Fulvio D’Ascola agli Stati Generali della Cultura

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Fulvio D'AscolaUno sfondo con video, ai lati due pannelli con dischi in vinile ed in mezzo Fulvio D’Ascola, che parla e racconta di musica e influenze sociali, di canzoni e concerti e di mezzi di comunicazione, facendo divenire attiva la sociologia della musica. Al Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi”, si respira l’aria della divulgazione, un po’ storytelling ,un po’ stage,con tanti video e interazione con il pubblico. Si comincia con i ritmi tribali,per poi passare ai suoni del Mediterraneo. È bello capire la nascita della Tarantella ,come derivazione della Giga,uno dei quattro movimenti della suite barocca; è bello anche scoprire le differenze tra Tarantella e Taranta ,con la figura del Mastru i Ballu che diviene l’icona sociologica di “capo” che dirige il gioco ,metafora di società arcaiche,ma anche rappresentativo di società criminali. Scorrono in video immagini di musica e danza  sarda,con i tenores ed il “ballo tundo” o “tre passes” ,fino ad arrivare al Flamenco , al Fado  ,alla Muttetta ed alla musica turca.Fulvio D’Ascola è bravo nel far comprendere le linee di unione tra i diversi stili musicali identitari.Dalla musica connotata,si svolta verso la musica italiana iniziando da Gorni Kramer e il Quartetto Cetra,proseguendo con il bel canto di Tajoli,gli urlatori con Tony Dallara ,fino ad arrivare agli Showmen. Qui D’Ascola si sofferma sul cantante Mario Musella,definendolo una delle migliori voci di sempre dalle radici soul blues..Dopo gli. Showmen,un tuffo nel prog  inglese e nelle cover italiane.Si spengono le luci e il video vintage dei Procol Harum con “A whiter shade of pale”  immerge il pubblico tra i ricordi, e alla domanda di Fulvio D’Ascola “Cameriere lascia stare?” ,il pubblico risponde “il bicchiere però è mio..” ,concludendo la frase del testo italiano e parte il filmato dei Dik Dik che cantano “Senza luce”.Spazio anche per il Prog italiano con gli Osanna e il Banco del Mutuo Soccorso ,con  un commosso ricordo per Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese e il giornalista e operatore Rai Pino Anfuso. “Persone con cui ho collaborato ,con Rodolfo Maltese anche in progetti teatrali,Francesco Di Giacomo era  artista intelligente e umile e manca molto il sorriso e la gentilezza di Pino Anfuso,giornalista e operatore Rai che  era sempre presente nei miei eventi.” “Dai ritmi tribali alla musica liquida.” prosegue attraversando i territori dei cantautori con Lolli e De André ,passando per la musica di Caputo e Bersani.La parte finale è dedicata a musicisti reggini.Viene ricordato il batterista Robert Genco  e il suo album “Beyond the life” che nel 1977 lascio’ una traccia importante con un album di rara bellezza cantato in inglese ,autoprodotto dal musicista ed oggetto “cult” per i collezionisti di vinile con quotazione di 800 €.C’è spazio anche per gli Apoteosi di Palmi ,il gruppo formato dai fratelli Ida’ che incisero l’album omonimo nel 1975,per la SAID  records casa discografica del padre .Questo disco ,cantato in italiano è uno dei dischi più belli del Prog italiano. Nel finale dI SOUNDSTORIES ,stupisce il chitarrista  Alessandro Santacaterina ,che con la chitarra battente esegue due brani,dimostrando ottimo sincronismo tra ritmo e melodia ,con suoni velocissimi e pause che incantano il pubblico. Il tempo passa in fretta e le domande del pubblico su crisi delle canzoni,musica etnica,video musicali e assenza di contenuti testuali,fa comprendere come, per circa due Fulvio D’Ascola sia riuscito a  tenere alta la soglia di attenzione. SOUNDSTORIES ,tornerà a Reggio il 24 giugno al Parco di Ecolandia in occasione del concerto di Sarah Jane Morris ,nei prossimi giorni saranno date nuove informazioni.

 

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