Palermo: per arancini e cannoli in arrivo il “marchio registrato”

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AranciniSi chiama arancina o arancino? In attesa che qualche accademico ne stabilisca il genere – dopo che Andrea Camilleri, ”papà” del commissario Montalbano, ha optato per il maschile -, il Comune di Palermo ha avviato le pratiche per registrare il marchio di questa ghiottoneria locale, che nel capoluogo siciliano si chiama orgogliosamente arancina. Questa frittella di riso – un tempo al ragu’ o al burro, e adesso farcita con i piu’ fantasiosi ingredienti – e’ nell’elenco dei cibi di strada ai quali l’assessore alle Attivita’ produttive del Comune di Palermo, Marco Di Marco, vuole apporre il timbro ”Panormus – Street Food”, da utilizzare per i prodotti Stg (Specialita’ tradizionale garantita), marchio di origine introdotto dalla Unione europea per tutelare produzioni che siano caratterizzate da composizioni o metodi di produzione tradizionali.

L’assessore ha firmato un atto di indirizzo che e’ il secondo passo dell’iter, dopo la registrazione del ”City Brand Panormvs” per la tutela dei prodotti e dell’immagine della citta’. Tra i cibi da tutelare, oltre all’arancina ci sono la cassata (un trionfo di glassa, ricotta e pan di spagna, con un ”cappello” di frutta candita), il panino con la milza (schietto o maritato, cioe’ liscio o con l’aggiunta di ricotta e formaggio), il ”pane e panelle” (frittelle con farina di ceci), lo “sfincione” (una sorta di pizza con cipolla fritta e pan grattato) e, infine, il cannolo, dolce di ricotta universalmente noto. L’amministrazione intende inoltre farsi promotrice, anche nell’ambito della candidatura a Capitale europea della cultura 2019 (Palermo concorre con altre 17 citta’ italiane), di un festival internazionale del cibo di strada, che metta in relazione i legami che anche in questo settore legano il capoluogo siciliano all’Europa e al Mediterraneo.

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