E’ una lunghissima lettera aperta, quella di Vincenzo Speziali, Ex Segretario Nazionale del Movimento Giovanile della DC, del PPI e del CDU; Delegato al Congresso del PPE di Bucarest; Membro dei Bureau Politique del PPE e dell’Internazionale Democristiana e di Centro. Una lettera aperta che è poi un appello, rivolto a von der Leyen e Metsola, sui rapporti tra stampa e magistratura.
“On. Presidente Ursula von der Leyen, mi rivolgo a te, non confidando nella comune militanza in seno al PPE e all’Internazionale Democristiana e di Cento -benché il sottoscritto, come noto, ne è membro e componente di organi politici, quindi anche per tale motivo, ma non solo, invio per conoscenza la suddetta comunicazione all’amico, di lunga stima, Manfred Weber- bensì, ri scrivo nella tua qualità di Presidente della Commissione Europea. Parimenti, codesta missiva, viene pure, per conoscenza, indirizzata all’amica -termine sincero, il quale è anche utilizzato in modo consono, tra noi democristiani e popolari- dicevo come suddetta lettera, è indirizzata financo all’amica Presidente Roberta Metsola, per le giuste determinazioni che vorrà e valuterà essa stessa prendere, laddove lo riterrà opportuno, in base alle funzioni connesse al ruolo che ricopre”.
“Gentile Onorevole (e amica!) Presidente, scrivo ordunque, da uomo politico italiano, ma prima ancora da cittadino del mio Paese -che ho sempre cercato di servire con onore e dignità, nello svolgimento dei compiti politici, per l’appunto- e mi indirizzo a te, anche quale cittadino europeo, raccontando fatti autentici, esponendo reali preoccupazioni e ‘denunziando’ concreti rischi, senza timori o infingimenti, fuor di mistificazioni o di calunnie e, soprattutto in assenza di esagerazioni o insussistenti allarmi”.
“Eppure, carissima Presidente, a te -come anche agli altri amici Presidenti in copia conoscitiva- non posso e non devo, sottacere una devastante realtà, che attanaglia l’Italia, sin dal 1992, ovvero uno sconfinamento pericolosissimo e antidemocratico, probabilmente pure e principalmente liberticida, di talune fazioni della magistratura nazionale italiana, la cui categoria, sebbene apparentemente in maggiorana corretta nel proprio intendimento, convincimento e discernimento, proprio insiti nello svolgimento delle funzioni attribuite loro per legge, ha al suo interno, purtuttavia, nella complessità, una maggioranza silenziosa e non vorrei pensare ‘ostaggio’ di suddetta minoranza dei loro colleghi, ‘militanti’, solo per utilizzare appropriato eufemismo”.
“Soliti giornalisti pronti a fare da megafono”
“Vieppiù purtroppo, ovvero a quanto descritto immediatamente di sopra e poc’anzi, poiché assistiamo ad un palese cortocircuito, fondato su un viziosissimo e reiterato ‘circolo mediatico/giudiziario’, di chiara matrice neogiacobina, mendace, settaria, sensazionalistica, scandalistica e faziosa, di soliti giornalisti, sempre pronti a fare da ‘megafono’ ai sempre soliti magistrati ‘d’assalto’, i quali, a loro volta, perseguono non i reati, bensì le persone. Anzi dal perseguimento di un ipotesi criminale -spessissimo inesistente e ad arte creata, solamente perché taluni inquirenti (che da noi, in Italia appartengano alla stessa categoria professionale dei giudici giudicanti)- dicevo taluni inquirenti sono mossi da apparente ‘contrasto ideologico’, perciò siffatta obbligatorietà dell’azione penale -epperò con annessa discrezionalità circa i casi e le presunte urgenze-, ribadisco, siffatta obbligatorietà, si tramuta da perseguimento in persecuzione”.
“E talvolta, cara Presidente, è ‘persecuzione ad personam’ o ‘ad fationem’, visto che in questo mio Paese del quale sono ancora innamorato, nessuno ha il coraggio, oppure solo pochi lo hanno -certamente io e lo sto dimostrando non solo in codesta occasione, come ben saprai, bensìrinanendo a Beirut, sotto i bombardamenti e assiene a mia moglie con i suoi familiari- ragione per cui, nel compiere una simile denuncia pubblica, successivamente e in modo ufficiale, chiedo ‘tutela democratica e vigilanza attiva’. Si, lo chiedo, in virtù e a fronte dei rischi nei quali potrei incorrere, proprio per aver detto la verità, in modo tanto eclatante, quanto circostanziato”.
