Reggio Calabria, il comunista Tripodi critica Draghi: “l’Italia ripudia la guerra, ma nel suo discorso non ha parlato di pace”

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“Pace: la parola che manca”, è il titolo della nota di Michelangelo Tripodi (Movimento per la Rinascita del P.C.I. e l’Unità dei Comunisti), in riferimento al discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi dopo l’intervento in Parlamento di Volodymyr Zelensky

“Tornando alla pagliacciata a reti unificate, mandata in onda ieri dalla Camera dei deputati, ho voluto riascoltare il pessimo discorso di Draghi, il “vile affarista” come lo chiamava Cossiga che certamente lo conosceva meglio. Il discorso dura 9 minuti, migliaia di parole. In un solo passaggio Draghi usa incidentalmente la parola PACE, quando dice che “l’Ucraina sta difendendo la nostra pace”. Incredibilmente, ma è così, nell’accanimento servile al padrone americano, non c’è una proposta, una indicazione, una iniziativa per costruire il tavolo della PACE,  per riaffermare il ruolo storico di ponte che l’Italia ha sempre svolto, anche in termini di moderazione, equilibrio e convivenza pacifica”. Lo afferma in una nota Michelangelo Tripodi, del Movimento per la Rinascita del P.C.I. e l’Unità dei Comunisti, riferendosi al discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi dopo l’intervento in Parlamento di Volodymyr Zelensky. Il rappresentante reggino critica il fatto che “invece di PACE, Draghi parla di GUERRA, di INVIO DI ARMI, di SANZIONI alla RUSSIA che pagano gli italiani e continua a soffiare sul fuoco con una posizione oltranzista, atlantista e bellicista che non appartiene alla cultura e alla storia del nostro paese”.

Insomma, Tripodi lo definisce “il completo tradimento della Costituzione e del suo art. 11 ‘L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA’. Draghi è il Presidente del Consiglio di un governo che in Parlamento ha una maggioranza bulgara che si identifica con il PARTITO unico della NATO, ma che nel paese è sempre più impopolare e contestato (ricordiamo a tal proposito il sondaggio con il quale il 55% degli italiani si è detto contrario all’invio delle armi e quello con il quale addirittura il 69 % assume posizioni per mediare con la Russia). Siamo di fronte al tradimento del ruolo e della collocazione dell’Italia, svolta nei decenni passati, dopo il 1945 pur essendo nella NATO, come punto di equilibrio e di relazioni pacifiche Come sono lontani i tempi di quello straordinario messaggio del Presidente Sandro Pertini  al momento del suo giuramento il 9 luglio 1978: ‘L’Italia, a mio avviso, deve essere portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita di milioni di creature umane che lottano contro la fame'”. Michelangelo Tripodi conclude con un messaggio forte e deciso: “Governo Draghi. Andatevene. Voi siete il problema, non la soluzione”.

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