Reggio: nuova struttura per supportare i malati inguaribili grazie all’impegno della Regione

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hospiceI malati  inguaribili , da oggi sanno di poter contare su una struttura in più . “Io non ho paura della morte in sé ma della sofferenza a cui andrò sicuramente incontro , ma sapere che potrò contare su personale specializzato, allontana da me la paura e l’incubo dell’incertezza di un’assistenza adeguata !” queste le parole di Maurizio Casadidio, presidente della sezione reggina dell’AISLA che ha voluto presenziare nonostante le difficoltà della malattia alla conferenza stampa di giovedì 14 febbraio dove il Governatore Scopelliti ha dato l’annuncio dell’accreditamento dell’HOSPICE VIA DELLE STELLE. Un atto di civiltà e di attenzione verso gli inguaribili, quello  compiuto dal Governatore , con l’accreditamento finalmente di una struttura sul territorio reggino che si dedica da anni e con numerose difficoltà alle cure palliative. Le cure palliative, nate circa 30 anni fa in Inghilterra, ma in Italia regolamentate nel 2010 dalla legge 38, una legge fortemente innovativa, che per la prima volta tutela e garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore per i pazienti affetti da una malattia che non risponde più a trattamenti specifici e di cui la morte è diretta conseguenza.
Difficile rendere a parole l’importanza di tale legge e la sua applicazione, ma chi ne è direttamente interessato o chi ha avuto un familiare colpito da malattie incurabili sa di sicuro di cosa stiamo parlando . Esse si propongono di migliorare il più possibile la qualità di vita sia per i pazienti che per le loro famiglie, considerando il malato “ essere umano” fino al suo ultimo respiro . L’Hospice Via delle stelle, è l’ esempio di un centro che offre un servizio indispensabile per tante famiglie e malati  che grazie all’opera del personale, sanitario e non, che vi opera , riescono a trovare sollievo e conforto, dal punto di vista sia pratico che morale. Continua il presidente Casadidio nella sua lettera letta durante la conferenza stampa “Una società vera non uccide, ma si fa carico dei più deboli con amore e li accompagna lungo tutto il percorso della vita. Questi sono i presupposti per cui è nata un anno fa  la sezione reggina di aisla, dare dignità e sostegno ai propri malati fino alla fine e per questo è nato da qualche mese anche una bellissima collaborazione con l’Hospice Via delle Stelle, in particolare con la Dottoressa Minasi, Presidente, ed il Dottore Trapani Lombardo , Vicepresidente della Fondazione Via delle Stelle , che ha colto anche la nostra esigenza di malati terminali non oncologici e quindi si è avviata anche col supporto di AISLA la formazione di personale specializzato anche in malattie neurodegenerative come la SLA“. ed ancora  continua “Da oggi i malati di SLA del territorio sanno di poter contare anche su questa struttura. Alcuni hanno  timore al solo nominare posti come l’Hospice, perché collegano questi luoghi esclusivamente col fine vita, insomma un luogo di morte,  non considerandolo invece come un  contesto in cui le persone possono avvertire di essere considerate vive nonostante una malattia che non può essere più guarita”.  Una grande testimonianza quella di Maurizio che nonostante tutto affronta la sua terribile malattia quotidianamente col sorriso. “Non bisogna considerare  la morte come  la sconfitta della medicina, anzi la medicina è parte integrante di questo processo di accompagnamento; si passa solo da una medicina del fare a medicina dell’essere, dove l’obiettivo non è più di sconfiggere o di lottare contro nulla ma, se viene richiesto, di accompagnare con tutte le risorse a disposizione la vita fino alla morte”. Conclude Maurizio la sua lettera con un invito al miglioramento delle cure assistenziali sul territorio “Spero che questa apertura mentale, soprattutto l’esigenza che è stata avvertita dai dirigenti dell’hospice di formare personale specializzato per affrontare adeguatamente una patologia così complessa e completamente diversa da quelle che finora si sono trovati ad affrontare, segno  di forte responsabilità e  di professionalità, possa essere presa d’esempio anche da altre figure professionali operanti sul territorio e migliorare sempre più l’assistenza verso queste patologie non costringendoci ad andare fuori regione per semplici interventi”.

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