“Si badi bene, cara Presidente della Commissione UE -e, per conoscenza, cari Presidenti del Parlamento Europeo, del PPE e del Gruppo Parlamentare dei Popolari Europei- i rischi, passano pure, per articoli calunniosi, da taluni e minoritari soliti giornalisti asserviti, che sono da complemento a suddette azioni, le quali ricordano ‘le purghe staliniane’ (perciò incompatibili ed inconciliabili con i valori di libertà e di democrazia della UE), oppure ‘silenziando’ con insopportabile ed insolente censura, chi come il sottoscritto tenta pubblicamente di informare la pubblica opinione o chiede il rispetto della normativa vigente circa il diritto di replica e precisazione”.
“Certamente, su tale ultimo aspetto, talvolta si riesce e riesco (con immani difficoltà) a ‘bucare’ questa ‘barriera’, eppure persino ciò dovrebbe far meglio comprendere quanto il vero pericolo non risiede tra chi è legittimamente eletto -quindi sulla scorta del mandato elettorale e che ha tutto il diritto e financo il dovere di tentare una riforma del mondo giustizia, assieme al relativo suo rapporto con gli organi di informazione- ma, rischi e pericoli, si annidano tra coloro i quali avendone potere e disponibilità (cioè i magistrati) ‘mettono in musica il tintinnar di manette’ e sono ‘coadiuvati’ da pseudo organi di informazione compiacenti ed asserviti”.
“Qui da noi, cara Presidente, si assiste a conferenze stampa raccapriccianti, laddove ‘Procuratori d’assalto’, in virtù di ordinanze di custodia cautelare -dispensate troppo facilmente e troppo frequentemente, per poi concludersi nei processi con assoluzioni boatiche, circa le quali, gli inquirenti, allorquando si vedono sconfessati da sentenze, addebitano le proprie debacle alla normativa vigente e non al loro insipiente e stucchevole lavoro- dicevo, in Italia, quindi, durante le ora menzionate conferenze stampa in fase di indagini preliminari, si getta da subito e in sfregio alla presunzione di innocenza (sancita dalla Costituzione italiana) discredito ed infamia, su indagati, i quali potrebbero essere cittadini innocenti”.
“Il Governo Meloni prova a correggere questo, ma si grida al bavaglio fascista”
“Il tutto, si sta cercando da parte dell’attuale Governo Meloni di correggerlo, chiaramente con appositi interventi legislativi, eppure certuni giornalisti e la corporazione dei magistrati -influenzati dalla componente intransigente e neogiacobina, di entrambe le categorie (magistrati e giornalisti accomodanti, per l’appunto)- gridano allo scandalo e brandiscono ‘il bavaglio fascista’, mentre così non è. Semmai, suddette riforme in corso e messe sul binario legislativo, da parte dell’attuale maggioranza di centrodestra, rappresentano buon senso, misura, rispetto della dignità umana e ottemperanza ai dettami costituzionali, pur a fronte di modifiche della Costituzione, ma necessarie a garantire la vita civile dei cittadini, in un contesto di certezza del diritto e non di rischio dovuto al tentativo di ‘prevaricazione continua'”.
“E quest’ultima, ovvero la prevaricazione, è segnatamente attuata da alcune fazioni dei magistrati, sebbene con il silenzio, di chi, al loro ‘interna corporis’, non ne condivida l’azione ‘estremista’, ma tace o per ignavia o per quieto vivere. Ordunque, illustre Presidente, esiste un problema vero, poiché se nessuno lo dichiara apertamente -a parte, prevalentemente, il Centrodestra italiano e ciò lo fa da sempre- il problema è dimostrato esserci comunque, proprio in virtù che la metà del nostro popolo, attraverso la sua parte politica, ovvero sempre il Centrodestra- lo grida ai quattro venti e lo grida con evidenze autentiche e di ciò avrei voluto informarti, durante il fugace incontro a Bucarest, in occasione del nostro ultimo Congresso del PPE lo scorso Marzo. Eppure lo faccio ora, ufficialmente, in quanto il problema non è più rinviabile dall’essere preso in esame, ma esiste, concretamente, tanto più dimostrato, parimenti a quanto dicevo prima e se non altro dal fatto che almeno una parte dello specchio politico/parlamentare italiano -frutto della maggioranza degli elettori recatisi alle urne elettorali- lo incarna”.
