Sicilia, condanna membri ex giunta Cuffaro: “Assurdo non tenere conto dell’assoluzione di primo grado”

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tribunale_giudice_generica3Apprendiamo con stupore che la sezione giurisdizionale di Appello della Corte dei Conti della Regione siciliana ravvisi il danno erariale ed emetta a nostro carico una sentenza di segno opposto a quella di primo grado, che, invece, aveva a suo tempo escluso qualsiasi responsabilita’ per colpa, in capo ai componenti della giunta regionale di allora, tra cui i sottoscritti Cascio, Cimino e Scoma, all’epoca rispettivamente assessori al Territorio, alla Cooperazione e al Lavoro, e in quanto tali non investiti di alcuna diretta e specifica competenza in materia“. Lo affermano in una nota congiunta Francesco Cascio, Michele Cimino e Francesco Scoma, all’epoca dei fatti, rispettivamente assessori regionali al Territorio, alla Cooperazione e al Lavoro, commentando la decisione della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti che in Appello annulla la sentenza emessa della sezione di primo grado. I giudici contabili affermano la sussistenza di un danno erariale pari a circa 12 milioni di euro, a carico di alcuni esponenti della Giunta di allora, sostenendo che sarebbe stato privo di qualsiasi concreta giustificazione giuridicamente apprezzabile l’incremento del personale con qualifica di autista soccorritore.

Noi – precisano Cascio, Cimino e Scomain seno alle deliberazioni di quella Giunta, relative al procedimento di affidamento del servizio 118, abbiamo solo preso atto di una proposta dell’allora assessore alla Sanita’, Pistorio, peraltro, confermato da tutti gli assessori che si sono succeduti, quindi, non abbiamo avuto nulla a che fare con un coinvolgimento diretto nella questione. Lascia, inoltre, amareggiati – aggiungono – che dopo essere stati assolti in primo grado con una sentenza della Corte dei Conti che respinge la fondatezza della questione, oggi in secondo grado, non si tenga neppure conto della relazione istruttoria di Messina, dirigente del servizio ispettivo della Finanza pubblica dello Stato, il quale chiamato come perito di parte della Procura in primo grado, con riferimento alla situazione riscontrata anche nella nostra regione, deponeva a favore dell’aumento di questo personale, dichiarando ‘per garantire la presenza nell’arco delle 24 ore di un autista e di un soccorritore e’ necessaria la disponibilita’ di 5/6 autisti soccorritori e di 5/6 autisti per un numero complessivamente pari a 10/12 addetti'”. “Ci chiediamo – concludono Cascio, Cimino e Scoma come sia possibile passare da un’assoluzione in primo grado ad una condanna in secondo, senza che si consideri minimamente che non solo non eravamo assessori al ramo all’epoca, ma peggio ancora come la Procura non tenga conto neppure delle risultanze dei propri periti di parte“.

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