Ministri tecnici per il Governo Meloni? Il chiarimento di Rampelli

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Il deputato di FdI ha spiegato che l’obiettivo è coniugare “la necessità di fare le cose velocemente con altrettanta, forse maggiore, esigenza di farle bene

“Le cose vanno fatte come si deve. Va coniugata la necessità di fare le cose velocemente con altrettanta forse maggiore esigenza di farle bene. C’è comunque una collaborazione istituzionale tra il governo dimissionario e il governo in pectore e questa collaborazione durerà finché non avremo un nuovo governo con i pieni poteri costituzionali. Occorre comunque agire con prudenza le cose vanno fatte bene”. Lo scrive tramite le proprie pagine social Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia. L’ex vicepresidente della Camera, possibile prossimo ministro alle Infrastrutture, ha spiegato che Giorgia Meloni “è consapevole del fatto che occorra nel minor tempo possibile avere un governo operativo perché comunque le scadenze sono tante, alcune di queste sono drammatiche a causa della limitata capacità di resistenza delle famiglie e delle imprese italiane. Però le cose vanno fatte come si deve va coniugata la necessità di fare le cose velocemente con altrettanta, forse maggiore, esigenza di farle bene”.

Sul profilo dei futuri ministri suddivisi tra tecnici e politici, Rampelli precisa: “intanto dei tecnici c’è bisogno sicuramente perché senza una capacità tecnica è difficile attuare programmi e progetti di governo. Il problema è capire se debbano stare in posizione tecnica quindi all’interno della macchina amministrativa oppure se possano stare all’interno del Consiglio dei ministri. Se i tecnici non hanno una visione politica, difficile possano fare i ministri. Se invece questi esperti ce l’hanno possono perfettamente collaborare con un governo capitanato dal leader di un partito e di una coalizione”.

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