Cielo sempre più cupo sull’Acr Messina, e non certo per colpa dello scirocco che da giorni soffia impetuoso sullo Stretto ammassando nubi cariche di umidità sul versante cittadino dei monti Peloritani. Sabato pomeriggio al San Filippo dopo l’ennesima sconfitta contro l’Avellino, la situazione è precipitata nello spogliatoio. Il DS Domenico Roma, che era già visibilmente nervoso in Tribuna dove camminava senza sosta durante la partita, è sceso negli spogliatoi e si è lasciato scappare qualche parola di troppo prima nei confronti dell’arbitro, poi addirittura anche con mister Banchieri.
Nello spogliatoio è scoppiato il caos: urla furibonde e parole pesanti, Ds contro mister e calciatori, mister contro il ds, calciatori contro mister e ds. La situazione è degenerata e senza l’intervento di qualche paciere che ha allontanato fisicamente i protagonisti, sarebbe scoppiata persino la rissa. Le notizie, che arrivano direttamente dallo spogliatoio e su cui quindi abbiamo testimonianze dirette, hanno avuto uno strascico pesante e stanno accompagnando la squadra anche nell’avvicinamento della trasferta di mercoledì a Cava de’Tirreni che alcuni dirigenti stanno organizzando con mille difficoltà. Certamente ci sarà qualcuno – che fin qui giocava soltanto su indicazioni del ds – che probabilmente non vedremo più in campo e soprattutto qualche altro che invece non potrà più giocare nonostante fosse una scelta del mister, che adesso – almeno così avrebbe detto Roma – rischierebbe il posto se lo schierasse ancora.
Una situazione molto pesante che non è totalmente nuova: i malumori si trascinano da tempo nello spogliatoio, come dimostrano i risultati sul campo. Due mesi fa il Messina era a -1 dalla Casertana e -5 dalla salvezza diretta, oggi è a -8 dalla Casertana e -12 dalla salvezza diretta: anche escludendo i 4 punti di penalizzazione, significa che la squadra ha perso ulteriore terreno sul campo da quando sono arrivati la nuova proprietà, il nuovo allenatore e il nuovo direttore sportivo.
La presenza di Gambale: ma non si era dimesso?
Altro elemento particolarmente controverso, la presenza di Gambale allo stadio, non solo in Tribuna ma anche negli spogliatoi: la scorsa settimana aveva annunciato le dimissioni, a questo punto non si capisce a che titolo. Poi l’ennesimo “comunicato stampa” contro StrettoWeb sulla pagina Facebook del club, e adesso la rinnovata presenza in prima linea: significa, quindi, che non si è dimesso affatto. E continua a mancare ogni tipo di trasparenza nella comunicazione del club.
Acr Messina, la disperata situazione della classifica
La classifica si fa sempre più drammatica: la salvezza è lontanissima e anche la speranza del playout sta sfumando concretamente. Oggi il Messina è a -8 dalla Casertana, che significa che basterebbe un solo altro punto di distanza per arrivare a -9 e quindi retrocedere direttamente senza neanche disputare il playout (che si giocherà, lo ribadiamo per i più distratti, soltanto se il distacco delle due squadre sarà uguale o inferiore agli 8 punti). In caso di esclusione della Turris (si attende il verdetto mercoledì), il Messina tornerà a -7 e quindi avrà 2 punti di margine per disputare i playout, ma oltre al campo è sempre più alto il rischio che ad aprile arrivino altre pesanti penalizzazioni per un club che ad oggi non ha alcuna possibilità di saldare le ulteriori scadenze federali, a partire dagli stipendi dei calciatori.
Il futuro dell’Acr Messina appeso ad un filo
Nello staff, tante figure attendono ancora 2, 3 o 4 mensilità. L’unica buona notizia è che i ristoranti che offrono il servizio ai calciatori hanno ricevuto i dovuti pagamenti, così come alcune figure dello staff che hanno avuto una delle tre mensilità arretrate. Non basta in ogni caso ad alimentare speranze ad oggi soltanto illusorie. Sono pagamenti utili soltanto ad arrivare a fine stagione (altrimenti, peggio di così, il rischio sarebbe di non giocare più neanche le partite e non completare il campionato). L’unica vera partita che conta si gioca fuori dal campo ed è rivolta a salvare almeno l’iscrizione alla prossima serie D, ma anche questa sembra una sfida contro i mulini a vento. L’unico interlocutore è l’AAD Invest Group, in quanto Sciotto è ormai fuori dai giochi. E immaginare che ci possa essere qualcuno così fesso da accollarsi una società che ha già ad oggi oltre tre milioni di euro di debiti per disputare un campionato di serie D il prossimo anno, appare oggi più che fantascientifico.
Quando, su StrettoWeb, scrivevamo queste cose svariati mesi fa, qualcuno ridacchiava ironizzando. Adesso che purtroppo l’Acr Messina sta scomparendo, molti si rendono conto della maxi truffa orchestrata sulla pelle dei tifosi e della città con la complicità della politica locale che nelle migliori delle ipotesi è rimasta miope e indifferente di fronte a questo disastro. Forse, aprire gli occhi in tempo avrebbe aiutato ad evitare questo disastro che ha radici lontane. Da capire come e perchè Sciotto la scorsa estate abbia rifiutato diverse offerte, anche importanti, per poi abbandonare la società nelle mani peggiori possibili che la stanno accompagnando ad un fallimento ampiamente annunciato.