Israele, il Premier Bennet sui vaccini: “dopo 5 mesi dalla seconda dose non c’è più protezione, sapevamo che l’efficacia andava testata sul campo”

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Ieri, con 55 morti giornalieri, Israele ha fatto segnare il nuovo record di mortalità dall’8 Febbraio, quando i morti erano stati 58 con ancora poche vaccinazioni nel Paese, e adesso il 90% dei decessi si sta verificando tra i vaccinati

Mentre in Italia è iniziato il dibattito tra i medici sulla necessità di procedere con le somministrazioni della terza dose di vaccino, in Israele arrivano i primi dati. Il premier Naftali Bennet ha pubblicato nelle scorse ore un tweet commentando i numeri sull’efficacia della terza dose del vaccino, che è offerta agli israeliani da circa un mese. L’adesione della popolazione non è paragonabile alle prime due: mentre 6 milioni e 135 mila israeliani sui 9 milioni di abitanti si sono sottoposti alla prima e alla seconda vaccinazione nei mesi scorsi, adesso nel primo mese soltanto un milione e mezzo ha aderito alla terza dose. Nel Paese cresce infatti la sfiducia nei confronti delle vaccinazioni, realizzate a tappeto nei mesi di Gennaio e Marzo nella speranza che il farmaco di Pfizer avrebbe rappresentato la luce in fondo al tunnel della pandemia del Covid-19, rivelatosi inefficaci con il diffondersi della variante Delta e quindi la nuova ondata di contagi iniziata da metà Luglio. Ieri, con 55 morti giornalieri, Israele ha fatto segnare il nuovo record di mortalità dall’8 Febbraio, quando i morti erano stati 58 con ancora poche vaccinazioni nel Paese, e adesso il 90% dei decessi si sta verificando tra i vaccinati.

Per spiegare la situazione e rispondere alle polemiche, il premier Naftali Bennet ha scritto: “se sono trascorsi cinque mesi dalla seconda dose del vaccino, non c’è più protezione. Dopo 5 mesi è necessaria con urgenza la terza dose”. Parole molto pesanti che evidenziano il motivo per cui Israele è piombata nuovamente nell’incubo della pandemia insieme al Regno Unito prima dell’Italia o dei Paesi che hanno vaccinato più tardi. Tutto dipende proprio dalla tempistica delle vaccinazioni, la cui efficacia dura soltanto pochi mesi (appena 5, secondo il presidente del consiglio di Israele), e non è affatto una buona notizia per l’Italia in vista dell’autunno. Naftali Bennet ha aggiunto che “quando abbiamo iniziato con la campagna vaccinale sapevamo che dovevamo aspettare i risultati sul campo per capire l’efficacia del vaccino”, confermando anche che si tratta di somministrazioni sperimentali approvate in via d’emergenza per fronteggiare la pandemia ma dal risultato ancora tutto da conoscere. A fronte di tutto questo fa ancora più scalpore che in Italia negli ultimi giorni si stia addirittura ragionando sull’ipotesi di un obbligo vaccinale, proprio mentre nel resto del mondo aumentano le evidenze della scarsa efficacia delle vaccinazioni dimostrate dai dati statistici e dalle massime autorità degli Stati attualmente più evoluti e sviluppati sotto il profilo biomedicale e tecnologico.

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