“La lotta alla mafia non funziona in certi contesti perché non basta la repressione, serve anche la ricostruzione”, ha spiegato l’ex candidato sindaco di Reggio Calabria
“La ‘ndrangheta non spara più, ma compra tutto”, è questa l’ormai celebre frase del procuratore Nicola Gratteri ed è da questo concetto che questa mattina, ai microfoni di Buongiorno Regione, è partito Klaus Davi nel corso del suo intervento: “la politica non solo calabrese, ma anche italiana, e basta pensare alla Lombardia è fortemente condizionata dalle varie mafie. Da lì si è scatenata la polemica di Corrado Augias, questo perché c’è un continuo dialogo con le classi dirigenti. In Calabria è molto evidente, soprattutto riferendoci al Consiglio regionale dove ci sono diversi indagati e arrestati. Certo, siamo ancora alla fase preliminare delle indagini e non c’è un processo, ma mi chiedo chi li abbia messi in lista. Perché gente che avrebbe potuto avere delle connessioni è stata candidata? Questo perché i partiti non hanno un coraggio di fare pulizia e lanciare un segnale forte. Se alle elezioni regionali rimettono gli stessi che hanno messo un anno fa, siamo punto e a capo. In Calabria c’è bisogno di questa pulizia ed è lo scarico che deve farsi carico di questo”.
“La lotta alla mafia – continua Klaus Davi – non funziona in certi contesti perché non basta la repressione, che è giusta, serve anche la conversione. Io che faccio l’ambasciatore nella Locride, ma se non ho una scuola o una biblioteca e non consento ai ragazzi di entrare nelle fondazioni o di iscriversi all’università, come possiamo recuperare questi ragazzi? Lo Stato dà messaggi ambigui, serve ricostruzione. Riprendo le parole di Lamberti-Castronuovo, famoso dottore a Reggio Calabria, che afferma di aver fatto colloqui con ragazzi che poi sono diventati medici e giudici, ma perché non li abbiamo tenuti nella nostra terra, questo è il vero dramma. La Calabria non è una terra senza speranza, c’è una grande reazione alla corruzione, la gente vuole essere un po’ spronata ma poi agisce. Dobbiamo dare fiducia alle persone, se poi lo stato a volte fa peggio della ‘ndrangheta è normale che si perda la speranza. Ben vengano le operazioni di Gratteri, ma serve soprattutto uno Stato affidabile, non possono essere dati appalti ai mafiosi”, conclude Klaus Davi.