Vittorio Sgarbi si candida fra i papabili a ricoprire il ruolo di ministro dei Beni Culturali
“Di certo non sto qui a dire che non farei il ministro. Ma sono talmente modesto che non voglio la cultura, mi basta il patrimonio“. Non si nasconde Vittorio Sgarbi che, ai microfoni dell’Ansa, annuncia la propria volontà di annoverarsi fra i papabili al ruolo di ministro dei Beni Culturali. “Ho fatto tutto quello che ho fatto dal ’92 in poi per poter fare un giorno il ministro dei beni culturali. Vediamo chi sono i candidati. Speriamo che avvenga perchè ho fatto questo tutta la vita – ha dichiarato a Roma, durante la presentazione della mostra “io, Canova. Genio Europeo, sottolineando la necessità di – avere due ministri, uno della cultura, magari un grande filosofo se ci fosse in Italia, e uno dei beni culturali. Spero che su questo Giorgia Meloni mi ascolti. Massima attenzione sulla tutela dei beni e del paesaggio: qui si deve distinguere il prossimo ministero“.
“E’ stato triste vedere che Franceschini abbia in qualche modo portato indietro la riforma di Spadolini scegliendo di chiamare il suo ministero della cultura e non dei beni culturali. Ma questo non è il ministero delle idee, bensì delle cose. La cultura comprende tutto, spero che invece la premier ritorni ai beni culturali“, ha aggiunto.
In conclusione, Sgarbi ha commentato la mancata rielezione all’uninominale per il Senato a Bologna: “sapendolo, non sarei neanche andato. Ho sopravvalutato il concetto di uninominale, Sgarbi contro Casini. Lì c’era un candidato senza nessun partito, perchè io ero completamente solo, e un partito senza candidato, perchè non si può dire che Casini sia un candidato del PD – ha proseguito aggiungendo – Ho fatto una campagna elettorale divertente. Ho vinto tutti i paesi ma ho perso Bologna. Casini ha vinto Bologna e Imola. Quando ho visto che mi aveva superato mi è scocciato. Evidentemente a Bologna hanno voluto votare PD a prescindere. Ma l’aver perso mi ha dato una condizione nuova, sono tornato a essere un tecnico“.