Tindari, una località mitologica ricca di misteri

Tra le tante meraviglie che ha la Sicilia, c’è un luogo meno conosciuto di altri, ma non per questo meno affascinante e in grado di conquistare gli occhi e i cuori di chi lo visita

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Parliamo di Tindari, piccola e pittoresca cittadina che ha recentemente ottenuto un risalto nazionale e internazionale per essere stata descritta nei romanzi di Andrea Camilleri ed esser divenuta set cinematografico per la fiction del Commissario Montalbano.

Situata in provincia di Messina, frazione del comune di Patti, è una vera perla del Mediterraneo e, come tale, merita di essere scoperta in tutte le sue luminose sfaccettature. Proviamo a illustrare di seguito le principali.

La zona archeologica

Uno dei luoghi imperdibili di Tindari è certamente rappresentato dalla sua zona archeologica, un vero e proprio museo a cielo aperto, collocato a circa 400 metri dal centro storico e facilmente raggiungibile e visitabile a piedi. Immergersi all’interno di tale area significa compiere un vero e proprio viaggio indietro nel tempo, ammirando le sue strade romane, il resto di alcuni templi, il Teatro greco.

Proprio sul Teatro greco si possono probabilmente spendere le parole più entusiaste. Risalente alla fine del IV e successivamente ristrutturato, è un luogo incantevole, straordinariamente efficiente sotto il profilo dell’ingegneria acustica e anche per questo motivo in grado di ospitare un ricco calendario di spettacoli di musica, danza e teatro. A fare il resto è il suo panorama: gli spettatori che ammirano quanto avviene sul palco, possono anche osservare la bellezza del promontorio e del mare sottostante.

Il santuario della Madonna Nera

Al termine della visita alla zona archeologica non si può non compiere un viaggio nella parte alta del territorio: sulla sommità del promontorio sorge infatti la Basilica della Madonna Nera, un santuario che custodisce la preziosa statua in legno di centro (il cui colore determina la particolarità di questo reperto), ad oggi molto venerata dai credenti.

Stando a quanto suggeriscono le tradizioni locali, la Madonna Nera sarebbe giunta a Tindari nel corso dell’VIII secolo d.C., trasportata su una nave di ritorno dall’Oriente, che la celava nella stiva.

Purtroppo la nave, mentre navigava al largo della costa siciliana, si imbatté in un’improvvisa tempesta che minacciò di farla naufragare. Per evitare il peggio l’imbarcazione trovò rifugio a Tindari.

Al momento della ripartenza, però, l’imbarcazione sembrava essersi fatta troppo pesante per salpare. I marinai cercarono dunque di alleggerire il carico ma niente sembrava migliorare la situazione: tutte le volte che i marinai levavano oggetti della nave, il peso non sembrava diminuire. Solamente dopo aver lasciato a terra la statua della Madonna, l’imbarcazione riuscì a riprendere il largo.

Oggi la Madonna è celebrata con una festa in calendario il 7 settembre di ogni anno.

Come parte dei reperti religiosi più antichi, peraltro, anche su questa statua aleggiano numerosi miti: tra di essi, il fatto che sia scampata a diverse vicissitudini che l’hanno resa testimone dei secoli, dall’epoca bizantina ad oggi.

Terminata la visita al Santuario, poco sotto si possono ammirare i laghetti di Marinello, formazioni dalle dimensioni molto diverse a seconda dell’influenza delle maree: habitat unico nel suo genere per tutta la zona, dispone anche della grotta di Donna Villa, con le sue tipiche stalattiti e stalagmiti.

La grotta di Donna Villa

Tra le manifestazioni naturali più emblematiche di Tindari dobbiamo dunque dedicare qualche riga proprio alla grotta di Donna Villa, ammirabile nel costone di roccia sovrastante.

Come tutto ciò che riguarda questo straordinario scorcio di Sicilia, anche sulla grotta si aggirano diversi miti. Tra i più antichi e diffusi vi è il fatto che i buchi al suo interno sarebbero il segno delle dita di una maga divoratrice di marinari, che quando non riusciva a soddisfare il proprio terrificante appetito, sfogava la propria frustrazione sulle pareti della stessa grotta.

Il mare di Tindari

Oltre a quanto sopra è evidente come uno dei principali motivi per cui Tindari è una località così gettonata e visitata sia costituita dal suo incantevole mare, a contatto di spiagge sabbiose che invitano al relax.

Sotto il promontorio di cui abbiamo parlato qualche riga fa si estende ad esempio la Laguna di Oliveri, o Laguna di Tindari, una striscia sabbiosa che è oggi riserva naturalistica per il suo ambiente salmastro. Qui, i turisti non possono che rimanere ammirati dallo straordinario scenario che si è formato nel corso delle epoche, divenendo meta ambita per chi si reca alla spiaggia di Marinello.

A proposito: la leggenda narra che questa striscia di terra si sia formata per volontà della Vergine al fine di salvare una bambina, caduta dal promontorio del santuario. Un affascinante motivo in più per non rimanere impassibili dinanzi alle emozioni che questo angolo di Sicilia può regalare a tutte le persone che avranno la fortuna di soffermarsi per qualche istante sul suo suolo.

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