‘Ndrangheta, Scopelliti: “sfruttare la sofferenza e la disperazione dei più deboli è un fatto gravissimo”

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L’On. Rosanna Scopelliti è intervenuta sulla vicenda del Cara di Isola Capo Rizzuto

migranti reggio (18)L’Onorevole Rosanna Scopelliti di Alternativa Popolare con un lungo post su Facebook  è intervenuta questa mattina sulla vicenda del Cara di Isola Capo Rizzuto. “Quanto si è appreso -scrive- è gravissimo: che la ‘Ndrangheta fosse senza onore e sfruttasse la sofferenza e la disperazione dei più deboli era già noto, ma che a farlo fossero anche insospettabili che invece le mafie avrebbero dovuto combatterle e che oggi sono finiti in manette accanto a soggetti del clan Arena, offende e indigna una intera comunità“. Scopelliti, membro della Commissione Antimafia, ha poi continuato: ” Stiamo parlando di un fatto gravissimo su cui non si accettano scuse o tentennamenti da parte di nessuno degli attori in causa. Per questo chiedo, dando così voce anche ai messaggi che mi arrivano in queste ore, che i rappresentanti istituzionali tirati in ballo prendano immediatamente le distanze da quanto accaduto“.  Il post si conclude con un invito a Minniti a proseguire sia sul fronte della gestione e del controllo dei Centri che su quello della riduzione degli ingressi. “La mafia infatti -scrive la parlamentare reggina – ha più facile capacità di manovra e infiltrazione quando lo Stato è costretto a gestire in stato di emergenza.” Di seguito il post pubblicato su Facebook dall’On. Scopelliti. Quanto si è appreso stamattina sulla gestione del Cara di Capo Rizzuto è gravissimo: che la ‘Ndrangheta fosse senza onore e sfruttasse la sofferenza e la disperazione dei più deboli era già noto, ma che a farlo fossero anche insospettabili che invece le mafie avrebbero dovuto combatterle e che oggi sono finiti in manette accanto a soggetti del clan Arena, offende e indigna una intera comunità.  L’operazione della DDA di Catanzaro, culminata oggi nell’arresto di 68 persone, getta una luce inquietante sulla gestione degli aiuti ai profughi che cercano riparo nel nostro continente, scappando da fame malattia e guerra.

Ovviamente dobbiamo tutti aspettare con deferente rispetto che i processi confermino queste gravi accuse, ma ho grande stima per gli inquirenti che hanno ordinato gli arresti ed escludo che lo abbiano fatto con leggerezza. Un pool di magistrati ha lavorato in silenzio, senza proclami e accuse indiscriminate e ha assestato un duro colpo a quella che appare come la vera ONG che lucra sulla pelle dei migranti, la mafia. A quei magistrati, alle forze dell’ordine, alla squadra dello Stato che con senso del dovere e instancabile abnegazione conducono la loro battaglia per la legalità e la giustizia va il mio ringraziamento più sentito. In un quadro così devastante getta poi nello sconforto scoprire che anche un uomo di Chiesa e una associazione con una storia benemerita come la Misericordia avrebbero avuto un ruolo in questa vicenda. Danno doppio. Perché per eventi come questo il popolo calabrese rischia di perdere la poca fiducia che gli era rimasta nelle istituzioni. Viene così colpita di nuovo la mia terra, già costretta tra l’incudine della povertà e il martello della malavita, che in giornate come questa può solo rimanere disorientata e con pochi punti di riferimento su cui far leva per risorgere. E invece no! Dobbiamo trovare la forza di reagire, rifiutando la solita litania stantia del “ma allora non ci si può fidare di nessuno”. I Calabresi si stringano attorno alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine perché emerga tutta la verità, Sua Eccellenza il Vescovo faccia arrivare un messaggio di speranza prendendo le distanze da chi imbratta del sangue di una delle cosche più sanguinarie l’abito talare. Ma anche la politica non può stare ferma. Stiamo parlando di un fatto gravissimo su cui non si accettano scuse o tentennamenti da parte di nessuno degli attori in causa. Per questo chiedo, dando così voce anche ai messaggi che mi arrivano in queste ore che i rappresentanti istituzionali tirati in ballo prendano immediatamente le distanze da quanto accaduto. Infine quello che preme sapere è se altri centri sono stati gestiti in modo simile o addirittura peggiore. Ho profonda stima per il Ministro Minniti, calabrese come me, e so che non permetterà che ci siano ulteriori ombre, agendo sul fronte della gestione e del controllo dei centri, come su quello della riduzione degli ingressi. La mafia infatti ha più facile capacità di manovra e infiltrazione quando lo Stato è costretto a gestire in condizione di emergenza.”

 

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