“D’altronde, ogniqualvolta si cerca di mettere mano, ovvero di riformare la giustizia italiana, legalmente, attraverso l’ottemperanza agli strumenti vigenti ed in capo alle riconosciute funzioni politiche, la corporazione dei magistrati, lancia strumentali allarmi, destituiti di fondamento, poiché viene persino negato a qualsivoglia politico e cittadino, il diritto di critica, di espressione del libero pensiero, a fronte d insussistenti e non concrete critiche, di codesto ordine professionale”.
“Anzi, gli stessi magistrati, denunciano toni alti nei loro confronti, invitando tutti ad abbassarli, dimenticando lorsignori però che sono stati essi stessi i primi ad alzarli (e li hanno alzati parecchio), come quando un defunto Procuratore della Repubblica di Milano -precisamente Francesco Saverio Borrelli- diede, nel lontano 1994, tanto per palesare ancora la ragione di quanto scrivo, ripeto, il defunto Procuratore di Milano, diede dello sbronzo o dell’alcolista (cosa non vera, ovviamente), nientepopodimeno che all’ora Ministro della Giustizia del primo Governo Berlusconi, l’On. Alfredo Biondi”.
“Costui, cioè il compianto Alfredo Biondi, era tra l’altro riconosciuto universalmente quale magistrale avvocato, ma solo perché aveva inviato un’ispezione ministeriale presso gli Uffici Giudiziari di Milano, in ossequio alle funzioni attribuite ed assegnate al Ministro di Grazia e Giustizia ed iscritte in Costituzione, ma si attirò dalla categoria professionale magistraturale, una reprimenda pubblica, la quale a sua volta travolse l’intero Primo Governo Berlusconi, senza poter riuscire a far presente come tale atto messo in campo dal circuito mediatico/giudiziario, secondo molti -e tra essi me, che all’epoca ero Segretario Nazionale del Movimento Giovanile del Partito Popolare Italiano- rasentò tutto ciò una forma di insubordinazione se non di sovversione”.
“Già in quel tempo lontano, perciò, si voleva appurare una reale e consona amministrazione della giustizia, poiché, parimenti a come dichiarato giorno 6 Novembre 2024 (parliamo di pochi giorni addietro), l’attuale Ministro in carica, Sen. Carlo Nordio, ha pregato, alfine di evitare esondamenti dei magistrati in politica, un auspicabile ‘basso profilo polemico’, ribadendo a suddetta categoria di come proprio loro lo avrebbero alimentato, attraverso azioni e dichiarazioni a fomentare scontri e clima negativi conseguenti”.
“E ordunque, cara amica Presidente -e cari amici Presidenti, indirizzati in copia- un monitoraggio ufficiale, circa lo stato delle funzioni giurisprudenziali dei magistrati italiani, sarebbe bene pensare di farlo, da parte di tutte le istituzioni UE, perciò non solo con le legali iniziative che la normativa comunitaria assegna alla stessa Commissione da te presieduta o sulla scorta di quanto ha in delega il Commissario competente, bensì financo ipotizzando una Commissione di inchiesta Parlamentare ‘ad hoc’, poiché ribadisco, ogni mia parola scritta e le altre che scriverò a seguito, nel mentre mi avvio alla conclusione”.
“Difatti, ciò è ancora più dimostrato, dal semplice assunto, che fior di ex Premier italiani, uno dopo l’altro, sono stati oggetto di indagini persecutorie, le quali solo tre volte, e a fronte di discutibili interpretazioni, hanno portato a condanne, sebbene una vota assolutamente esiziale, cioè nel caso di Arnaldo Forlani (di cui sono stato discepolo e allievo politico e di cui testimonierò sempre la sua mirabile condotta pubblica, istituzionale e privata), mentre per Silvio Berlusconi e Bettino Craxi, molto dovremmo ancora dire, poiché, palesi furono gli interventi a loro avversi, utilizzando uso strumentale della giurisprudenza. Invece, assolti o archiviati furono Giulio Andreotti, Ciriaco De Mita, Matteo Renzi, assieme a Romano Prodi”.
Casi di soggetti “distrutti da inchieste”
“Purtuttavia, non sarebbe facile elencare la falcidia di tanti, noti e meno noti, distrutti da inchieste, le quali si sono poi rivelate quel poco che erano, quindi con accuse sciolte alla stregua della neve al sole, citando ad esempio un ex Deputato Europeo, defunto a causa di un conclamato male incurabile di chiara origine psicosomatica, cioè Enzo Tortora, oppure la colonna infame patita dagli ex Ministri Democristiani Calogero Mannino e Nicola Mancino o il politico Giampiero Samorì. Persino Prelati, Vescovi, Arcivescovi e Cardinali, tipo Michele Giordano, sono stati ingiustamente perseguiti, con furia neogiacobina, la cui barbarie veniva propinata a mezzo stampa, quasi si volesse consegnare lo scalpo ad una folla suggestionata e all’uopo aizzata da discutibili inquirenti”.
