Ragusa non è più isolata dalla Croazia: inaugurato il Ponte di Sabbioncello (finanziato all’85% dall’Ue), tagliata la Bosnia e risparmiati 10km

StrettoWeb

Sono serviti 15 anni per completare i lavori: i problemi con la Bosnia, il budget che non bastava. Poi l’ingresso nell’Unione Europea ha cambiato tutto, oggi l’estremo litorale sud della Croazia è collegato al resto del Paese attraverso un ponte di 2.4 km che sorvola sull’acqua

Ne avevamo già parlato in passato tramite queste pagine paragonandolo, per certi versi, al Ponte sullo Stretto di Messina. Oggi torniamo a farlo, ma questa volta è per dare una notizia: è stato inaugurato il Ponte di Peljesac-Sabbioncello che collegherà Ragusa-Dubrovnik e l’estremo litorale sud della Croazia al resto del Paese. La Dalmazia meridionale è infatti separata dal territorio croato dall’unico sbocco sul mare della Bosnia-Erzegovina, chiamato il corridoio di Neum, che si affaccia sull’Adriatico per circa 20 km di costa. Questo lembo di terra, eredità dell’antica frontiera tra la Repubblica di Ragusa e l’Impero Ottomano, in seguito alla dissoluzione della Jugoslavia, è sempre stato limitato nel commercio e nel turismo, a causa della doppia dogana da dover attraversare via terra. Soprattutto in estate, il tratto vede file di auto e camion interminabili, che ricordano molto gli scali per i traghetti tra Calabria e Sicilia. Con l’inaugurazione delle ultime ore, però, questi problemi non dovrebbero esistere più, visto che il nuovo ponte permetterà di restare in territorio croato, accorciando così tempi e spazi.

Il ponte prende vita proprio al culmine della stagione turistica che in Croazia sembra destinata a riportare buona parte dei 20 milioni di turisti che vi arrivarono nel 2019, ultimo anno pre-pandemia. “Ha un’importanza enorme, non solo dal punto di vista emotivo, per l’aver finalmente collegato il territorio del Paese, ma anche per il turismo e l’economia in generale”, ha dichiarato in tempi recenti il ministro dei trasporti croato Oleg Butkovic. Un vantaggio per i cittadini croati e per il turismo: l’infrastruttura una nuova via di comunicazione per le persone di questa costa (90 mila residenti), e per gli abitanti della costiera opposta, ma anche per i visitatori che in aereo arrivano a Dubrovnik e poi decidono di esplorare l’area con un’auto a noleggio. Il tutto da oggi si potrà fare senza problemi di frontiera e ore di traffico.

Insomma, dal punto di vista dei collegamenti cambierà tutto. Anche se non è stato facile: i primi lavori, avviati nel 2007, si bloccarono per problemi di budget. Si ripartì soltanto dieci anni dopo, a quattro dall’ingresso di Zagabria nell’Unione Europea, quando all’Unione Europea arrivarono 357 milioni di euro per completare l’opera (l’85% dei 420 milioni ritenuti necessari a portare a termine l’opera). Gli ultimi passaggi sono stati curati da un’azienda cinese, che ha permesso di risolvere tutto nei tempi previsti. Adesso quindi Ragusa non è più isolata dalla Croazia, può guardare ad un futuro di investimenti per offrire ai turisti i servizi necessari. Un sogno a cui ambiscono anche Messina e Reggio Calabria, ma in Italia la battaglia ideologica è ancora lontana dall’essere risolta.

Ponte di Sabbioncello

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