Gianni Latella a StrettoWeb: “sulla Fenice non ero d’accordo, Bandecchi voleva portare la Reggina in serie A. Vi racconto tutto”

Intervista a Gianni Latella, consigliere delegato allo sport per Comune e Città Metropolitana: ha coinvolto Bandecchi nel progetto per la Reggina e non ha condiviso la scelta del Sindaco Brunetti, "che se ne è assunto tutta la responsabilità"

StrettoWeb

E’ la sera di venerdì 8 settembre, siamo nel salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio ed è appena finita la conferenza stampa in cui Brunetti ha annunciato di aver dato la Reggina alla Fenice di Catania. Noi siamo stati molto duri con le nostre domande che hanno messo in difficoltà il sindaco e il consigliere delegato allo sport, Gianni Latella. Appena finisce la conferenza stampa proprio Latella ci viene incontro per stringerci la mano, “direttore, le vorrei parlare”.

Ci confrontiamo nel bel mezzo del salone circondati da altri colleghi, tifosi, curiosi, impiegati. Nulla di segreto, quindi. “Direttore, con tutto il rispetto per il suo lavoro che apprezzo molto, ma perchè continua a etichettarmi sempre come quello di ‘Ti mangiu u cori’? Sono passati quattro anni, i miei figli mi chiedono perchè mi dipinge così. E poi anche il governo Melone, il piano Marsel, a tutti capita di sbagliare una parola e poi sapete in quel momento che c’era in aula? C’era quello che mi parlava dietro, di fronte avevo Brunetti che mi rideva in faccia, e così poi ho sbagliato, ma non è così grave…” . Spieghiamo il nostro approccio, rivolto esclusivamente al personaggio pubblico e mai all’aspetto umano, e dopo cinque minuti con il consigliere Gianni Latella già ci stiamo dando del tu: abbiamo subito apprezzato i suoi modi di fare cortesi e la sua genuinità. “Direttore, ha visto durante la conferenza? Io le stavo rispondendo, io le stavo dicendo tutto, ma loro mi volevano togliere il microfono. Lo ha visto?”. Effettivamente abbiamo guardato il video, dopo queste parole fa tutto un altro effetto.

Gianni Latella ci stava rispondendo e ci ha risposto mentre Brunetti e l’addetto stampa volevano togliergli il microfono in più occasioni. Il Sindaco si metteva le mani ai capelli, nascondeva il volto. Mentre Gianni Latella stava raccontando con genuinità come erano andate le cose. Non erano affatto suoi amici quelli della Fenice, anzi. Lui si era battuto per dare alla Reggina un futuro glorioso, aveva lavorato per portare investitori importanti e non ha condiviso la scelta del Sindaco perchè avrebbe preferito Bandecchi, che aveva coinvolto personalmente e con cui ha un legame speciale. Che oggi racconta alla città tramite StrettoWeb.

Come nasce il tuo rapporto con Stefano Bandecchi?

Un paio di mesi fa, era ancora luglio, ed ero curioso di conoscere un personaggio così importante che da anni aveva dimostrato una simpatia particolare per la Reggina e per Reggio Calabria. Stiamo parlando di un imprenditore di altissimo livello, certamente anche un po’ sui generis ma tutti siamo un po’ sui generis e forse questo mi incuriosiva ancora di più, ma Bandecchi è prima di tutto una persona perbene come dimostra la sua storia di uomo di cultura. Ha creato una grande università di rilievo internazionale, conosce molto bene il mondo del calcio dove ha fatto investimenti importanti e adesso è diventato Sindaco di una città come Terni. Così l’ho voluto conoscere, inizialmente ci siamo sentiti telefonicamente ma non abbiamo parlato subito della Reggina”.

Vi siete incontrati personalmente?

Sì, dopo un po’ di tempo sono andato a trovarlo all’Unicusano per la questione dell’Università. La mia attività politica mi spingeva a cercare investitori per la Dante Alighieri che come sappiamo tutti ha una situazione di difficoltà. Io penso che i privati possano essere la soluzione migliore, se fanno degli investimenti ben indirizzati dalle istituzioni locali con dei paletti ben precisi: se l’ateneo rimane a Reggio, se le lezioni rimangono in presenza, se arriva un alto numero di studenti stranieri, che c’è di male a dare l’Università per Stranieri ad un privato che vuole investire? A maggior ragione considerando che già oggi l’Università è già privata, ma non funziona. Che arrivino investitori a portare denaro e indotto nella nostra città non ci vedo nulla di male. La Dante Alighieri è una grande risorsa per Reggio Calabria ma prima di essere tutelata deve avere uno sviluppo importante, per tornare quel polo di cultura internazionale che era un tempo, altrimenti è destinata a morire”.

