Uiltec Calabria, Mancuso: “il benessere psicologico può evitare infortuni e decessi sul luogo di lavoro”

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Anna Rita Mancuso, segretaria regionale Uiltec Calabria, pone l’accento sull’importanza del benessere psicologico sul luogo di lavoro come arma per prevenire infortuni e decessi

La salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro sono, da sempre, gli obiettivi prioritari dell’azione sindacale intrapresa dalla Uiltec Calabria su tutto il territorio regionale. Un’azione sindacale che si estrinseca nella difesa delle lavoratrici e dei lavoratori e nella loro preparazione professionale, attraverso la realizzazione di corsi di formazione con moduli mirati e la produzione di un volume che racchiude tutto quello che c’è da sapere in tema di mobbing, violenza, stalking e molestie ed effetti negativi psicologici sui luoghi di lavoro ideato e realizzato da Anna Rita Mancuso Segretaria regionale Uiltec Calabria con delega alla città Metropolitana e referente formatore salute e sicurezza. 

Un lavoro che trova piena condivisione e sostegno del Segretario Generale della Uiltec Calabria Vincenzo Celi, per il quale: “il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in tutte le sue declinazioni, è uno dei tanti temi che alle nostre latitudini corrono il rischio di vederne amplificati i possibili effetti negativi. Il timore di conseguenze nefaste, alla manifestazione di un problema in tema di salute e sicurezza, in un contesto difficile come quello Calabrese, rischia di alimentare quel silenzio assordante a cui, troppo spesso, si riesce a dar voce solo quando ormai non si può più tornare indietro. Lavoriamo tutti i giorni, al fianco di lavoratrici e lavoratori, per infondere cultura della prevenzione e della sicurezza, e non ci stancheremo di farlo, fino a quando non saremo riusciti a raggiungere l’obiettivo Zero morti sul lavoro”. 

Mobbing, violenza e molestie, con l’avanzare delle tecnologie e l’incessante sviluppo delle piattaforme di comunicazione, stanno mutando aspetto e assumendo nuove forme. Accade, infatti, che nel mobbing digitale (cyberbullismo) lavoratrici o lavoratori diventano vittime di quella rete che può essere legame e può trasformarsi in una trappola, con conseguenze pesanti e reali. 

Basti pensare che una sentenza che viene dall’Australia riguarda la rimozione di una collega dagli amici di Facebook che può essere giudicata come atto di mobbing.  Il tribunale australiano con questa sentenza ha creato un precedente includendola nella casistica delle persecuzioni sul luogo di lavoro. La sentenza del tribunale australiano segna un grande passo in avanti e da fiducia e speranza per il futuro a chi ha subito e subisce questo tipo di mobbing.

La Calabria non esula dal produrre gli effetti negativi di questa rivoluzione. Sono tanti drammi vissuti nel silenzio, nella vergogna, nella solitudine. C’è spesso poca disponibilità da parte degli enti competenti e della società civile a dar la giusta voce a questi fenomeni e nelle vittime si scaturisce la  paura di perdere il lavoro. Ricordiamo in un territorio come il nostro dove le opportunità sono limitate, chi perde il lavoro per una situazione del genere difficilmente troverà altra occupazione perché’ ritenuta persona da evitare.

Per questo abbiamo bisogno di mettere in campo misure preventive, che agiscano a monte, su quelle che sono le cause scatenanti del fenomeno, poiché’ molto spesso è l’azienda malata. È necessario allora conoscere soprattutto le dinamiche del fenomeno, analizzarlo nelle sue diverse componenti, comparare le diverse forme per capire quali siano le strategie, le misure da adottare per estinguere comportamenti di violenza subdola, di denigrazione e distruzione dell’altro.

Per contrastare questi fenomeni sarebbe necessario rendere operativo il Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing, senza trascurare l’Accordo sulla violenza e le molestie sui luoghi di lavoro, un’intesa di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno ufficialmente siglato un’intesa che recepisce l’accordo quadro del dialogo sociale europeo.

Inoltre un passo importante è quello segnato dalla ratifica ed esecuzione della Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro n. 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro con la legge n. 4 del 15 gennaio 2021. L’Italia è stata tra i Paesi europei più impegnati perché la Convenzione venisse approvata.

Le aziende, poi, dovrebbero sviluppare e sostenere politiche reali contro questi fenomeni anche attraverso un’adeguata formazione, contribuendo alla diffusione di una cultura di sensibilizzazione e prevenzione.

Per offrire un ulteriore supporto, infine, le nostri sedi Uiltec sono operative, a partire da Reggio Calabria, si potrà sfruttare la nostra convenzione con uno psicologo e un legale, per offrire una spalla professionale a tutte quelle lavoratrici e tutti quei lavoratori che ritengono di essere vittime di questi fenomeni.

Ma, la prima risposta, fondamentale, necessaria è di tipo formativa ed educativa. E’ di fondamentale importanza educare al rispetto dell’altro, delle regole di una sana convivenza civile, facendo appello alla responsabilità attiva dei giovani. Un’educazione che deve partire dai più piccoli, dalla scuola dell’infanzia attraverso percorsi di interiorizzazione, di cura, di attenzione a se stessi, all’altro, al mondo. 

E’ questo un grande segno di civiltà, di rispetto e un contributo alla crescita dei valori umani, alla base della sana convivenza tra gli uomini e i popoli.

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