“Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli“, il libro del milanese Marco Termenana, edizioni CSA, giugno 2021, è tra i finalisti per la narrativa edita del Premio letterario “Leucopetra 2024”. I nomi dei vincitori e la loro posizione in classifica si conosceranno sabato 28 settembre, durante la cerimonia di premiazione alle h. 18 presso la sala convegni del ristorante “Al Faro”, in via lungomare Cicerone – Lazzaro di Motta San Giovanni.
La competizione, organizzata dall’”Associazione Eureka ODV”, è alla seconda edizione, e ha ospitato tre sezioni: opere edite a tema libero, opere di narrativa inedita e poesia in vernacolo calabrese. L’Associazione nasce con lo scopo di promuovere e tutelare la qualità della vita della collettività e della dignità di ogni individuo attraverso la realizzazione di progetti mirati alla crescita sociale e culturale del territorio. Ciò avviene appunto anche attraverso attività come quelle di questo premio letterario.
L’autore invece. Con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato “Giuseppe”. I romanzi sono ispirati al suicidio di Giuseppe, il primo dei tre figli, quando in una notte di marzo 2014 apre la finestra della sua camera, all’ottavo piano di un palazzo a Milano, e si lancia nel vuoto. Con lucidità impressionante e senza mai cadere nella retorica, la storia racconta il (mal) vivere di chi si è sentito sin dall’adolescenza intrappolato nel proprio corpo: la storia di Giuseppe è infatti anche la storia di Noemi, alter ego femminile, che assume contorni definiti nella vita dei genitori solo nel momento in cui si toglie la vita.
Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche di mortale isolamento, al secolo hikikomori. Ricordiamo che hikikomori è un termine giapponese e letteralmente significa “stare in disparte”: in sostanza, si tratta di una malattia mentale consistente nella scelta di rifuggire dalla vita sociale e familiare e colpisce soprattutto i ragazzi giovani.
“Mio figlio”
“Mio figlio”, da luglio 2021 ad oggi, con quello di questa sera, ha ricevuto sessanta riconoscimenti letterari in tutta Italia. La data del riconoscimento di questa volta, però, scherzi del destino, coincide con un evento particolare: il 66simo compleanno dell’autore. Non solo. Il libro è stato opzionato (la verifica dello studio di fattibilità per tradurre il testo in pellicola, n. d. r.) dalla società di produzione cinematografica Zoorama srl di Roma e proprio la settimana prossima viene presentato al Ministero della Cultura per un contributo.
Le parole dell’autore
Questo il pensiero di Marco Termenana: “innanzitutto, vivo a Milano da circa 42 anni, ma appartengono ad una famiglia meridionale. Sono di Salerno. Ho scritto solo per ritrovare Giuseppe perché il dolore era (ed è) atroce e non si sopravvive senza un adeguato meccanismo compensativo, che ho trovato appunto nella scrittura. Perché quello che ho scritto piace? La mia disperazione viene sempre scambiata per coraggio o per incoscienza, ma, sta di fatto, che sono solo un “testimone oculare involontario” e il mio raccontare le cose in modo schietto e verace, da quello che ho capito, aiuta a riflettere e a sviluppare un’azione di autodiagnosi. Figli, genitori, docenti, dirigenti scolastici, psicologi, educatori in senso lato. Anche i nonni, visti i rapporti tra Giuseppe e la nonna materna teneramente narrati. Certo, se con la mia testimonianza posso portare valore aggiunto anche per una sola persona, sono contento e così avrò, di fatto, dato anche senso alla stupida ed inutile morte di mio figlio”.