Reggio, le mani delle cosche sugli appalti: tangente del 3% alle imprese

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Polizia: una volante della Questura di CatanzaroLe ditte che si aggiudicavano appalti nella fascia ionica reggina tra Siderno e Marina di Gioiosa Ionica erano costrette a pagare una tangente del 3% sul valore dei lavori alla ‘ndrangheta. E’ quanto emerso dall’inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e condotta dallo Sco di Roma e dalla squadra mobile reggina, che ha portato all’arresto di 29 tra presunti boss e gregari delle cosche Commisso di Siderno ed Aquino di Marina di Gioiosa Ionica. L’operazione ha colpito anche alcune cosche minori collegate alle due principali e operanti ad Antonimina e Natile di Careri. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa ed estorsione. Tra gli appalti sui quali le ‘ndrine imponevano il pizzo, anche quelli relativi alla messa in sicurezza di una scuola e alla costruzione di una diga. La tangente calava un po’ di valore se le imprese che si aggiudicavano i lavori erano considerate “amiche” dagli uomini della ‘ndrangheta.

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