai a lui la responsabilità delle brutte figure a cui andiamo incontro. Anche perchè l’affetto che abbiamo nei suoi confronti non può celare il target del mister che la Reggina, la nostra grande Reggina, sta per ingaggiare: in serie D ha già allenato Palmese, Cittanovese, Castrovillari e Rende rimediando due esoneri, una retrocessione e una salvezza. Ma a prescindere da Franceschini, seguendo le mosse di Bonanno e Pellegrino appare chiaro che la sua squadra lotterà per la salvezza. E non riteniamo che sia il meglio per la Reggina. Capirà, Ballarino, che non possiamo essere contenti di questa prospettiva.

Vede, caro Ballarino, se alla fine ci fosse stato soltanto lei o nessun altro al bando, ne avremmo potuto discutere. Perché qualcuno dice che sarebbe stato meglio fermarsi un anno anziché fare una serie D di così basso livello ma noi non siamo d’accordo. Fermarsi un anno avrebbe significato perdere il treno della continuità storica, non avere alcuna certezza di ripartire in futuro e soprattutto da dove si potrebbe ripartire in futuro: o molto più in basso, o rilevando un titolo sportivo altrui. Ecco perchè se alla fine ci fosse stato soltanto lei nel bando del Comune, avremmo ingoiato il boccone amaro e accettato di dover fare una serie D con l’obiettivo della salvezza per non retrocedere in Eccellenza perchè in ogni caso non avremmo potuto avere di meglio. Ma – e qui torniamo al punto – al bando c’era un altro candidato di gran lunga migliore, molto più facoltoso e ambizioso, e per questo siamo incazzati neri. Non con lei, Ballarino, che non c’entra niente, ma con chi ha commesso questa scelta folle, incomprensibile, dalle tinte fosche

Caro Ballarino, non abbiamo particolarmente apprezzato che nell’organigramma della nuova società ci sia tutta la sua famiglia. Qualcuno ci chiede che c’è di male, ma non ci è sembrato particolarmente professionale in base ai nostri principi e valori. Non la condanniamo per questo, Ballarino: non siamo giudici e nessuno ha mai discusso la liceità del suo operato. Anche perchè delle prediche su “trasparenza e legalità” abbiamo le scatole piene e sappiamo dove ci hanno portato. Ma siamo giornalisti e quindi raccontiamo i fatti, esprimiamo le opinioni, poniamo le riflessioni. Quando abbiamo parlato su StrettoWeb di Reggina come una “questione di famiglia” non ci riferivamo – o quantomeno non soltanto – all’organico con le sue figlie e il suo genero, ma soprattutto al fatto che il nuovo Presidente della sua Fenice, quella che dovrebbe essere la nostra Reggina, è un tecnico radiologo dell’ospedale di Melito di Porto Salvo parente di un consigliere comunale dello stesso partito del Sindaco Brunetti. Questa è la “questione di famiglia” che ci scandalizza, non le sue figlie e il suo genero in organico. E con “questione di famiglia” dell’Amministrazione Comunale torniamo al vero nodo della vicenda: non è lei il problema, Ballarino, ma è l’oscura scelta del Sindaco che ha preferito lei ad un altro gruppo molto più ambizioso e facoltoso, svendendo la Reggina ad amici e compari della politica. E’ questo che non riusciamo ad accettare, anche perchè quel consigliere comunale – Gianluca Califano – è già nel mondo del calcio, è stato Presidente del Val Gallico e del Real Metropolitana in prima categoria. In questi giorni si atteggia come dirigente della nuova Reggina, parlando con amici e conoscenti a nome della società, e suo fratello Domenico – sindacalista della UIL scuola già arrestato due anni fa per una brutta storia di diplomi falsi – ha preso una posizione molto dura su facebook a favore della scelta di Brunetti. E Domenico Califano è il cognato del neo presidente amaranto Virgilio Minniti, il tecnico radiologo che certamente sarà una brava persona ma noi come Presidenti della Reggina abbiamo ambizioni diverse.

