Un gregario tra i fenomeni, Caruso dopo Nibali: la Sicilia brilla ancora al Giro d’Italia

Caruso chiude 4° al Giro d'Italia: è arrivato da gregario, ma come 2 anni fa, ha tenuto alto il vessillo Tricolore e quello della Trinacria

StrettoWeb

Prima dell’inizio del Giro d’Italia gli avevamo chiesto come si sentisse all’idea di essere il ciclista italiano più importa al Giro d’Italia, dopo il ritiro di Nibali, e se sentisse il peso e l’orgoglio di rappresentare la Sicilia per le strade di tutta la penisola. Damiano Caruso ci aveva risposto con il solito sorriso che tradisce un po’ di imbarazzo: sono orgoglioso” ma sono “un gregario“.

Come dire, Nibali era Nibali, un predestinato che ha fatto la storia, doveva essere grande e lo è stato. Caruso è più uno di quelli che la storia la scrive per gli altri. Il gregario, appunto. A volte capita però che il gregario diventi capitano in corsa, ricopra il ruolo di leader, debba sostituire la stella scelta dalla squadra per puntare a ‘fare classifica’ e debba tirar fuori attributi da leader. Non tutti ci riescono. Damiano sì.

Tricolore e Trinacria

Gli era già successo due anni fa. Il capitano Mikel Landa abbandona per infortunio, la Bahrain Victorious mette il proprio destino nelle sue mani. Caruso accetta la pressione delle aspettative, battaglia con i migliori, trionfa da campione sull’Alpe Motta e chiude al 2° posto alle spalle di un’imprendibile Egan Bernal.

Quest’anno si è ripetuto. Il tridente con il quale si presentava al Giro la Bahrain si è sgretolato con il passare delle tappe: Haig non dà seguito alle dichiarazioni in pompa magna della vigilia (puntava alla top 5), Buitrago doma le Tre Cime di Lavaredo, ma non riesce mai a tenere il passo dei big. Chi resta? Esatto.

Caruso è sempre lì, con il suo passo, spalla a spalla con i migliori, tiene in salita, limita i danni quando anche i big soffrono, a cronometro dà battaglia nonostante non sia propriamente un cronoman. E chiude quarto. Davanti a lui tre favoriti della vigilia: Roglic, Thomas e Almeida, tre capitani. Dietro di loro il quarto.

Caruso corre da leader, non è un gregario, è “Working Class Hero” in grado di raccogliere la pesante eredità di Nibali e portare alto il vessillo della Sicilia e dell’Italia in alta classifica. I due siciliani sono stati, infatti, gli unici italiani che, negli ultimi 8 anni, sono riusciti a battagliare davvero in classifica generale per la top 10 e per un posto sul podio. Un orgoglio per lo sport italiano e per quello siculo.

Fenomenale sul Lussari

Oggi l’ultima perla sul monte Lussari che ha visto il trionfo straordinario di Roglic che strappa la Maglia Rosa dalle spalle di Geraint Thomas, è Caruso l’altro grande protagonista di giornata. Ferma il cronometro della cronoscalata odierna in 45:18, miglior tempo fino a quel momento, meglio di lui solo i tre fenomeni già citati: Roglic, Thomas e Almeida.

Una prestazione che gli consente di blindare il quarto posto dagli assalti degli inseguitori. E per fortuna che partiva da gregario. “Oggi mi aspettavo una buona prestazione, non mi aspettavo il miglior tempo all’arrivo… peccato ne mancassero ancora 3. – dichiara a fine gara – I valori in campo si sono visti. Vedere la faccia di Geraint Thomas appena ha saputo la brutta notizia, ho sofferto con lui, mi è dispiaciuto parecchio. Sono felice per Roglic, se l’è meritata. È stato un bel giro, nell’ultima settimana abbiamo compensato le polemiche della prima parte, alla fine è venuta fuori una bella gara“.

La classifica del Giro d’Italia

  1. Primoz Roglic 82H 40′ 36”
  2. Geraint Thomas 14”
  3. Joao Pedro Almeida 1’15”
  4. Damiano Caruso 4’40”
  5. Thibaut Pinot 5’43”
  6. Thymen Arensman 6’05”
  7. Edward Dunbar 7’30”
  8. Andreas Leknessund 7’31”
  9. Lennard Kamna 7’46”
  10. Laurens De Plus 9’08”
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