Bersani all’UniCal di Rende (Cs). Tra primarie, alleanze, Pollino e contestazioni

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Il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, oggi ha fatto visita all’Università della Calabria di Rende, in provincia di Cosenza, dove ha parlato agli studenti. Ovviamente il tema principale delle domande è stato il confronto tra i cinque candidati alle Primarie che si è tenuto ieri sera in diretta televisiva su Sky. Per Bersani un’esperienza più che positiva, non solo a livello personale, che infatti definisce “una festa per tutto il centrosinistra”.

Quella della primarie è stata una scelta giustissima e ieri sera ne abbiamo avuto la prova – afferma il segretario -. Si è assistito, infatti ad un bell’esempio di come può essere il centrosinistra, certamente plurale ma con un forte carattere di unita’ di intenti e, quindi, con una caratura sufficiente per proporsi come forza di governo per questo Paese. E’ stato un buon risultato e io non ne ho mai dubitato”. Ma su la richiesta di riproporre l’evento sulla Rai, risponde: “Il confronto adesso continua nelle piazze, nelle università e con i cittadini. Poi si vedrà“.

Viene poi chiesto a Bersani se sia possibile ripetere l’esperimento anche a livello locale. “Siamo sempre affezionati a creare dei meccanismi di partecipazione – risponde -. Abbiamo dei gruppi dirigenti che possono essere valorizzati, ma certamente trovare dei meccanismi di partecipazione è ciò che ti consente di allargare gli orizzonti“. Quindi una battuta sulle alleanze extra-sinistra, che hanno hanno visto lui e gli altri candidati in netta opposizione: “Tutti quelli che parlano di una possibile scissione nel Partito Democratico per le alleanze si sbagliano”.

Poi, parlando di meridione, afferma: “Spero che assieme all’orgoglio del Mezzogiorno si risvegli l’orgoglio dell’Italia. Abbiamo sperimentato che è una cattiva idea che ci si possa salvare da soli, l’abbiamo sperimentata in Europa. Un’idea che si è rivelata totalmente assurda“. Ed esprime solidarietà per le popolazioni del Pollino, colpite dal terremoto del 26 ottobre: “Il Governo ha dichiarato lo stato di calamità e noi controlleremo affinché tutto ciò che è possibile fare venga attuato”.

Quindi Bersani entra nel merito dell’Università italiana e del classismo dell’istruzione, argomento toccato anche nel confronto di ieri. “Non possiamo tollerare elementi di classismo nell’istruzione, è il peggio che possa capitare alla società. E’ un vero insulto alla società voler studiare e non poterlo fare. Dobbiamo riportare la tassazione ai livelli europei, del tema del diritto allo studio dovremmo farne un tema d’attacco della nostra politica. Noi critichiamo le nostre università, ma dall’estero appariamo, in molti settori, come quelli che formiamo meglio la gente. E infatti ci rubano i laureati“. Poi parla di dover necessariamente rinnovare la riforma Gelmini, ma che occorre farlo in maniera definitiva: “Facciamo una ragionata seria con gli aventi causa e cerchiamo di allestire una prospettiva, non possiamo destabilizzare il sistema ogni sei mesi.

A margine dell’incontro c’è stata una contestazione ridotta ma dura da parte di un gruppo di studenti legati all’estrema sinistra. I ragazzi hanno accusato Bersani di appoggiare il governo tecnico di Mario Monti e, dopo qualche coro, sono stati allontanati dalla Polizia. “Questa è la democrazia!” hanno gridato i giovani mentre venivano portati fuori dall’aula magna. Bersani ha comunque preso la cosa con filosofia e commentato con una battuta: “Calmi che ne ho visti di peggio.

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