Reggina, la pagella del mercato: Folorunsho “salva” la sufficienza, ma c’è anche qualche incognita…

StrettoWeb

Il giudizio e la pagella della nostra redazione alla sessione invernale di mercato della Reggina

Questione di punti di vista. Giudicare l’operato di un club sul mercato non è come giudicare la prestazione di un calciatore nei singoli 90 minuti. Troppe le variabili. Capacità di cedere gli elementi fuori dai piani senza “svenarsi” e possibilità di andare a reperirne altri utili evitando di giocare al rialzo, il tutto in un periodo storico eccessivamente complesso sul piano economico. E la Reggina? Come va giudicato il suo mercato? Premessa: giusto o sbagliato che sia, la società ha operato, e lo ha fatto impegnandosi al massimo.

La ciliegina sulla torta è senza dubbio Michael Folorunsho, il valore aggiunto, colui che innalza il voto e lo stabilizza sulla sufficienza. Brava la società a sfruttare la volontà del calciatore, che ha messo davanti a tutti gli amaranto. Questo, senza dubbio, ha fatto la differenza. La Reggina, se il Pisa avesse voluto affondare il colpo, avrebbe infatti potuto fare ben poco. Ma, se non fosse arrivato l’ex Pordenone, a nostro avviso il mercato del club dello Stretto non avrebbe raggiunto il 6. Motivo? Parte da lontano, da questa estate. Nell’ultimo giorno sono stati ceduti tre calciatori che erano arrivati solo pochi mesi fa. E’ vero, tanti avallati dall’ex tecnico Aglietti, ma mai in grado di rendere sui propri standard e mai completamente adattatisi alle situazioni. In poche parole, bruciati. La nota positiva? Che si è stati bravi a mandarli via, non rientrando questi fra i piani. Ottima intuizione quella su Laribi, su cui – come per Ricci – si è anche lavorato per il possibile riscatto estivo. Pesano ancora come macigni, però, le situazioni di Menez e Faty, che influiscono anche sul voto. Non mi dilungo nuovamente sul discorso legato ai contratti lunghi a gente esperta, l’ho già fatto più volte e non mi va di infierire ancora. Allora era considerata grande mossa, sfruttando il Decreto Crescita, ma questo si sta rivelando arma a doppio taglio adesso. Restano sul groppone due calciatori dal contratto importante e da recuperare psicologicamente dopo che loro stessi si consideravano ormai fuori. Il francese è stato addirittura considerato “l’acquisto migliore di questa sessione invernale”.

Tornando alle entrate, è un’incognita, ma lo è in un senso o nell’altro. Pochi mesi basteranno a capire se il lavoro sarà stato funzionale o meno, perché è il campo che parla in questi casi. Da un punto di vista numerico, a entrata è corrisposta uscita: Aya per Regini, Kupisz e Lombardi per Ricci e Laribi, Giraudo per Liotti. La preoccupazione – che però (appunto) solo il rettangolo verde potrà confermare – è legata al rendimento recente soprattutto dei tre “esperti”. Giraudo, infatti, ha giocato da titolare la prima parte di stagione alla Vis Pesaro, ma lo stesso non vale per gli altri tre. Lombardi è stato praticamente fermo, Aya è sceso in campo solo in due circostanze, Kupisz in nove. Potrebbe confortare il loro status: sono giocatori di categoria. Ma se l’obiettivo (di solito così è a gennaio) era reperire gente subito pronta ad essere buttata nella mischia, non sono proprio i profili adatti. Felici di essere smentiti.

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