Cosenza, bimbo annegato in piscina per “negligenza, imperizia e imprudenza”

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Giancarlo Esposito, morto in una piscina a soli 4 anni a causa dell’inesistenza delle normali regole di sicurezza

bambino-in-piscinaChiuse le indagini per quanto riguarda  la morte del bambino che il 2 luglio scorso era annegato in una piscina a Cosenza. “Kinder Garden” questo è il nome  della ludoteca dove si è consumata la tragedia. Proprio qui si trova la piscina che accoglie i bambini e dove a soli 4 anni il piccolo Giancarlo Esposito ha perso la vita. La  vasca utilizzata dai portatori di handicap o per la riabilitazione era sprovvista secondo Maria Francesca Cerchiara, pm del processo, delle minime misure di sicurezza. Essa infatti era profonda più di 60 centimetri e le tre educatrici, Luana Coscarello, Martina Gallo e Ilaria Bove, pare che non solo fossero prive del brevetto di assistente bagnante, ma che anche non si fossero accorte che il bimbo stava annegando. I braccioli forniti, poi, al povero Giancarlo non sarebbero poi stati utili al piccolo per salvarsi.

In un primo momento delle indagini la morte del bamibno era stat attribuita ad un malore che avevano causato la morte, ma dalle indagini appena concluse sembra si tratti sempliccemente di «negligenza, imperizia e imprudenza» del responsabile della piscina, ha confermato il pm. Il piccolo Giancarlo è morto per «insufficienza respiratoria acuta…determinata da annegamento in acqua dolce». Insomma, se fossero state adottate tutte le misure di sicurezza e se fosse stato soccorso in tempo, il piccolo si sarebbe potuto salvare. Con questa nuova scoperta ancora più dolore, se possibile, per i genitori della vittima che hanno sempre chiesto di sapere perchè il loro unico figlio sia morto.

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