E questo come si concilia con la Reggina?

Nelle conversazioni avute con Bandecchi lui mi ha raccontato la sua attività con la Ternana e il fatto che avesse lasciato per una questione di opportunità quando è diventato Sindaco, e mi parlava sempre della Reggina e di questo suo sentimento positivo nei confronti della nostra tifoseria e della nostra città. Io ho sempre apprezzato il suo comportamento del 2020, quando nel campionato sospeso per il Covid si è schierato dalla parte della Reggina per riconoscerle il diritto di essere promossa in serie B come aveva conquistato sul campo prima che il campionato si fermasse per il lockdown”.

Quindi già a luglio parlavate di Università e di Reggina.

Sì, ma di Reggina solo per chiacchierare. Ormai era nato un rapporto di amicizia e quindi come due amici possono parlare di calcio, noi parlavamo dello sport e della Reggina in un contesto in cui invece eravamo concentrati sui possibili investimenti per l’Università”.

E poi quando i discorsi sulla Reggina sono diventati qualcosa di più?

Molto più tardi. Dopo la sentenza del TAR, a inizio agosto, lui mi diceva – sempre parlando come si parla tra amici – di stimolare gli imprenditori locali per creare una società sana e nuova che ripartisse dalla serie D, perchè da osservatore, da intenditore del mondo del calcio e anche da simpatizzante per la Reggina, aveva capito non c’era alcuna speranza di essere riammessi in serie B. E in modo completamente disinteressato, mi consigliava di farmi promotore di un coinvolgimento degli imprenditori locali. Nessuno pensava di coinvolgere lui, anzi, ho proprio seguito il suo consiglio”.

E cosa hai fatto?

Ho messo in contatto Myenergy, gli imprenditori tifosissimi della Reggina di cui su StrettoWeb avete sempre parlato nel modo più corretto, con la Camera di Commercio e l’Associazione degli Industriali. Ci tengo molto a ringraziare Simone Foti e Antonio Praticò, ormai a tutti noto come Totò di Saline: Myenergy è un’azienda molto importante di persone perbene innamorate di Reggio e della Reggina. Avevano voglia di investire nella città e nello sport, così ho provato a metterli in contatto con gli imprenditori locali”.

Però non sono riusciti a fare un gruppo autonomo.

Questa è la triste verità. Gli imprenditori reggini non sono riusciti a mettersi d’accordo, a presentare un’offerta. E così siamo arrivati a mercoledì 6 settembre, quando mancano 15 ore alla scadenza della manifestazione di interesse per la Reggina e non c’era ancora nessuna domanda. In quel momento mi sono seriamente preoccupato che il bando andasse deserto e allora ho fatto quella che per me era rimasta l’unica soluzione, l’ultima spiaggia per salvare la Reggina”.

E cioè?

Ho chiamato Stefano Bandecchi“.

Lo hai chiamato tu?

Sì certo, l’ho chiamato io di persona. Eravamo amici, ci sentivamo assiduamente da tempo. Era l’unica soluzione che avevo in mano per evitare che il bando andasse deserto”.

Quindi Bandecchi l’ha chiamato il consigliere delegato allo sport del Comune?

Sì, per questo mi è molto dispiaciuto quello che è successo dopo. Anche perchè Bandecchi non ci ha pensato due volte: mi ha dato subito la sua disponibilità. Non era scontato, non era dovuto e per questo lo voglio ringraziare molto anche pubblicamente, come ho già fatto in privato, ribadendo che io davvero ero preoccupato che il bando andasse deserto e che per la Reggina non si sarebbe presentato nessuno”.

Quindi quando Bandecchi dice che è stato preso in giro, che il Comune ha fatto una brutta figura, non sta affatto dicendo bugie.

No, Bandecchi non dice bugie. Infatti io l’ho chiamato e gli ho chiesto scusa. Io ho agito da consigliere delegato allo sport, ma poi la scelta era del Sindaco”.

Anche perchè la domanda della Fenice è arrivata mercoledì in tarda sera, dopo che avevi coinvolto Bandecchi.

