Le conseguenze della guerra: cosa si paga di più?

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Stiamo attraversando un periodo molto particolare, sia in Italia che nel resto del mondo. Dopo la batosta del COVID-19, adesso è il conflitto tra Russia e Ucraina a mettere in difficoltà vari Paesi europei (e non). Questo conflitto sta diventando più lungo del previsto, e tutta questa situazione delicata sta portando ad un rincaro dei prezzi piuttosto elevato. Cosa si nasconde dietro questi prezzi così alti? Chi ci guadagna? Approfondiremo l’argomento in questo articolo.

I prezzi crescono: le cause e quali sono i beni più cari

La guerra ha danneggiato il commercio europeo e mondiale, con rincari sui beni più diffusi ed esportati. Molti non lo sanno ma la Russia è la più grande esportatrice di grano, con l’Ucraina che invece si piazza al quarto posto in questa classifica. Beni come grano, soia, mais e olio di semi di girasole sono aumentati di prezzo, anche più del periodo più intenso del COVID. Inoltre, la fornitura di gas russo verso i Paesi dell’Unione Europea è stata interrotta, con ripercussioni sull’energia e sui carburanti più utilizzati. L’export energetico russo equivale a più del 50% dei prodotti. Non a caso, le bollette di gas e luce stanno aumentando a vista d’occhio.

Il petrolio, in questo caso, rappresenta i danni economici di questa guerra, con un aumento del 7%. Ancor più importante è l’aumento di prezzo dell’alluminio, che non vedeva questi prezzi dalla crisi finanziaria del 2008 (3382 dollari per tonnellata).

La pasta ha raggiunto un rincaro del 12,5% già a gennaio, con prezzi che stanno schizzando giorno dopo giorno.

L’agricoltura non è esclusa, con gli allevamenti che sono entrati recentemente in crisi. Quasi il 50% degli allevamenti utilizza il granturco come alimento per gli animali, importato per più della metà proprio dall’Ucraina. Anche il commercio di rame, ghisa e nichel è compromesso.

La tensione si sente, e si vede anche dal nostro mercato.

La spesa degli italiani: i discount

Andando al supermercato e confrontando i prezzi con quelli dei mesi precedenti, si nota subito l’evidente rincaro dei prezzi, soprattutto in market così grandi che devono vendere molti beni per molte persone. Migliaia di italiani sono costretti a prendere beni essenziali come pasta e pane ad un prezzo sempre più alto, per non parlare dei rincari sempre più alti sulla benzina. Quest’ultima ha toccato i 2,1 euro al litro, ed ha subito ulteriori rincari dopo gli avvenimenti in Ucraina.

Ma a cosa ha portato tutto questo? Purtroppo, sul rincaro della benzina gli italiani non possono fare molto, perciò sulle spese giornaliere hanno scelto una via diversa.

Visto che il rincaro ha portato molti marchi noti ad alzare i propri prezzi, non è raro trovare molti italiani sfogliare un volantino md o di altri discount per controllare le offerte e coglierle al volo. A differenza dei supermercati più noti, i discount non hanno riscontrato lo stesso aumento di prezzi, perciò molti stanno scegliendo questo tipo di market, anche se presentano marchi meno noti al pubblico. Molti si domandano il perché di questa differenza, ma quel che resta è l’affluenza, che aumenta sempre di più a discapito dei supermercati come Conad o Coop

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