Reggio, martedì la rappresentazione teatrale “le navi di Lazzaro”

StrettoWeb

Santo NicitoCon la rappresentazione teatrale “Le navi di Lazzaro” si conclude l’anno di celebrazioni per la venticinquesima ricorrenza della scomparsa di Don Italo Calabrò. Il 15 dicembre, alle ore 17 andrà in scena presso il Cinema Teatro Odeon l’ultima realizzazione del gruppo di artisti della Piccola Opera che ormai da anni hanno individuato in questa forma espressiva una vera manifestazione dei modi di essere attivi e partecipi per le persone con disabilità. Quest’anno il tema sul quale si concentrerà la rappresentazione è quello delle migrazioni via mare, tema attuale e doloroso, ma tema che fa parte della storia dell’umanità, come ricordano le testimonianze dei nostri nonni che sono partiti per i viaggi della speranza verso le Americhe, alla ricerca di un mondo nuovo, di opportunità, di speranza, di sogno, di vita. La rappresentazione metterà in scena le emozioni, le suggestioni, le esperienze che vivono e hanno vissuto i migranti in ogni tempo della storia, dal momento dell’abbandono della propria casa fino al momento in cui le speranze si sono concretizzate. Il percorso emozionale sarà suggestivo e di grande impatto, la “compagnia teatrale” è composta da oltre cento persone che a un certo punto del racconto saranno presenti contemporaneamente in scena per festeggiare la speranza, la vita, il sogno realizzato, e la quasi totalità delle persone presenti sono persone con disabilità. In un certo senso anche il viaggio delle persone con disabilità nelle proprie comunità, civili, scolastiche, istituzionali, familiari persino, è un viaggio di migrazione da una condizione di difficoltà iniziale verso la speranza di una vita di inclusione, partecipazione, accettazione, non discriminazione, verso il legittimo sogno di una vita attiva e partecipe; a volte le stesse comunità di appartenenza possono apparire, agli occhi delle persone disabili e delle proprie famiglie, come uno sconfinato e rischioso mare in tempesta, con la riva che non si intravede e il porto che non offre ormeggi, e l’arrivo a volte rappresenta una sorta di resurrezione, come intende Giuseppe Pontiggia nel suo romanzo “Nato due volte”, sulla condizione delle persone con disabilità. Lo stesso fatto di mettersi in scena e rappresentare questo viaggio, invece, può essere la testimonianza della possibilità di un approdo sicuro, della capacità di affrontare un viaggio, della volontà di vedere riconosciuta senza ostacoli o pregiudizi una condizione di vita che ricade nell’ambito delle eventualità che la vita stessa contempla. In più, il fatto di essere in più di cento in scena, per questa specifica rappresentazione, è la testimonianza plastica di una scommessa sulla vita (si pensi che alcuni dei brani che saranno messi in scena sono stati scritti direttamente dagli attori). Assistere alla manifestazione del 15 dicembre all’Odeon sarà come essere presenti alla realizzazione concreta di uno dei messaggi più importanti del testamento spirituale di Don Calabrò, “nessuno escluso mai”

Condividi