Il giudice reggino Vincenzo Giglio s’è suicidato in carcere a Milano, era accusato di favorire la ‘ndrangheta

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Si è tolto la vita in carcere il giudice Vincenzo Giglio, accusato di essere colluso con la ‘ndrangheta. A dare la comunicazione il segretario generale della Uil Penitenziari Eugenio Sarno. “Alle ore 16.30 circa, alla sezione K del carcere milanese di Opera, si è suicidato, con un cordone, Vincenzo Giglio, il giudice accusato di essere colluso con la diramazione lombarda delle ndrine calabre. L`uomo pur essendo stato immediatamente soccorso dagli agenti di sorveglianza è spirato presso il reparto rianimazione dell` Ospedale san Paolo dove era stato trasportato d`urgenza“, si legge nella nota di Sarno.

Arrestato il 30 novembre 2011 nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda di Milano, il giudice Giglio era presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria e della prima sezione della Corte d’assise. Era anche  esponente della corrente di sinistra di ‘Magistratura democratica’. Aveva 52 anni ed era accusato di reato di corruzione e di favoreggiamento personale di un esponente del clan Lampada, con l’aggravante di aver commesso questi reati “al fine di agevolare le attivita’” della ‘ndrangheta.

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