A Messina non parla più nessuno. Perché non c’è più nessuno. E’ andato via anche il DS, mentre il Presidente e l’allenatore non si vedono più, pubblicamente. Ieri ennesima sconfitta umiliante, in casa della terzultima, la Juventus Next Gen, che ha così scavalcato proprio i peloritani. Sempre più soli, in difficoltà, tra questioni societarie ed extra societarie.
A parlare è stato il Direttore Operativo, Angelo Costa, tra i pochi rimasti. “Qualcuno la faccia la deve mettere, visto che il direttore è andato via molti hanno detto che io sono dietro le quinte. Penso che tutti sappiano il lavoro che ho fatto e oggi ci metto la faccia per dire le cose come stanno. Sulle scelte del Presidente non posso dire nulla, sono decisioni sue, ma sicuramente a Messina non stiamo vivendo un clima ottimale. Questa non è una giustificazione, ma nel corso delle settimane influisce nel modo in cui lavori, a livello mentale, perché siamo una squadra giovane”, ha detto Costa.
Costa attacca la città, la tifoseria, i media, i social, che non stanno dando una mano alla città. E minimizza su classifica e obiettivi: “non è una situazione drammatica, però, se pensiamo che l’anno scorso a fine girone d’andata avevamo 19 punti, e penso anche che quest’anno la quota salvezza sia più bassa. Purtroppo le voci, le chiacchiere, non fanno bene. Anche gli insulti gratuiti che si subiscono… non è il modo migliore se si vuole bene al Messina“.
“Siamo diventati tutti allenatori, DS, ma nessuno pensa al momento che stanno vivendo i ragazzi. Ci sentiamo isolati ed è brutto: possiamo raggiungere la salvezza, ma fateci lavorare in serenità, soprattutto a livello mediatico. Oggi viviamo con i social e tutto quello che accade i ragazzi lo assimilano. Sulle scadenze federali, gli stipendi, sono questioni societarie, ma a mio avviso non dovrebbero esserci problemi. Anche queste cose turbano la squadra, perché si deve parlare di questo?“.
A Messina c’è un Presidente che ha preso in giro la tifoseria per l’ennesima volta, che è in difficoltà, che guida una squadra senza più scheletro e con il rischio retrocessione, però il problema sono i media e i social. Nessuno se la prende con la squadra, unica vittima di questa situazione insieme al mister. Ma in tutto ciò, sicuramente, social e città sono quelli che hanno meno colpe.












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