Emergenza carceri, Nucera: “aprire penitenziario di Arghillà”

StrettoWeb

Mi fa grande piacere notare nell’attuale Ministro della Giustizia on. Paola Severino, una grande sensibilità verso la situazione carceraria italiana. Le nostre carceri sono da tempo al collasso, sia come presenza di detenuti ospitati, al di là di ogni ragionevole possibilità, sia per le carenze croniche di agenti di Polizia Penitenziaria e mezzi”.
E’ quanto commenta il Segretario Questore del Consiglio regionale on. Giovanni Nucera, dopo l’audizione del Ministro Severino in Commissione Antimafia che non ha escluso la possibilità di riaprire le vecchie carceri dell’Asinara e di Pianosa.
Comprendo la nostalgia istituzionale di un uomo di Governo, verso due strutture – afferma Nucerache hanno fatto la storia carceraria dell’Italia: l’Asinara che ha ospitato boss mafiosi e terroristi sottoposti al regime del carcere duro, è rimasto aperto per oltre un secolo. Pianosa ha chiuso i battenti nell’agosto 1998.
Ma domandiamoci – esorta il Segretario Questore del Consiglio regionale – quanto costerebbe la loro riapertura? Nel frattempo il Ministero è impegnato nella costruzione di altre 9 carceri, tra cui quello già quasi pronto di contrada Rugola di Arghillà a Reggio Calabria, costato oltre 90 mln di euro. Una struttura di 300 posti, considerata di massima sicurezza, con laboratori per le attività lavorative, campi da calcio, aree verdi. Quel carcere ormai quasi completato attende solo di entrare in funzione. Da tempo; mentre la Casa Circondariale di San Pietro è stipata di detenuti: 370 su una capienza strutturale di 170. Ricordo che lo scorso mese di settembre nella sua prima visita ufficiale da Ministro della Giustizia, il Sen. Nitto Palma, in accoglimento delle nostre ripetute sollecitazioni annunciò, che entro il 2012 sarà aperto un primo padiglione del nuovo carcere reggino. Mi chiedo perché a fronte delle spese necessarie per ripristinare due vecchi e cadenti penitenziari, anche se ancora strutturalmente idonei – evidenzia l’on. Giovanni Nuceranon si pensa di completare e aprire le strutture già costruite e che, nel caso di Reggio Calabria, “non richiedono interventi di tipo straordinario”, come ammise l’allora Ministro della Giustizia che auspicò la possibilità di “poter utilizzare il carcere di Arghillà entro la fine dell’anno nuovo”.
Una soluzione di breve periodo che contribuirebbe a far diminuire, quanto meno in Calabria il forte sovraffollamento carcerario. Non credo – prosegue l’on. Giovanni Nucerache serva inseguire suggestioni per la soluzione di un problema, quello dell’affollamento delle carceri e delle necessità di nuovi istituti penitenziari, che invece può essere risolto guardando alla concretezza delle cose ed ad una più razionale visione della realtà”.
L’apertura del nuovo carcere ad Arghillà determinerebbe, inoltre – conclude l’on. Nucera – un forte impatto sociale sul territorio. Pensiamo al personale, penitenziario, amministrativo, dei servizi, che sarebbe necessario al suo funzionamento, ma anche alle tante opportunità che una struttura del genere creerebbe in un quartiere tra i più problematici della città, attraverso l’apertura di attività commerciali, di impresa e del relativo personale”.

Condividi