Messina, l’intervista all’assessore Minutoli: “Così ho dato un taglio al business del randagismo”

StrettoWeb

Randagismo a Messina, all’assessore Minutoli denuncia a StrettoWeb il “business dei ritrovamenti”: “Abbiamo cercato di collaborare con tutti volontari, ma spesso ci siamo imbattuti nei classici leoni da tastiera, probabilmente sono alla ricerca di convenzioni col Comune”

Un business da capogiro. Un esercito di volontari, mossi dall’humana pietas nei confronti degli animali, che negli anni ha dato vita ad un sistema incontrollato di spese a carico del Comune.

Parliamo del randagismo a Messina, una piaga che ha afflitto la città, e in merito alla quale adesso emergono ombre anche sul volontariato, complice di un sistema perverso in cui cani e gatti erano strumento per guadagni facili.

Una macchina fuori controllo, ma sulla quale da un anno a questa parte si è abbattuto il colpo di scure.

È lo stesso assessore alla Tutela degli animali del Comune di Messina, Massimo Minutoli, a raccontare ai nostri microfoni i dettagli del “business dei ritrovamenti” in città: “Per anni sulle casse del Comune ha gravato un vero e proprio business sugli animali; una caccia spietata per ritrovare sul territorio cani e gatti da salvare, portarli dal veterinario e trovargli uno stallo. Le spese degli animalisti erano incontrollate e in particolare mi riferisco al ricorso alle cure veterinarie e alla ricerca smodata di uno stallo anche da 40-50 euro a notte”.

Quello di cui parla Minutoli è anche lo strano caso dei frequenti ritrovamenti di pitbull, trovati abbandonati davanti ai cancelli del canile di Castanea, spesso pieno fino all’orlo e quindi impossibilitato ad accoglierli. Per comprendere meglio l’entità del fenomeno va precisato che quando sul territorio comunale viene segnalata la presenza di un cane randagio di grossa taglia, della categoria mordace (pitbull, rottweiler ecc..),  il Comune di Messina ha l’obbligo di prendersene cura, di applicare a suo spese il microchip, sobbarcarsi i costi delle cure veterinarie e trovare un posto in un canile. Un cane mordace, per la tutela della pubblica incolumità, non può restare libero sul territorio, anche se il canile è al collasso; un cane di piccola taglia invece può essere rimesso sul territorio, purché ci sia un tutor che se ne occupi.

A questo punto è lecito porsi alcune domande. Cosa si nasconde dietro il ritrovamento dei cani di grossa taglia? Dove devono andare i cani se il Comune non ha stalli dove collocarli? Chi paga? E chi ci guadagna? Tuttora i ritrovamenti dei randagi avvengono nel fine settimana e, ci conferma l’assessore-“non sono mai casuali”. “L’Amministrazione comunale ha ereditato una spesa per i randagi di 1 milione e 300 mila euro.  Tra queste figurano il ricorso alle cure veterinarie, con cliniche che fatturavano in media dai 40 ai 50 mila euro al mese e con tariffe giornaliere di circa 50-60 euro, tutto a spese del Comune“- ci dice Minutoli.

Massimo Minutoli

Nonostante i casi di abbandono sul territorio continuino a sussistere, va detto che per quel che riguarda il randagismo l’amministrazione De Luca ha il merito di aver introdotto un “regime poliziesco“, in applicazione alle legge regionale 15 del 2000 e delle linee guida stabilite dalla Regione che disciplinano il sistema dei ritrovamenti fino a qualche anno fa totalmente allo sbando. Chi trovava un randagio e se ne prendeva cura presentava al Comune richieste di rimborso anche di migliaia di euro. Da un anno a questa parte chi trova un randagio e se ne vuole prendere cura deve necessariamente avere il visto dell’Ufficio randagismo. Ogni spesa per il benessere del randagio deve essere autorizzata dal Comune. Insomma, il modulo di adozione ha messo in crisi il sistema (per fortuna).

Probabilmente è per questo che oggi il fenomeno del randagismo a Messina vede tanti volontari in campo, ma uno scarso coordinamento con il Comune. “Abbiamo cercato di collaborare con tutti volontari, ma spesso ci siamo imbattuti nei classici leoni da tastiera, probabilmente perché sono alla ricerca di convenzioni col Comune. Noi abbiamo dato un taglio a tutto questo e monitoriamo ogni singola spesa per ogni singolo randagio. Adesso bisogna però accendere i riflettori su quella parte buona del volontariato e sui cittadini che pur non appartenendo al mondo del volontariato, comunque ci rimettono anche di tasca per aiutare gli animali. Per fortuna esiste un mondo parallelo fatto di brava gente“- dice ancora l’assessore.

Il caso dei cuccioli in stallo in una stanza di Palazzo Zanca

I cinque cuccioli di Palazzo Zanca, quattro sono stati adottati

Per fortuna il mondo del volontariato a Messina non è tutto marcio. Esistono splendide realtà no profit, che collaborano proficuamente con il Comune, svolgendo un servizio alla collettività degno di ammirazione. È il caso del 5 cuccioli trovati in una notte d’estate sul viale Boccetta e di cui ce ne siamo occupati anche noi di StrettoWeb: una storia a lieto fine, in barba a tutto il polverone di polemiche dei soliti leoni da tastiera, inorriditi perché i cuccioli erano in stallo in una stanza di Palazzo Zanca. Si può dire, senza alcun timore di smentita, che la storia dei cinque cuccioli salvati a Messina è il segno tangibile di un ammirevole cambio di rotta improntato alla trasparenza e alla legalità, oltre che di una spiccata sensibilità sul tema del randagismo. I cinque cani in cerca di adozione di cui tempo fa vi avevamo parlato erano in affido al Comune: l’assessore ha aperto le porte di Palazzo Zanca, ospitandoli in una stanza del Comune. 4 di loro sono stati già adottati e solo uno è in cerca di una nuova casa.

Quando li abbiamo trovati non c’era nessun altro posto dove collocarli- racconta Minutoli- I cuccioli avevano bisogno di essere allattati, erano denutriti. Quindi ho creato uno rifugio di emergenza in una stanza del Comune. Non ci vedo nulla di male. Qualcuno ci ha accusato di maltrattamento, parlando di cani segregati. Nulla di più falso. I cani sono stati presi in cura da un gruppo di volontarie a cui va tutta la mia riconoscenza. Le chiavi della stanza erano e sono  in custodia al corpo di guardia  e gli accessi giornalieri  e serali nella stanza-rifugio di Palazzo Zanca sono monitorati con massimo scrupolo“- ci racconta l’assessore.

Un rifugio sanitario a Messina

E sempre sul fronte del randagismo sono in arrivo altre novità. Il Comune punta all’istituzione del Rifugio sanitario, da realizzare con moduli prefabbricati da 54 posti: uno stallo per cani e gatti convenzionato con il Comune di Messina per fronteggiare l’assenza di ricoveri e garantire le cure sanitarie ai randagi. L’assessorato punta a realizzarlo entro dicembre.

 

Condividi