Calenda-Renzi, accordo ad un passo: “Terzo polo fondamentale, obiettivo pareggio con Meloni”

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Contatti costanti tra i leader di Azione e Italia Viva: “sulle questioni di fondo l’accordo è stato raggiunto, si deve certamente discutere su altre cose rilevanti”

Carlo Calenda è vicino all’accordo con Matteo Renzi per la creazione di un Terzo polo che possa contrastare il Pd da un lato e Centrodestra dall’altro. “L’incontro definitivo non è ancora stato fissato, ci siamo visti i scorsi giorni. In questo momento stanno andando avanti gli staff a lavorare, ma siamo in contatto. Sulle questioni di fondo l’accordo è stato raggiunto, si deve certamente discutere su altre cose rilevanti”, ha affermato il leader di Azione ai microfoni di Omnibus, su La7. Il sondaggio che darebbe Italia viva-Azione al 4% “non mi preoccupa. Il 4% ce lo dà il sondaggista del Pd e Più Europa… l’ho visto in azione alle amministrative. In questo momento i sondaggisti seri non stanno rilevando perché la gente è al mare. Altri ci danno infatti al 6%, al 15%, al 75%… Poi arriverà il 25 settembre e se gli italiani voteranno, voteranno. Sennò è un’altra storia”.

Calenda spiega perché è fondamentale la creazione di un terzo polo: “se noi non ci fossimo, si creerebbe un vuoto enorme per gli elettori moderati e nessuna possibilità di sottrarre voti alla destra. Chi sarà il leader? E’ una delle questioni di cui dicevo prima che dobbiamo definire con chiarezza. Potrebbe anche essere una figura terza, magari una donna”. Nel corso di un’altra intervista, rilasciata alla Stampa, il numero uno di Azione spiega che l’obiettivo è puntare a un pareggio con Giorgia Meloni: “eventuali governi di centrodestra o centrosinistra, con queste alleanze, non reggerebbero un giorno. L’obiettivo è arrivare a una maggioranza Ursula, costruendo una coalizione larga che chieda a Mario Draghi di rimanere a palazzo Chigi. Meloni dunque va battuta sul terreno del proporzionale, al Senato. Io mi candiderò lì e andrò in Veneto, andrò in Lombardia, nelle valli dove votavano la Lega e ora la gente non li vuole più sentire”. Infine, una considerazione su Enrico Letta dopo la rottura del patto: “è una persona perbene e un amico, può legittimamente dire che ho sbagliato, ma non può dire che non lo avessi avvisato”.

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