Scioglimento Comune Reggio, Laratta: “contiguità e continuità. Tutte le responsabilità del disastro di Reggio”

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Lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria, pone la parola fine ad una lunga e devastante stagione politico-amministrativa.
Leggiamo le urla scomposte di leader nazionali del Pdl e degli esponenti regionali dello stesso partito contro lo scioglimento del comune di Reggio.
Abbiamo ascoltato stamane nell’Aula della Camera l’intervento violento e inaccettabile del reggino Francesco Nucara che accusa duramente il ministro per lo scioglimento del comune di Reggio, arrivando a chiedere ‘lo scioglimento della Questura e del tribunale di Reggio Calabria’. Parole che si commentano da sole.
E’ evidente che Nucara e il Pdl non hanno ancora letto le oltre 200 pagine della Relazione degli Ispettori ministeriali, pagine che qualcuno ha definito ‘Devastanti’. La contiguità e l’infiltrazione mafiosa, sono provate con tanto di fatti, eventi, nomi e cognomi. Relazione ‘tecnica’ e non politica.  Come tecnico è il consiglio dei ministri che all’unanimità ha deciso per lo scioglimento del consiglio comunale. Come politico era il Ministro del precedente governo, ‘costretto’ da fatti e denunce parlamentari e degli organi dello Stato sul territorio, a inviare gli ispettori ministeriali al comune di Reggio Calabria.
I vertici del Pdl, scandalizzati per lo scioglimento del consiglio comunale di Reggio, forse non sanno che “Negli uffici della “M.G.I.M srl” di Milano,  è nata anche la “Multiservizi” – la società mista  al 51% del comune di Reggio Calabria e, al 49%, della cosca De Stefano-Tegano – di cui parla la relazione di accesso del prefetto Piscitelli, alla base dello scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria per la contiguità con la ‘ndrangheta”(Guido Ruotolo, La Stampa, 12.10.2012, ripreso dal Corriere della Calabria)
Ma chi chiede di tacere, davanti all’evidenza drammatica dell’ “occupazione mafiosa” del comune di Reggio, sa benissimo che questo significa abbondare la città e la Calabria nelle mani delle cosche, senza nemmeno provare a combatterle! Mentre a Reggio, come in tutta la Calabria, sono tantissimi coloro che hanno voglia di isolare e scacciare le cosche e la loro sfacciata arroganza.  In 40 mila, qualche tempo fa, sfilarono per le strade di Reggio contro l’arroganza criminale che aggrediva i magistrati e le istituzioni democratiche.
Assistiamo increduli al tentativo di scaricare ogni colpa e tutte le responsabilità dello scioglimento, sul sindaco e sull’amministrazione uscente. Noi dobbiamo attenerci ai fatti reali per capire come sono andate le cose.
Nel decreto del ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, si legge: L’Amministrazione comunale di Reggio Calabria sciolta per “contiguità mafiose” si è posta in linea di continuità con l’Amministrazione precedente.
Il prefetto di Reggio Calabria ha replicato alle polemiche: «Preso atto di fatti concreti». «Se il sindaco Arena avesse letto la relazione sarebbe giunto alle stesse conclusioni a cui sono giunto io»!
Il sindaco ‘sciolto’, Arena ha affermato nella sua ultima conferenza stampa: “Ho governato questa città per sei mesi. Il mio onore non può essere scalfito, non sono la genesi della ‘ndrangheta e non è la mia Amministrazione ad avere generato la ‘ndrangheta”.
Ora è necessario voltare rapidamente pagina in Calabria. Non possiamo far vivere alla nostra terra, una lunga agonia, dalla quale ne uscirebbe del tutto distrutta. Questo non lo possiamo permettere.

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