Padre Dall’oglio: da più di 500 giorni nelle mani dei rapitori

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padre dall'oglio 2Le sue tracce di sono perse il 29 luglio 2013, a Raqqa, in Siria. Il gesuita Paolo Dall’Oglio, che ha compiuto 60 anni il 17 novembre scorso, è da 508 giorni nelle mani dei suoi rapitori. Sarebbe stato preso in ostaggio dai militanti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, gruppo legato ad al-Qaeda attivo in Iraq e in Siria. Da allora sulla sorte del religioso si sono rincorse voci, spesso in contrasto tra loro, notizie e smentite. La vicenda del suo rapimento è costantemente seguita dalla Farnesina e dall’Intelligence. Dalla Siria, dove negli anni Ottanta aveva fondato la comunità monastica cattolico-siriaca di Mar Musa a nord di Damasco, Dall’Oglio era stato espulso il 12 giugno 2012 per essersi espresso a favore della rivolta contro il regime di Bashar al-Assad scoppiata nel marzo dell’anno precedente. Noto per il suo forte impegno nel dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani, dopo l’espulsione dalla Siria per un breve periodo si era trasferito a Sulaymanya, nel Kurdistan iracheno, dove era stato accolto nella nuova fondazione monastica di Deir Maryam el Adhra. Oltre a padre Dall’Oglio, nelle mani dei sequestratori ci sono ancora Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due giovani cooperanti rapite in Siria il 31 luglio scorso, e Giovanni Lo Porto, cooperante sequestrato in Pakistan il 19 gennaio 2012.

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