Sì, non so a che ora è arrivata esattamente, io non è che controllavo personalmente la pec del Comune, ma quando ho chiamato Bandecchi il giorno prima della scadenza del bando, sapevo che ancora non era arrivata neanche una domanda e che gli imprenditori reggini erano in difficoltà e non si sarebbero presentati. Quindi temevo fortemente che il bando andasse deserto e il calcio a Reggio scomparisse”.

Poi, però, Bandecchi si è presentato proprio con gli imprenditori reggini.

Sì, Bandecchi si è detto disponibile ma mi ha chiesto di non essere da solo. Voleva un gruppo di imprenditori di Reggio, anche per essere coinvolto nel territorio. E per me era un assist molto importante, perchè dava la garanzia di non lasciare mai in alcun caso la Reggina da sola anche in futuro”.

Ti riferisci alle dichiarazioni di Bandecchi che avrebbe portato la Reggina in serie C e poi sarebbe andato via?

No, mi riferisco a chi ha preso sul serio quelle dichiarazioni. So per certo che Bandecchi non sarebbe andato via dopo un anno e dopo la serie C. Aveva grandi progetti per la Reggina. Lui è uno che vuole sempre mettersi in discussione, vuole sempre essere coinvolto e stimolare interessi e attenzioni, ma la sua vera volontà era quella di portare la Reggina a livelli altissimi. Mi aveva detto che voleva arrivare in serie A in tre anni. Forse non è ancora chiaro del tipo di personaggio che parliamo: un imprenditore straordinario, che ha un’università anche a Londra, che ha creato il colosso Unicusano, che conosce molto bene il mondo del calcio, ha portato la Ternana in serie B e poi l’ha ceduta senza lasciare un euro di debito, poi è diventato Sindaco, adesso ambisce a fare addirittura il Presidente del Consiglio”.

Per lui la Reggina poteva essere quello che è stato il Milan per Berlusconi?

Beh, possiamo dire di sì. Reggio Calabria ha una passione diversa da Terni, è più calorosa, ma anche come città è più importante, è una delle 10 Città Metropolitane d’Italia, nel calcio ha una tradizione di nove anni di serie A, quindi per lui poteva essere una vetrina molto importante. Ha certamente un carattere forte, a volte va su di giri, ma è una persona perbene al di là del modo di fare, ha sempre avuto grande successo e ha grandi ambizioni. Non è l’ultimo arrivato. Lo voglio ringraziare davvero molto per come si è comportato, per la disponibilità che ha dimostrato nei confronti della nostra città, e sono contento che con me sia rimasto un legame particolarmente stretto”.

Torniamo un attimo indietro: Bandecchi presenta la domanda e tu ti tranquillizzi che il bando non andrà deserto.

In realtà la domanda la presentano gli imprenditori reggini, i ragazzi della cooperativa che avevano preso il 10% e che sono andati dal notaio, hanno fatto un lavoro straordinario contribuendo con un cuore enorme a questo progetto. Sono stati grandiosi, hanno dimostrato un interesse fuori dal comune per la Reggina e per l’impegno civico nei confronti della città. Bandecchi aveva messo a disposizione i 400 mila euro liquidi immediati, ma immediati intendo che in cinque minuti quando l’ho chiamato ha fatto l’assegno… e a questa iniziativa hanno partecipato Myenergy e gli altri reggini. Ero contento di aver contribuito a creare qualcosa di solido, importante e legato al territorio per il futuro della città”.

E invece c’era anche la domanda della Fenice.

Io non ne sapevo nulla, neanche li conoscevo”.

E così vi siete riuniti con il Sindaco per decidere.

In realtà ci siamo riuniti perchè Brunetti ha voluto coinvolgere Condipodero del CONI e i commercialisti per avere un parere, ma noi non è che avevamo una grande voce in capitolo. Sapevamo che la scelta era una prerogativa del Sindaco, in modo autonomo”.

Ma immagino che tutti vi sarete espressi, quantomeno avrete detto la vostra opinione…

C’è stato un disaccordo, non lo posso negare. Lo avete già scritto tutti in quei giorni, l’ho detto anche in conferenza stampa”.

Avresti preferito Bandecchi?

Io conosco bene il calcio, sono consapevole che per fare calcio servono tanti, tantissimi, davvero tantissimi soldi. Conosco l’esperienza di Bandecchi, non conoscevo Ballarino, ho evidenziato l’enorme differenza di fatturato ma poi…”.