Come vede, Ballarino, non abbiamo nulla contro di lei. Il problema è com’è arrivato, in base alle malate logiche della peggiore politica che a Reggio ha già dimostrato di considerare i beni pubblici nell’interesse della “famiglia”. Non sappiamo se lei lo sa, Ballarino, ma è a conoscenza del motivo per cui abbiamo due sindaci facenti funzione a Reggio Calabria? Sa che Brunetti e Versace non sono mai stati eletti né candidati, ma si ritrovano in quel ruolo perchè il sindaco vero, quello eletto, è sospeso dopo aver avuto due condanne per lo scandalo del Miramare? Sicuramente non l’hanno informata, Ballarino: il Miramare è uno dei più preziosi gioielli del Comune di Reggio Calabria, un immobile di pregio straordinario situato sul Lungomare dal valore di circa 15 milioni di euro che Falcomatà dopo aver vinto le elezioni nel 2014 aveva concesso ad un amico in spregio alle norme vigenti. Poi alle ultime elezioni del 2020 sempre quest’amministrazione, tramite il capogruppo del principale partito di maggioranza (il Pd), si è macchiata di un crimine ancora più grave: imbrogli elettorali. Hanno “fatto votare” persino i morti! E lei pensa che in questa città possiamo accettare che anche la Reggina, unico simbolo di identità comune e aggregazione sociale, elemento di rappresentanza e orgoglio cittadino, finisca nelle mani degli amici e dei compari di una classe politica così arrogante e prepotente?

In città circola la voce che fosse tutto già deciso da Ferragosto: “Brunetti vuole darla a Califano”, si mormorava in quei giorni. Nessuno ci credeva. Oggi nessuno crede – invece – che possa essere casuale l’incontro dei Sindaci con Manuele Ilari proprio a Catania il 19 agosto; nessuno crede che possa essere casuale il ruolo di Maurizio Pellegrino nella nuova società, lui che era l’uomo di fiducia mandato da Manuele Ilari in riva allo Stretto. Troppe coincidenze, Ballarino, in questa vicenda. Troppe anomalie. E il problema non è lei. Anzi, lei è stato coinvolto da chi ha ordito questo piano per svendere la Reggina ad amici e compari. E che – se ne accorgerà presto – sarà pronto a scaricarla e anzi ad attribuirle tutte le colpe dei fallimenti che verranno.

Concludo, Ballarino. Le ho già rubato troppo tempo. Ma, per dimostrarle che sono molto gentile con lei, le anticipo le domande che le farò nella prossima conferenza stampa, così potrà prepararsi per tempo le risposte. Venerdì scorso ha annunciato ai giornalisti di avere per questa stagione un budget di 1,8 milioni esclusa l’iscrizione, cifra che poi ha ripetuto alla delegazione dei tifosi domenica a Palazzo San Giorgio. Però ieri in FIGC avete presentato un bilancio di previsione con un budget di 1,2 milioni compresa l’iscrizione (quindi sono rimasti 750 mila euro) più 1,4 milioni di entrate che prevedete di ottenere da stadio e sponsor. A cosa dobbiamo questa differenza? E soprattutto, davvero lei pensa che riuscirà a raccogliere così tanti soldi da incassi e sponsor? Si è informato sui ricavi della Reggina da sponsorizzazioni e incassi dello stadio negli scorsi anni, in serie B, e in modo particolare quelli della serie C che erano enormemente inferiori alla cifra da lei indicata per la serie D? Ha convinto persino gli Ultras che davvero spenderà 1,8 milioni (esclusa l’iscrizione) per una serie D di vertice, ma le mosse di questi primi giorni (documenti FIGC e mercato) la stanno già smentendo. Lo sa che i più incazzati saranno quei pochi che oggi le stanno credendo, perchè si sentiranno traditi? Tutti gli altri, il 90% della città e della tifoseria sondaggi alla mano, non le crede già adesso. Forse perchè provati dalle ultime esperienze nefaste che ci hanno reso scettici e diffidenti. Forse perchè gli elementi sul tavolo sono così chiari che non c’è bisogno di aggiungere altro

