Sequestrati forni e panifici abusivi nel vibonese, a Stefanaconi e Rombiolo

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Continua l’attività delle Fiamme Gialle vibonesi finalizzata alla prevenzione e repressione degli illeciti tributari in materia di sommerso d’azienda, nonché alla vigilanza sulla corretta applicazione della disciplina amministrativa ed igienico-sanitaria sulla lavorazione e commercializzazione di sostanze alimentari.

L’ispezione di due attività commerciali di produzione e vendita di pane e prodotti derivati, risultate essere completamente “in nero”, ha consentito di accertare la conduzione delle medesime in totale mancanza delle autorizzazioni amministrative e sanitarie.

Per i locali ove venivano esercitate le predette attività abusive, ubicati nel Comune di Stefanaconi e Rombiolo (VV), è scattata immediatamente la chiusura ed inoltre sono stati posti sotto sequestro, macchinari e beni strumentali per un valore di circa euro 20.000,00, nonché gli alimenti rinvenuti (Kg. 220 di prodotti della panificazione), tenuti in cattivo stato di conservazione e quindi nocivi per la salute umana, a seguito della non corretta attuazione del piano di autocontrollo alimentare.

Nel Comune di Simbario, inoltre, gli stessi finanzieri della Compagnia di Vibo Valentia, hanno sottoposto a sequestro ulteriori prodotti dello stesso genere venduto abusivamente, in forma ambulante, a bordo di un autovettura, ovviamente sprovvista delle prescritte autorizzazioni.

I responsabili sono stati sanzionati amministrativamente nonché deferiti alla locale Autorità Giudiziaria, nei i casi previsti.

I continui e mirati controlli della Guardia di Finanza, su tutto il territorio provinciale, tendono a contrastare sempre più efficacemente il fenomeno dell’abusivismo commerciale che alimenta l’economia sommersa, nel cui ambito operano imprese che, non essendo gravate da alcun onere fiscale e contributivo, anche sfruttando manodopera irregolare, senza il rispetto delle basilari norme igienico-sanitarie, riescono ad immettersi sul mercato offrendo beni e servizi a prezzi decisamente più bassi rispetto a quelli praticati dalle imprese regolari, esercitando nei confronti di queste ultime una grave forma di concorrenza sleale capace di alterare fortemente le regole del commercio.

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