Poi?

Ormai è andata così, c’è poco da rimuginare. Anzi, vorrei ringraziare anche Ballarino che comunque ha dimostrato un interesse. Io ho fatto il mio lavoro, che era quello di portare investitori e dare al Sindaco la possibilità di scegliere. Poi ha scelto lui, e come ha detto rispondendo alle vostre domande, se ne assume tutta la responsabilità”.

A tal proposito, la Fenice non ha iniziato col piede giusto.

Ormai dobbiamo collaborare con loro, dare il massimo per metterli nelle condizioni di esprimere tutto ciò che possono fare. Lo abbiamo già dimostrato come istituzioni per la gestione del Centro Sportivo Sant’Agata, dove ci siamo prodigati con grande velocità e prontezza a risolvere ogni problema per metterli nelle condizioni di lavorare subito”.

Non ti rimane un po’ di rabbia per quello che poteva essere la Reggina con l’altro gruppo?

Io come amministratore di questa città con delega allo sport ho fatto il mio dovere e ho la coscienza a posto. Ho cercato investitori seri per creare le condizioni affinché società importanti possano avere una guida che possa di nuovo dare lustro allo sport reggino e a Reggio Calabria e li ho messi sul tavolo di chi doveva decidere”.

Intanto Myenergy ha investito nella Viola.

E’ una cosa molto bella, sono contento. Siamo riusciti a coinvolgerli in città e stanno dando un contributo importante. La Viola è l’altra società che, con la Reggina, ha fatto la storia dello sport di Reggio Calabria. Ringrazio Simone Foti e Antonio Praticò per aver accolto positivamente il mio invito a dare una mano alla Viola, prima come Main Sponsor e poi – se ci saranno le condizioni come io auspico – anche come nuovi proprietari della Viola per dare una guida solida e importante alla società neroarancio”.

Il progetto di Myenergy per la Reggina si può replicare nella Viola?

Era un progetto davvero molto importante, un investimento atipico ma dai risultati straordinari. Portava un asset mai visto prima in una società sportiva, poteva garantire un futuro di successi straordinari. Certamente può partire con la Viola dandole un futuro adeguato alla sua storia”.

Ci sono altre novità per lo sport reggino?

Entro due mesi completeremo la riqualificazione del Pianeta Viola, ne vado particolarmente orgoglioso. In questa città abbiamo avuto uomini molto lungimiranti che nello sport hanno precorso i tempi: se la Reggina e la Viola avevano strutture importanti per il settore giovanile già 40 anni fa, quando a livello nazionale era una prerogativa di pochissimi, significa che a Reggio abbiamo avuto persone straordinarie. Penso a Lillo Foti per la Reggina e a Gianni Scambia per la Viola. La mia ambizione è che torni quell’entusiasmo: questa città ha bisogno di investimenti da parte di imprenditori solidi, solo così possiamo ritrovare la speranza che i nostri figli possano rimanere nella nostra città ed avere opportunità per realizzarsi”.

A proposito di figli, mi permetti un’ultima domanda?

Certo, dimmi pure”.

Qualcuno ha storto il naso perchè nell’organico della Fenice oltre al nipote di Brunetti c’è anche tuo figlio…

Ma mio figlio è nella Reggina da 14 anni, per lui parla la sua storia. E’ entrato nel 2009, quando aveva cinque anni, e non è mai andato via. Ha fatto tutta la trafila del settore giovanile, l’anno scorso ha giocato nella Primavera. Io ero semplice cittadino senza alcun incarico pubblico e in ogni caso sia prima che dopo non ho mai messo bocca, non ho mai detto nulla. Mio figlio fa il suo percorso, se deve giocare gioca, se deve stare in panchina sta in panchina, se deve essere convocato viene convocato, se non viene convocato come domenica sta a casa. Non deve avere alcun privilegio per essere mio figlio ma neanche penalizzazioni per questo. Fino a maggio ha giocato nella Primavera, poi è rimasto bloccato fino ai primi di settembre senza sapere cosa fare, adesso loro hanno deciso che rimanesse, io neanche li conosco e non ci ho mai messo bocca. Mio figlio farà il suo percorso in modo autonomo e indipendente”.

Reggina, le domande di StrettoWeb e le risposte di Latella e Brunetti (video integrale)
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