Georgia, proteste anti Russia: disordini a Tbilisi, feriti in piazza, si dimette Presidente del Parlamento

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Proteste e disordini in Georgia: feriti in piazza a Tbilisi

Si e’ dimesso il presidente del Parlamento georgiano, Irakli Kobakhidze, cedendo alle richieste dei manifestanti e dell’opposizione che per due giorni sono scesi in piazza contro la partecipazione di una delegazione di deputati russi a una seduta parlamentare. E la protesta non accenna a placarsi. Quasi 10 mila persone oggi si sono di nuovo ritrovate di fronte la sede del Parlamento per reclamare le dimissioni del ministro dell’Interno, Giorgi Gakharia, e le elezioni legislative anticipate. Giovedi’ i disordini dinanzi al Parlamento a Tbilisi avevano fatto 240 feriti. L’ex premier Giorgi Kvirikashvili ha proposto un piano di uscita dalla crisi, tenere elezioni parlamentari con il sistema proporzionale a condizione che il voto sia obbligatorio. Ma il partito di governo ‘Sogno georgiano’ non vuole che si dimetta il ministro dell’Interno ne’ tantomeno che si tengano elezioni parlamentari prima del 2020, data prevista dalla Costituzione. Tblisi vive una complessa situazione politica.

A far esplodere la protesta e’ stata la notizia che al deputato russo Serghei Gavrilov era stato concesso di presiedere una seduta del Parlamento, durante la riunione dell’Assemblea dei deputati dei Paesi cristiano-ortodossi. Russia e Georgia hanno combattuto una guerra nel 2008, in cui Mosca ha riconosciuto l’indipendenza di due regioni separatiste, l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia. Tbilisi e la maggior parte della comunita’ internazionale considerano i due territori come occupati di fatto. La presenza in Parlamento di un deputato di Mosca, che ha appoggiato la secessione delle due regioni, e che e’ intervenuto parlando in russo ha fatto scattare l’indignazione dell’opposizione. Le proteste arrivano sullo sfondo di una forte polarizzazione della politica in Georgia, dove cresce il malcontento verso il partito di governo ‘Sogno georgiano’ e l’arrivo della delegazione russa e’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La presidente Zurabishvili ha definito Mosca “nemica e occupante” e ha puntato il dito contro una non ben specificata “quinta colonna filorussa”, responsabile – a suo dire – di aver causato i disordini. Mosca, dal canto suo, ha accusato l’opposizione georgiana di volere “sabotare” i rapporti tra i due Paesi. “Questa e’ la condotta oltraggiosa delle forze politiche radicalizzate in Georgia, che stanno facendo di tutto per ostacolare la normalizzazione delle relazioni bilaterali”, ha dichiarato il vice ministro degli Esteri, Grigory Karasin.

Il decreto di Putin: “stop alle compagnie aeree in Georgia dall’8 luglio”

Le compagnie aeree russe non avranno più il diritto di volare verso la Georgia dall’8 luglio, secondo un decreto firmato oggi dal presidente Vladimir Putin all’indomani di violenti scontri tra polizia e manifestanti che protestano per l’intervento di un deputato russo nel Parlamento di questo Paese del Caucaso. “A partire dall’8 luglio 2019, le compagnie aeree russe hanno temporaneamente vietato i voli dal territorio della Federazione Russa al territorio della Georgia”, si legge nel decreto pubblicato sul sito del Cremlino.

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