La sentenza Falcomatà stravolge la politica calabrese: come cambiano i consigli di Comune, Metrocity e Regione, addio a tanti big | NOMI

La sentenza della Cassazione che annulla le condanne del processo Miramare rivoluziona i consigli Comunale e Metropolitano di Reggio Calabria e determina un cambiamento anche a Palazzo Campanella. Tutti i nomi

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La sentenza con cui la Corte di Cassazione questa sera ha annullato le condanne di tutti gli imputati del processo Miramare, che coinvolgeva il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e un gran numero di esponenti della sua Amministrazione comunale, andrà nelle prossime ore a rivoluzionare gli assetti politici delle principali istituzioni democratiche della Calabria con un vero e proprio sconvolgimento in Consiglio Comunale e in Consiglio Metropolitano a Reggio, e un cambiamento anche in Consiglio Regionale.

Oltre a Falcomatà, infatti, torneranno al loro posto dov’erano stati democraticamente eletti ben quattro consiglieri comunali, tre consiglieri metropolitani e un consigliere regionale. Al Comune e alla Città Metropolitana ci sono big eccellenti che dovranno dire addio al loro scranno conquistato provvisoriamente in sostituzione degli eletti, ma soprattutto ci saranno importanti novità nelle composizioni degli assetti politici in quanto buona parte dei consiglieri che rientrano – nel corso di questi anni – hanno abbandonato Falcomatà passando all’opposizione. Andiamo con ordine.

Cosa cambierà in Consiglio Comunale

Al Comune di Reggio Calabria rientreranno quattro consiglieri eletti nel 2020: si tratta di Giuseppe MarinoArmando NeriNino Zimbalatti e Saverio Anghelone. Tutti importanti esponenti storici del Centrosinistra di Falcomatà, addirittura due (Neri e Anghelone) già vice Sindaci di Falcomatà. Eppure oggi soltanto Marino è rimasto nel Pd: gli altri tre sono passati tutti all’opposizione. Armando Neri addirittura nella Lega, Anghelone era passato con il Centrodestra già prima delle ultime elezioni comunali dov’era stato eletto nella lista “Cambiamo con Toti” mentre Zimbalatti ha sposato il progetto civico del noto imprenditore Eduardo Lamberti-Castronuovo.

I quattro consiglieri comunali rientreranno a Palazzo San Giorgio prendendo il posto di chi li aveva sostituiti provvisoriamente: Gianluca Califano, noto per lo scandalo della Reggina, Antonio RuvoloTeresa Pensabene Lavinia Marino. Dettaglio non di poco conto, tutti e quattro i sostituti facevano parte integrante della maggioranza di Centrosinistra, che da domani in un colpo solo perderà quindi altri tre tasselli dopo aver già perduto nel corso della consiliatura Mario Cardia e Nino Castorina. Siamo pronti a scommettere che a maggior ragione in un contesto così tormentato, nessuno farà cadere il consiglio comunale ma di certo c’è che la maggioranza per approvare qualsiasi provvedimento dovrà chiedere aiuto all’opposizione e quindi concedere spazi di manovra politica anche al di fuori dalla coalizione di Centrosinistra.

Cosa cambierà in Consiglio Metropolitano

Ancor più delicata è la situazione del Consiglio Metropolitano, dove il numero dei consiglieri è inferiore e quindi basta poco per cambiare gli equilibri. Anche qui rientrano Armando Neri e Nino Zimbalatti, ormai passati all’opposizione, e Giuseppe Marino. Prenderanno il posto, rispettivamente, di Giuseppe Giordano, Giuseppe Sera e Gianni Latella, tre big del Centrosinistra grandi protagonisti fino ad oggi del “secondo tempo” di Falcomatà e dei suoi facenti funzione. Anche qui la maggioranza ne esce molto indebolita, con due consiglieri in meno su cui poter contare e tra l’altro senza tre uomini di peso come sono stati fino ad oggi appunto Latella, Sera e Giordano.

Cosa cambierà in Consiglio Regionale

Infine, in Consiglio Regionale torna Giovanni Muraca che fino ad oggi è stato sostituito da Antonio Billari: entrambi del Pd ed entrambi all’opposizione, di fatto per Occhiuto e l’Amministrazione Regionale che è di Centrodestra non cambierà nulla. L’unica novità, oltre le due persone coinvolte, riguarda il peso dei ruoli istituzionali all’interno delle differenti correnti del Partito Democratico.

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