Reggio Calabria, come sarà la nuova via marina alta? Falcomatà parla di sicurezza, ma con che coraggio? E poi si scusa (ancora) per il ritardo

Nell'aggiornare sui lavori (in ritardo) per la via marina alta, il sindaco di Reggio Falcomatà lancia una frecciata sul dl sicurezza

“Scusate per il ritardo”. Giuseppe Falcomatà lo aveva già detto una settimana fa, agli anziani del centro sociale di Sbarre, dopo aver consegnato i lavori della struttura oltre i tempi prestabiliti. Ma tranquilli: è normalità. Talmente tanta normalità che il sindaco di Reggio Calabria si permette anche di ironizzare – e “filosofeggiare” – rispetto a chi evidenzia la vergogna nel non aver concluso ancora il ponte Calopinace: “sarà una grande festa, faremo come per il muro di Berlino, ci metteremo ai due lati e poi ci abbracceremo”, aveva detto mercoledì in consiglio comunale.

Ci vuole coraggio! E ci vuole coraggio anche a parlare di sicurezza, oggi, a qualche giorno dall’approvazione – con polemiche – del dl che permette al Governo di rendere più sicuro il paese. Falcomatà, nell’aggiornare sui lavori della via marina alta, si permette anche il lusso di stuzzicare l’esecutivo Meloni, dicendo che la sicurezza si fa anche illuminando un luogo, non di certo inasprendo pene. Peccato che ultimamente, a Reggio Calabria, si stiano intravedendo scene che mai avevamo visto sullo Stretto: accoltellamenti in pieno giorno e in pieno centro, aggressioni a persone in sedia a rotelle, giovani travolti dai motorini in via marina.

L’aggiornamento sui lavori del Lungomare Matteotti

Tornando agli aggiornamenti del cantiere, il sindaco ha tenuto a fare alcuni chiarimenti rispetto ai ritardi del Lungomare Matteotti, ancora recintati. “Volevo mostrarvi le prove della nuova illuminazione in queste aiuole, che prima non c’era”, ha detto in una diretta social.“Il motivo più importante dei ritardi è per la richiesta di modifica sulla pavimentazione, sul materiale da utilizzare, perché volevamo fosse coerente con le altre attività e le altre piazze che si stanno riqualificando in città. Quindi non mettere le cosiddette cementine quadrate, ma la pietra reggina, la pietra di Lazzaro, un’idea identitaria, di marchio di fabbrica per tutte le nuove opere pubbliche realizzate in città. Le avete viste a Piazza Italia, Piazza Duomo, nei marciapiedi adiacenti Piazza De Nava”.

“Ci saranno anche nuovi camminamenti, che prima non c’erano. Si potrà passare così dalla parte alta alla parte bassa, sempre utilizzando la stessa pietra. Poi ci sono lampioncini orientabili in base alle esigenze e vi prego di averne cura. Si tratta di un materiale molto delicato e l’area è sottoposta a videosorveglianza, quindi toglietevi dalla testa di poterci giocare. Questi elementi danno la possibilità non solo di accedere meglio ai luoghi, ma anche una maggiore idea di sicurezza. Sicurezza che non si fa a colpi di decreto, se un tipo di reato viene fatto vicino a una stazione, non si fa impedendo alle persone di manifestare, ma rendendo luoghi più sicuri. Perché una città più illuminata è una città più sicura”, è la parte di cui facevamo riferimento sopra, totalmente fuori luogo e incoerente rispetto a quanto sta accadendo in città. Infine, le scuse, ancora, per l’ennesimo ritardo sui lavori: “ci scusiamo per le lungaggini, ma l’importante è il risultato. E quindi giustifichiamo i ritardi per tutto perché, tanto, “l’importante è il risultato”