La storia ci racconta di fenomeni imprevedibili come terremoti, alluvioni, frane che accadono oggi e che accadevano anche nel passato. Ma la scienza ci insegna che è possibile arginarne gli effetti e limitare al minimo i danni. In questa prospettiva, il Parco archeologico di Sibari già lo scorso ottobre aveva partecipato alla quinta edizione della Settimana Nazionale della Protezione Civile con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sui temi di protezione civile per un approccio consapevole al territorio che tenga conto anche delle nuove sfide globali poste dai cambiamenti climatici, argomento diventato – purtroppo – di stretta attualità a causa delle catastrofi naturali di cui puntualmente si sente parlare dai media.
Un impegno, poi, continuato con l’organizzazione di un convegno sul tema “La salvaguardia dei beni culturali in emergenze di protezione civile. Attori, attività, esperienze, prospettive e sviluppi” e con lo sviluppo di un progetto che si è articolato secondo due direttrici principali che hanno previsto sia una serie di laboratori didattici rivolti alle scuole medie e superiori e sia una serie di eventi di formazione per i volontari.
Parallelamente, ancora, si è tenuto presso i musei calabresi un corso di formazione per volontari le cui attività sono terminate nei giorni scorsi con un’esercitazione pratica che ha coinvolto il personale di tutti gli uffici del Ministero della cultura della nostra Regione, volontari e funzionari della Protezione civile, e che si è svolta presso il Parco archeologico di Sibari.
Sono stati sperimentati diversi scenari di rischio e simulate differenti emergenze ad affrontare le quali il personale ed i volontari sono stati addestrati. Ci sono state prove pratiche di evacuazione delle aree archeologiche e del museo, di messa in sicurezza dei reperti e dell’allestimento museale ed è stato allestito un campo provvisorio della Protezione Civile presso il museo con tanto di mensa per gli operatori gestita dalle Misericordia d’Italia.
All’esercitazione, che ha permesso così di passare dalla formazione alla pratica, hanno partecipato circa 150 tra volontari, operatori, tecnici e funzionari. “Come ben sapete – ha commentato il direttore Filippo Demma – vista la tragedia subìta dal nostro Parco nel 2013 quando, a causa del cedimento di uno degli argini del Crati, le nostre aree archeologiche finirono sotto l’acqua e il fango rischiando di sparire per sempre, per noi il tema è e sarà sempre di stretta attualità. La conoscenza e prevenzione del rischio, in situazioni di fragilità come quella che caratterizza il nostro territorio, sono l’unica alternativa praticabile per minimizzare gli effetti di quello che non riusciamo ad evitare”.
Le attività sono state promosse dal Parco archeologico di Sibari – istituto autonomo che afferisce al Ministero della Cultura guidato dal Ministro Gennaro Sangiuliano – in collaborazione con il Segretariato regionale Calabria del MiC, il Servizio nazionale della Protezione civile della Presidenza del Consiglio e il Dipartimento della Protezione civile della Regione Calabria.