Sapelli: “il Coronavirus ha accelerato il fenomeno mondiale della disgregazione dello Stato e dei grandi partiti di massa”

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Sapelli: “la pandemia di Coronavirus ha accelerato il fenomeno mondiale della disgregazione dello Stato e dei grandi partiti di massa”

“La pandemia di coronavirus ha accelerato il fenomeno mondiale della disgregazione dello Stato e dei grandi partiti di massa. E in un momento di crisi economica provocata da cause esogene i governi, la politica e i partiti faticano ad accordarsi per prendere decisioni e agire“. E’ quanto afferma l’economista Giulio Sapelli, contattato dall’Adnkronos. “Ci sono pochissimi Paesi al mondo in cui non si viva una disgregazione dello Stato come l’abbiamo conosciuto, lo Stato legal-nazionale. E non c’è Paese al mondo in cui la disgregazione dei partiti non sia in uno stato più o meno avanzato. Un fenomeno non nuovo, causato dalla finanziarizzazione, che la pandemia ha accentuato”, spiega l’economista. “Come in Francia -sottolinea- dove Macron e la finanziarizzazione hanno disgregato la sinistra, la destra e il centro. O i Paesi Bassi, dove è in corso una disgregazione del fronte politico, o la Spagna, dove il governo vive solo perché non si va al voto in Parlamento”. L’unico Paese dove i partiti storici di massa resistono, continua, è la Germania, anche se la Cdu è scossa da un conflitto interno fortissimo e la cancelliera Merkel ha visto distrutti tre suoi probabili successori nel giro di pochissimo tempo”.

“E anche i problemi economici sono mondiali. C’è una crisi esogena che colpisce nello stesso tempo l’offerta e la domanda, che non fa che accelerare delle tendenze che c’erano già”, prosegue Sapelli. “Anche l’Italia è affetta dalla disgregazione dello Stato e delle macchine dei partiti” e “non ci sono più i partiti storici, ma dei gruppi armati gli uni contro gli altri. Abbiamo lentamente distrutto gli stati sociali, non facciamo investimenti, c’è la deflazione in corso e quando hai bisogno di prendere decisioni non sei in grado di prenderle. Ora servono l’astensionismo e la preghiera. Forse l’uscita è astenersi dal voto per un po’ di tempo per creare una rigenerazione della classe politica”, conclude.

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