Forza Italia ha deciso: alle comunali con il simbolo di partito e nome Berlusconi

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LaPresse / Roberto Monaldo
LaPresse / Roberto Monaldo

Il simbolo di Forza Italia non si tocca. Sarà presente sulla scheda elettorale delle prossime amministrative e sotto lo storico logo comparirà anche il nome di Silvio Berlusconi. Deroghe saranno ammesse solo in casi del tutto eccezionali. E’ quanto prevede una circolare, in possesso dell’Adnkronos, partita dal quartier generale azzurro il 24 marzo scorso, a firma del tesoriere Alfredo Messina e del responsabile organizzazione Gregorio Fontana, valida solo per i comuni capoluogo, da Genova a Verona a Palermo. Una decisione in linea con le ultime comunali, quelle del 2016. Si tratta di un segnale politico inequivocabile, per le correnti forziste e gli alleati Lega-Fdi, che il leader del partito è in campo e non intende mollare la presa sulla leadership del futuro centrodestra. Questa sorta di vademecum elettorale viene considerato anche un vero e proprio monito per chi pensa di correre con il sostegno del Cav ma senza il ‘marchio di fabbrica’ della sua creatura politica lanciata nel ’94. E’ di questi giorni, infatti, il caso di Palermo, dove il centrodestra si è spaccato dopo il veto al logo forzista posto dal candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli. Secondo le nuove direttive di Arcore, se Ferrandelli figura come espressione di Fi o corre semplicemente come ‘indipendente’, non potrà sottrarsi all’obbligo di presentarsi alle comunali di giugno con il simbolo forzista. ”Richiamiamo qui di seguito -scrivono Messina e Fontana nel testo inviato a tutti gli eletti azzurri e in possesso dell’Adnkronos- i criteri a cui attenersi al fine di coordinare e rendere omogeneo l’uso del simbolo”. Nei “Comuni superiori con sistema a doppio turno” ci sono 3 opzioni con tanto di facsmile allegati. La prima, indicata con la lettera a: ”Se il candidato sindaco è espresso da Fi o è indipendente, si dovrà adottare il simbolo comprendente la bandiera di Fi, la parola Berlusconi e in alto le parole ‘con’ o ‘per’ e il cognome del candidato”. La seconda opzione, (b) articolata a sua volta in tre formule, si presenta così: ”Se il candidato è espresso da un’altra forza politica in coalizione con noi, si dovrà adottare il simbolo comprendente la bandiera di Fi, la parola Berlusconi e -secondo le determinazioni degli organi provinciali o cittadini competenti -una delle seguenti possibilità: 1) in alto le parole ‘con’ o ‘per’ e il cognome del candidato; 2) in alto la parola ‘per’ seguita dal nome della città in cui si vota; 3) nessuna scritta, tranne la bandiera e la parola ‘Berlusconi”’. Infine la terza opzione, indicata con la lettera c: ”Nessun’altra scritta o variante grafica è consentita sul simbolo, senza specifica autorizzazione da parte della sede nazionale. A tal fine -precisano Messina e Fontana- in casi eccezionali, una deroga può essere richiesta al coordinamento nazionale nei tempi più brevi possibili”, scrivendo ad un apposito indirizzo e mail. Discorso a parte, invece, per i ”comuni inferiori con sistema a turno unico”: ”laddove venga utilizzato il simbolo di Fi -avvertono Messina e Fontana- esso dovrà contenere la bandiera e la parola ‘Berlusconi’, anche in combinazione con altri simboli. Qualora il simbolo venga utilizzato da solo, valgono i criteri previsti dal punto 3”.

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