La Giunta di Falcomatà e quella sfida con Irto: che farà ora il Pd? Comunque vada…

Falcomatà ha annunciato la sua nuova Giunta Comunale senza i partiti, il Pd ha reagito con una nota durissima ma davvero voterà la sfiducia al Sindaco che fin qui ha venerato?

StrettoWeb

L’impressione è che la partita non sia affatto finita. Anzi. Quella vera, quella politica, è appena iniziata. E il fantomatico “terzo tempo” di Falcomatà non si giocherà con l’Amministrazione da una parte e le esigenze della città da affrontare dall’altra, ma sarà un vero e proprio duello politico tra il Sindaco di Reggio Calabria e il segretario regionale del Partito Democratico Nicola Irto.

L’annuncio della Giunta a metà, senza partiti e la durissima replica del Pd sono i fatti delle ultime ore che fotografano il punto di rottura proprio tra Falcomatà e Irto, dopo due mesi e mezzo di trattative sfociate nel nulla. Il Sindaco si è ingarbugliato e alla fine ha assunto la scelta più estrema: rompere con il suo stesso partito. Nel merito delle scelte, la posizione del Pd è abbastanza contraddittoria: nella nuova Giunta di Falcomatà ci sono due tecnici di altissimo livello come Francesco Costantino e Paolo Malara che hanno le deleghe più importanti sulle sfide che attendono la città. Ma soprattutto, dal punto di vista politico, Malara – seppur chiamato in Giunta da esterno – è un tesserato a tutti gli effetti del Pd e anche Costantino è sempre stato un elettore dem, molto vicino a Marco Minniti. Si tratta di professionisti molto seri che hanno già avuto incarichi importanti e prestigiosi in città e di fronte a cui il Pd non può certo storcere il muso.

Poi c’è il caso di Brunetti, che è in rotta con Italia Viva e rientrerà proprio nel Pd. Falcomatà, infine, ha lasciato gli ultimi tre posti di Assessore proprio al Pd, sperando fino all’ultimo momento di poter ricucire la situazione. I veri malumori dovrebbero essere, più che nel Pd, nelle altre forze della maggioranza: il Partito Democratico, oltre a Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale, potrebbe esprimere tre Assessori più Malara e Brunetti che significa ben cinque Assessori su nove. Neanche nella Duma di Stato dell’Unione Sovietica…

Ma allora perchè il Pd è arrivato alla rottura? Appare evidente anche ai più ingenui la voglia di Irto di sbarazzarsi di Falcomatà, forse considerato ingombrante all’interno del partito. Irto, che ha in mano il Pd calabrese, molto difficilmente non potrà dare continuità alla durissima presa di posizione assunta dal partito nelle ultime ore. Se il Pd parla di “modo di operare antidemocratico ed individualista” da parte del primo cittadino, come potranno i suoi consiglieri non votare la mozione di sfiducia già annunciata dalle opposizioni? I numeri sono molto chiari: senza il Pd, Falcomatà non può avere la maggioranza in consiglio comunale. E anche se Castorina e Burrone (gruppo di De Gaetano) sono tornati con Falcomatà, con l’opposizione dei consiglieri del Pd, degli altri due esponenti di De Gaetano e di Deborah Novarro di Italia Viva sono addirittura 18 (su 32) coloro che – stando al quadro attuale – dovrebbero votare contro il Sindaco.

Per come si sono messe le cose, comunque vada sarà un disastro: il Pd come potrà giustificare la sfiducia a Falcomatà, di fronte alla possibilità di avere tutti questi Assessori in Giunta ben oltre la propria legittima rappresentanza democratica? Come potrà accusare Falcomatà di avere scelto figure così competenti e qualificate, oltre che della propria stessa area politica e addirittura dello stesso partito, come tecnici esterni in Giunta quali Costantino e Malara? Come potrà spiegare di aver fatto saltare l’Amministrazione Comunale di una Città Metropolitana soltanto per giochi di potere legati al metodo, o ai nomi, con lo sfondo di una sfida personale covata reciprocamente da molto tempo?

Certo, l’esclusione di Albanese (il più votato alle elezioni), che è finito anche fuori dal Consiglio, pesa… e in ogni caso, quella della sfiducia a Falcomatà da parte del Pd sembra la strada meno dolorosa rispetto all’alternativa. Che significherebbe rimangiarsi tutto, cedere su tutta la linea, tornare indietro e ripresentarsi in Giunta con Falcomatà dando al Sindaco i tre Assessori come se non fosse successo nulla. Una prospettiva irrealistica che sarebbe soltanto l’ultimo teatrino di una politica schizofrenica che porterebbe gli osservatori-elettori al caos totale: qualcuno telefonerebbe certamente al 118 per chiedere qualche TSO, non senza ragioni.

L’impressione è che stavolta lo scenario della caduta di Falcomatà, per mano del suo stesso partito, non sia più soltanto fantascienza: la mozione di sfiducia del Centrodestra mette tutti con le spalle al muro. E tutti, sia coloro che decideranno di votarla così come coloro che si opporranno per difendere il Sindaco, saranno chiamati ad assumersi le responsabilità di una scelta che in ogni caso non sarà indolore. Qualcuno pagherà un prezzo carissimo nel futuro scenario politico locale e Regionale, in ogni caso: sia se Falcomatà riuscirà a salvarsi rimanendo in carica per altri due anni, sia se al contrario si tornerà subito alle urne. Da oggi nulla, nella politica reggina, sarà più come prima.

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