Veleno sulle punte del fioretto, il CT Cipressa risponde alla Di Francisca: “volta faccia disgustoso, prima scriveva messaggi di stima”

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Il CT Cipressa risponde attraverso i social agli affondi velenosi dell’ex schermitrice Elisa Di Francisca: no si placa la polemica dopo il bronzo della squadra di fioretto alle Olimpiadi

Una medaglia di bronzo che poteva essere di valore superiore, ma che resta pur sempre una medaglia olimpica. Un trionfo sicuramente da festeggiare quello della squadra del fioretto femminile, ma che ha portato con sè solo aspre polemiche. Le stoccate di Elisa Di Francisca, ex stella della scherma italiana, sono risultate quanto mai velenose. Difficoltà mentale a gestire la pressione per la Errigo (in ombra nella semifinale contro la Francia), scarso il livello della Cipressa, necessità di cambiare CT: sono questi alcuni degli affondi che la Di Francisca non ha risparmiato alla compagine azzurra.

Il CT del fioretto, Andrea Cipressa, le ha risposto duramente sui social: “chi vince festeggia e chi perde impara. Non ho alcuna voglia di censurare le critiche che mi vengono mosse, purché esse siano costruttive e non si limitino a una violenza verbale inaudita e insulti pesanti e gratuiti che scaturiscono da odi, antipatie personali e faide di fazioni opposte. Sono pronto al confronto e a un mea culpa se necessario ma non accetto voltafaccia disgustosi da chi, fino a poco tempo fa, mi osannava con messaggi di stima, apprezzamento e affetto”.

Chiaro il riferimento “alla ex fiorettista jesina che, dall’alto del suo ruolo di opinionista sputa veleno nel piatto in cui ha mangiato sminuendo pure il valore di atlete che, se pure non quello sperato, hanno ottenuto un risultato olimpico degno di rispetto, non è assolutamente velato, anzi”. Per concludere un ringraziamento a Julio Velasco che aveva già commentato duramente : “ringrazio Velasco per aver espresso in maniera chiara ed esplicita un pensiero che molti, fortunatamente, condividono – chiude Cipressa -. Non cerco giustificazioni a vittorie o sconfitte dalle une e dalle altre si impara e si costruisce“.

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