Poker e Seconda Repubblica

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seconda-repubblicaNei primi anni Novanta in Italia si ebbero grossi cambiamenti, alcuni sostanziali, altri apparenti.
Quelli sostanziali consistevano nel fatto che furono cambiate tutte le precedenti denominazioni dei partiti e scesero in campo nuovi personaggi, spesso, fino ad allora, sconosciuti al grande pubblico.
Quelli apparenti consistevano nel fatto che, nella sostanza, non cambiò niente, se non alcune procedure.
Una novità di rilievo fu che furono eliminati i tornei a basso costo e rimasero solo quelli d’importo d’iscrzione molto elevata.
Di fatto i giocatori che non facevano parte del giro rimanevano irrimediabilmente esclusi da ogni competizione e non potevano più giocare.
Altro singolare fenomeno fu il fatto che alcuni giocatori si ritrovavano spesso con l’iscrizione pagata, ma, contrariamente a quanto accadeva prima, senza saper (ufficialmente) chi dover ringraziare, tanto che si diffuse la dichiarazione “mi sono ritrovato iscritto a mia insaputa”.
Il costume si estese in seguito anche all’acquisto di appartamenti.
Essendo venuto meno il fenomeno del consociativismo e quindi un turn over istituzionalizzato, la battaglia nei tornei diventò devastante.
Chi riusciva ad essere in vantaggio cercava in tutti modi di sfruttare al meglio la circostanza, tentando di cambiare le regole del gioco continuamente, al fine di adeguarle al proprio tornaconto e di accaparrarsi il massimo e nel più breve tempo possibile, consapevole che poi sarebbe toccato ad altri.
Questo fenomeno si chiamò Seconda Repubblica.

Saverio Spinelli

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