Reggio, ecco come i “caporali” sfruttano gli immigrati: meno di 50 cent a cassetta di agrumi

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Dall’inchiesta coordinata dalla Procura di Palmi è emerso un giro di lavoro in nero e senza garanzia a carico di immigrati: arrestate sette persone

arance immigratiMeno di cinquanta centesimi per un lavoro massacrante di raccolta degli agrumi. E’ lo spazzato che emerge nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Palmi che questa mattina ha portato i Carabinieri ad arrestare sette persone per associazione a delinquere finalizzata alla intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro, reclutamento di manodopera clandestina di lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno o con il medesimo scaduto, violazione della normativa previdenziale di tutela dei lavoratori subordinati e truffa aggravata ai danni di enti pubblici. Le indagini hanno fatto emergere un consistente fenomeno del caporalato nella Piana di Gioia Tauro, con l’individuazione dei personaggi che mettevano a disposizione di datori di lavoro senza scrupoli manodopera non specializzata da sfruttare. Il lavoro avveniva in nero e senza garanzia, gli operai non hanno diritto a riposi settimanali, ferie pagate, malattia e sono obbligati a lavorare senza un adeguato abbigliamento protettivo, facendo fronte alle avversità climatiche con mezzi di equipaggiamento di fortuna. I Carabinieri hanno scoperto, accanto allo sfruttamento di extracomunitari di origine nordafricana, anche quello dei soggetti dei paesi comunitari, soprattutto dell’Est Europa e in particolare cittadini di nazionalità bulgara. I caporali agivano assoggettando psicologicamente i lavoratori, al punto tale da sovrastare la loro stessa volontà.

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