Ponte sullo Stretto, Siviero: “nuovi studi non servono, bastava aggiornare il progetto esistente”. E quel paragone con Dubai…

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L’obiettivo del Professore Siviero è quello di far passare il messaggio che la realizzazione del Ponte sullo Stretto non sarebbe un vantaggio “solo per Messina e Reggio Calabria”, ma è anche un “progetto di importanza europea”

La ricchezza di un’area è direttamente collegata alla qualità delle sue infrastrutture. Senza una rete viaria o autostradale all’altezza, una stazione ferroviaria con treni ad alta velocità, centri fieristici, palazzi dei congressi e alberghi, un luogo si impoverisce rispetto ad un altro che invece possiede collegamenti adeguati e servizi migliori. E quando si parla di territori martoriati, che non possono esprimere il proprio potenziale, impossibile non fare riferimento all’area metropolitana dello Stretto. Messina e Reggio Calabria, due tra le più grandi città del Sud Italia, separate da poco più di 3km di mare, molto simili dal punto di vista storico e culturale, eppure così distanti e isolate l’una dall’altra. E’ di questo che si è parlato questa mattina nel webinar “Infrastrutture e Pnrr – Il Ponte di Messina Si, No… Forse”, coordinato dalla Sezione INBAR Torino e della commissione Formalizzazione del linguaggio e della petica della Bioarchitettura.

Nel corso del convegno un gruppo di esperti, con un approccio multidisciplinare, hanno illustrato l’importanza di uno dei progetti italiani più ambiziosi della storia moderna e contemporanea. L’infrastruttura che andrebbe a sorgere tra Ganzirri (lato siciliano) e Cannitello (lato calabro) è un argomento che fa discutere da diversi decenni, ed il dibattito resta ancora oggi aperto. E’ stata quindi occasione per analizzare il tema sotto vari aspetti (strutturali, urbanistici, trasportistici e socio-economici) grazie alla presenza di autorevoli ospiti tra cui l’Ingegnere Enzo Siviero, gli architetti Clara Stella Vicari Aversa e Piero Carcerano, il Professore Liborio Termine e la Professoressa Francesca Moraci che per conto della società “Ponte Stretto di Messina SpA” ha studiato in passato gli aspetti urbanistici, territoriali e ambientali connessi alla realizzazione dell’opera.

“Un ponte si costruisce perché due sponde si amano”, ha spiegato il Rettore dell’Università e-Campus di Padova, Enzo Siviero. “L’unico ponte che divide è quello di Messina – prosegue l’esperto – , ma alla base di tecnico non c’è nulla. E’ solo una scelta politica, una politica che non vuole scegliere. Lo dimostra il fatto che prima si è ipotizzato il tunnel, poi è stato richiamato in causa il progetto a tre campate, dimenticando che dopo gli studi necessari era stato scartato 20 anni fa”. Il direttore della rivista “Galileo” ha mostrato le slide con le immagini di tanti ponti costruiti nel mondo, alcuni molto simili dal punto di vista progettuale a quello sullo Stretto. L’attenzione maggiore si è concentrata sull’idea di collegamento tra la Sicilia e la Tunisia, una ipotesi tutt’altro che impossibile da realizzare.

L’obiettivo del Professore Siviero è quello di far passare il messaggio che la realizzazione non sarebbe un vantaggio “solo per Messina e Reggio Calabria”, ma è anche un “progetto di importanza europea” perché completerebbe il Corridoio Berlino-Palermo. L’Ingegnere è poi tornato sull’incontro tenutosi a Palazzo Chigi pochi giorni fa: “abbiamo parlato con due Consiglieri del Premier Draghi ed è un evento epocale, perché lui non ha mai dato un’opinione chiara sul Ponte. Sono ottimista. In pochi mesi si potrebbe dare avvio ai lavori sulla base del progetto esistente a campata unica, quando il Ministro Giovannini dice che non si può fare, posso dire che è mal consigliato? Il Ponte sullo Stretto è un’opera di fondamentale importanza per l’Italia intera”. Siviero, ancora una volta, scarta l’ipotesi di un ponte a tre campate, è anche per questo che ritiene i nuovi studi di fattibilità una mera perdita di tempo: “se dei 50 milioni spesi per nuovi studi, ne avessero spesi 10 per aggiornare il progetto esistente avrebbero fatto meglio. Il Ponte sullo Stretto è un’opera tutta italiana, che riqualificherebbe le città di Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria, porterebbe lavoro in una terra dove il lavoro manca. L’esempio che, se si vuole allora si può, è Dubai. Hanno costruito un impero dove prima non c’era nulla, anche il mare rispetto a quello del Sud Italia non si può mettere a confronto”.

ponte sullo stretto di notte

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