“Ed essi, i discutibili inquirenti, a loro volta furono financo irriguardosi delle stesse prerogative di alcuni Presidenti della Repubblica Italiana -nel nostro Paese, il Capo dello Stato presiede il Consiglio Superiore della Magistrstura- e difatti, il defunto ex Presidente Giorgio Napolitano, dovette sollevare un quesito ufficiale di interpretazione circa le e attribuzioni in merito ai propri poteri, proprio alla Corte Costituzionale, poiché gli furono registrate conversazioni telefoniche con un ex Ministro degli Interni, il quale era indagato in un procedimento assurdo -il succitato Nicola Mancino- che si concluse con un’assoluzione piena e nel dispositivo di sentenza, furono vergate parole di stigmatizzazione per le indagini svolte dai Procuratori”.
“Questi sono solo alcuni casi che ben rendono chiaro il clima in Italia, dove per altro, a fronte di ennesimi scandali recenti, la pubblica opinione, insomma noi cittadini, abbiamo appreso un’opera di plurimi dossieraggi illeciti -pure a carico dell’attuale Presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni- spesso compiuti da taluni componenti o ex componenti delle forze di polizia, persino in contatto con Servizi Segreti stranieri: basterebbe reperire tramite i motori di ricerca le notizie per averne idea ed ennesimo riscontro”.
“E in ogni modo, gli stessi magistrati, che indagano, spesso, per infondate ipotesi di reato, su chi pare a loro, hanno perseguito anche me medesimo, che a mia volta, vedendomi contestate ‘notitie criminis’ ovviamente false, per di più teoricamente compiute sul territorio libanese (laddove risiedo talvolta essendo coniugato con una cittadina di quest’ultimo Paese), hanno imbastito fuori di competenza territoriale, indagini, sulle quali l’Autorità Giudiziaria di Beirut, ha aperto un procedimento penale -in cui sono stato dichiarato parte lesa e testimone di sccusa- convocando ufficialmente e con notifiche ufficiali (che mi riservo di produrre), tramite corriere diplomatico e sulla scorta del Trattato Bilaterale tra i due Stati, ovvero Libano e Italia, i convenuti a giudizio, cioè anche alcuni Procuratori Italiani, i quali però non si sono mai presentati, anzi hanno addotto presunti cavilli di forma”.
“Ciò, quindi, ha palesato in nuce quanto siano proprio essi per primi a non rispettare leggi Sovranazionali e Accordi Giurisprudenziali Internazionali (allorquando, viceversa, per muovere avverso le determinazioni persino dell’attuale Governo in carica, si rivolgono -speciosamente?- financo alla Corte di Giustizia UE). Forse ha proprio ragione la Cavaliere del Lavoro Dottoressa Marina Berlusconi, figlia del defunto Silvio Berlusconi, nel mentre dice e sostiene che taluni magistrati “sono contro il nostro Paese”, per cui, non posso più tacere, ben sapendo i rischi di ‘illegalità ritorsiva’ a cui potrei andare incontro e che potrebbero consistere con nuove, nonché ingiuste, indagini, oppure articoli calunniosi di solita stampa di soliti giornalisti compiacenti -che menzionavo in incipit epigrafica- e persino mendaci dossier, anche essi illegali”.
“Ribadisco perciò la giusta richiesta di attiva vigilanza democratica, non solo per me, ma per la situazione in corso, poiché l’Italia rimane pur sempre un Paese dell’Unione e persino fondatore della medesima. Mi scuso, in chiosa, se mi sono dilungato mio malgrado oltremodo, epperò si doveva circostanziare, sebbene sommariamente, le questioni reali e cogenti, confidando di vedermi compreso, a fronte di questo concreto allarme, dal sottoscritto lanciato, con onestà e coraggio, mosso solo da sentimenti autentici di libertà, i quali sono alla base della UE, fondata da De Gasperi, Adenauer, Schumann, Segni e Spaak, poi proseguita con Moro, Khol, Mitterand, Giscard d’Estaing, Martens, Andreotti, Craxi, Gonzales, Soares, Merkel e Chirac, tanto per ricordare qualcuno dei nostri ‘grandi'”, si chiude la lettera.