La fuga di Bashar al-Assad spinge molti siriani, che abitano in Europa e non solo, a desiderare un rientro in patria. Nel Vecchio Continente abitano 1,8 milioni di siriani. “I rifugiati sognano da 10 anni di tornare nel loro Paese e ci sono elementi che fanno ben sperare, ma al momento è prematuro valutare gli effetti sulla dimensione migratoria”, ha evidenziato un portavoce della Commissione Europea. “Il rientro o meno nel Paese è una decisione individuale per ora giudichiamo che non ci siano le condizioni per rimpatri sicuri e dignitosi in Siria”, rimarca il portavoce.
Anche se non è detto, al contrario, che molti decidono di scappare dalla Siria alla luce di un futuro incerto. Secondo l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, 6,8 milioni sarebbero gli sfollati all’interno del loro Paese e più di 5 milioni quelli fuggiti all’estero. Oltre 3 milioni di siriani sono in Turchia, ma molti sono anche in Libano, Giordania, Iraq ed Egitto (per rimanere nell’area geografica vicino alla Siria).
Gli stati europei si muovono
Intanto alcuni Stati si muovono, a partire dalla Germania, il Paese che ha ricevuto la maggior parte delle 180 mila domande d’asilo presentate da cittadini siriani nel 2023. L’Ufficio federale per l’immigrazione e i rifugiati del ministero dell’Interno tedesco ha deciso di bloccare le decisioni sulle richieste di asilo da parte dei siriani. Stessa decisione annunciata nelle ultime ore da Norvegia, Svezia e Danimarca e Grecia . Anche l’Austria ha dichiarato la sospensione delle richieste di asilo presentate dai rifugiati siriani, annunciato che si prepara ad espulsioni. In Olanda, il leader della destra Geert Wilders, scrive su X: “se i siriani nei Paesi Bassi esultano per la nuova situazione in Siria, possono anche essere rimandati indietro. Presidente Schoof, decida immediatamente il blocco dell’asilo per i siriani”.