Un’altra domanda è perchè avete detto ai tifosi diverse bugie sulla denominazione sociale. Fermo restando che non riteniamo che questo sia un argomento rilevante, trattandosi di una questione meramente formale che non ci appassiona affatto, però lo sapete benissimo che una volta indicato il nome in federazione, Fenice Amaranto appunto, quello non potrà essere modificato per tutta la stagione. Sappiamo bene tutti che per un anno non ci potremo formalmente definire Reggina, perchè ci siamo già passati nel 2015, ma proprio perchè ci siamo già passati nel 2015 sappiamo che ci saremmo potuti chiamare Reggio Calabria, come è successo nel 2015 appunto. Perché avete detto che oltre a Reggina era impossibile anche Reggio Calabria, se non è così? La Fenice è il nome della vostra Università Telematica, e quindi avete scelto il vostro nome aziendale per la comprensibile voglia di pubblicizzarvi, affiancato dall’amaranto che è il colore sociale della Reggina. Va bene, per un anno sarà così, non abbiamo nulla contro questa scelta, ma non prendete in giro la gente dicendo che non si poteva Reggio Calabria (è falso; l’unico divieto era per Reggina) o che proverete a cambiarlo “la prossima settimana”, perchè o state mentendo o non conoscete le basilari norme federali e sarebbe ancora più grave. E il risultato sarà quello di alimentare ulteriore sfiducia nei vostri confronti.

In ogni caso, Ballarino, in queste ore è lei di fronte ad un bivio. Se abbiamo interpretato bene il suo carattere pensiamo che non cambierà idea. Non tornerà indietro. Andrà avanti per la sua strada. L’alternativa sarebbe quella di farsi da parte, ma dovrebbe farlo subito per dare agli altri la possibilità di allestire la squadra per vincere il campionato, loro che possono e che sono pronti (sempre che lo siano ancora, dovrebbe telefonargli e chiederglielo). Più tempo passa e più sarà difficile: se lo farà a novembre, a dicembre, con la squadra a -18 dal Trapani, con i primi debiti, dopo che avremo subito sconfitte umilianti nei peggiori campi delle periferie del calcio dell’estremo Sud, dopo che avrà definitivamente sancito lo scollamento con la tifoseria che intanto della Reggina si sarà nauseata, dopo che si sarà reso conto che da sponsor e incassi non potrà ricevere neanche il 10% di quello che avete messo a budget, a quel punto la stagione sarà compromessa e nessuno potrà subentrare per rimediare. Se farà questo passo adesso, ne uscirà a testa alta e con gli applausi della città. Che continuerà ad essere infuriata con Brunetti, ma non ha mai avuto nulla contro di lei anzi apprezzerà un gesto compiuto per il bene della Reggina. Altrimenti vada avanti e ci dimostri che stiamo sbagliando. Ci dimostri che tutti, tutti tranne il sindaco Brunetti, tranne Manuele Ilari, tranne Pietro Lo Monaco, tranne i fratelli Califano, tutti gli altri ci siamo sbagliati. Ce lo dimostri vincendo il campionato e riportando subito la Reggina in serie C. Per farlo, le consiglio di invitare il suo direttore sportivo a dedicare più tempo alla ricerca di allenatore e calciatori: il primo giorno dopo l’iscrizione l’ha invece trascorso dedicandosi alle luci dei riflettori con lunghe interviste in radio e tv.

Alla fine, Ballarino, gliel’ho già accennato e un giorno me ne darà atto perchè glielo sto dicendo in tempi non sospetti: tutti quelli che l’hanno messa in questa situazione se la prenderanno con lei. Vedrà. Sarà il loro perfetto parafulmine. Brunetti ha già iniziato a farlo, nel maldestro tentativo di deresponsabilizzarsi. Le avrà certamente lette le sue ultime dichiarazioni, adesso è lui che intende vigilare su di voi (!!!) quando in realtà è lui ad avervi scelto e sarà lui il principale responsabile di tutti risultati che avrete in futuro. Anche i vari faccendieri che l’hanno coinvolta e convinta ad intraprendere questo percorso soltanto affinché potessero tornare alla ribalta e guadagnarsi un posto di lavoro, addosseranno su di lei le responsabilità dei prossimi fallimenti sportivi: diranno che senza soldi non potevano fare di più.

Come vede, Ballarino, non ce l’abbiamo con lei e la rispettiamo. Semplicemente non ci convince e oggi riceve l’ostilità di una città dovuta non alla sua persona, ma alle scelte che hanno fatto altri sulla pelle della Reggina.

In ogni caso le auguriamo il meglio e le confermiamo che, nel pieno rispetto della sua persona e del suo ruolo, continueremo a fare il nostro lavoro dalla parte della Reggina. Come abbiamo sempre fatto e come continueremo a fare sempre.

In bocca al lupo,
Peppe Caridi

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