“The last dance”, Valentino Rossi si ritira. Grazie, eterno bambino… più grande di tutti

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Valentino Rossi lascia la MotoGp dopo 25 anni di una carriera leggendaria di cui abbiamo avuto la fortuna di essere stati testimoni. Da domani inizia una nuova era: il Dottore sarà ‘solo’ una leggenda

Riavvolgiamo le lancette. È il 5 agosto, una conferenza stampa in piena estate, convocata con l’urgenza di chi ha qualcosa di importante da dire. “Vale, non fare scherzi”, il pensiero dei fan consapevoli di ciò che sarebbe accaduto presto. Quanto presto? Beh, forse non così tanto. Valentino Rossi aveva sempre rimandato il ritiro, la voglia di correre è rimasta la stessa di quanto era bambino. La pandemia ha costretto anche il Dio della velocità a rallentare, fermarsi e riflettere. Il futuro è sempre una curva avanti, non sbaglia mai la pole. L’ultimo giro arriva per tutti. È così che in un pomeriggio d’estate, Valentino Rossi si presenta davanti alle telecamere, sorridente come sempre, ma con quella smorfia che preannuncia: “ragazzi, sta per succedere…”. Il campione di Tavullia è emozionato, si fa coraggio, scala le marce: dentro una parola, poi un’altra e un’altra ancora. Ogni tanto la voce trema, qualche volta è costretto a frenare. Il traguardo arriva: “a fine stagione mi ritiro”.

Valentino Rossi
Foto di Danilo Di Giovanni / Ansa

Sorpresa? No, nessuna. Il ritiro del 42enne Valentino Rossi è come quell’impegno con il quale sai di essere costretto a fare i conti, ma che continui a procrastinare nella speranza che succeda qualcosa che cambi il corso del destino. Sarebbe andato bene anche un “Speravo de morì prima”, stile Totti. Ma alla fine il destino arriva sempre in orario. Dal 5 agosto sono passati esattamente 101 giorni. Quel giorno in più che ‘rovina’ il misticismo degli amanti della cabala è in realtà il simbolo di Valentino Rossi, tutt’altro che perfetto. E alla gente va bene così. Alla sua gente, la marea gialla che non ha confine geografico e lo ha sempre acclamato dal Mugello agli USA, dal Giappone al Qatar. Valentino è il campione di tutti perché chiunque può riconoscersi in lui. Un bravo ragazzo, perennemente con il sorriso sulle labbra e l’espressione da guascone. Mai una parola fuori posto, un atteggiamento altezzoso, un comportamento da prima donna. Un “Rossi” come tanti, un “Valentino Rossi“, unico.

Valentino Rossi
Foto di Danilo Di Giovanni / Ansa

Fa sorridere pensare che il GOAT della MotoGp sia ancora lo stesso ragazzino che sfrecciava in motorino per le strade di Tavullia. Con quella stessa passione Valentino Rossi si è portato a casa 115 vittorie, 235 podi, 9 Mondiali. Non vincerà il 10°: anche questa volta, niente cifra tonda, l’imperfezione che lo rende più umano, seppur con il talento di uno che è stato inevitabilmente toccato da Dio. Oggi a Valencia si sono chiusi 25 anni di una carriera inarrivabile. Le lotte con i rivali Biagi, Stoner, Lorenzo, Marquez; i sorpassi impossibili che hanno fatto urlare Guido Meda in telecronaca; le vittorie da sogno e gli ultimi anni bui nei quali solo la passione gli ha permesso di ingoiare l’amarezza di risultati che nulla hanno a che fare con un campione come lui. Chi ne critica la scelta non ha mai visto il cuore di una moto con gli stessi occhi di Valentino.

Valentino Rossi
Foto di Ettore Ferrari / Ansa

Da domani sarà tutto parte di una straordinaria storia da raccontare utilizzando il passato. I piloti, che oggi hanno la metà dei suoi anni, da domani proveranno a raccoglierne l’eredità. Nel giorno dell’addio si emozionano, lo guardano per l’ultima volta con ammirazione, lo omaggiano con il rispetto che si dedica a una divinità vivente. Da domani inizierà una nuova era nella MotoGp, la storia della disciplina si dividerà in ciò che è stato prima e in ciò che sarà dopo Valentino Rossi. Oggi, 14/11/21 (neanche a dirlo, sommati fanno 46), possiamo godercelo ancora un’ultima volta e dirgli GRAZIE per averci resi partecipi della sua personale leggenda.

Valentino Rossi
Foto di Kai Foersterling / EPA / Ansa
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